Di nuovo in strada
I cittadini contrari al parcheggio ci credono ancora. In estate hanno raccolto migliaia di euro per finanziare l’eventuale ricorso al Tar che scatterà se il Comune non modificherà i suoi piani. Alla gara (che impone al vincitore anche il rifacimento dell’intera carreggiata centrale, che sarà pedonalizzata) hanno partecipato due ditte. Palazzo Civico avrebbe ancora la possibilità, esaminati i progetti, di richiedere approfondimenti e miglioramenti, che è quanto di meglio il comitato Salviamo corso Marconi possa sperare. Ma, vista la determinazione con cui l’assessore Lubatti è andato avanti finora, nessuno si fa illusioni. Per questo è già partita la convocazione di una manifestazione, il 27 settembre.
Il comitato pianta
Dopo quella del 4 luglio, in cui era stato piantato un giovane ippocastano – che cresce a dispetto di tutte le intemperie che hanno minacciato i suoi fragili rami e che sta diventando simbolo della resistenza al progetto – alla nuova iniziativa ne saranno piantati addirittura 10, che prenderanno il posto di quelli caduti o abbattuti in questi anni per malattia, e mai ripiantati. Dal Comune insistono nel dire che le vasche di un metro e mezzo sono sufficienti per far crescere i nuovi alberi tanto quanto quelli abbattuti. «Ma nel bando – obietta Emilio Soave, membro del comitato e vicepresidente di Pro Natura Torino – non è previsto alcun obbligo di ripiantarli. La nostra richiesta resta la sospensione del progetto e, in seconda battuta, se si va avanti lo stesso, che venga almeno mantenuta l’alberata, scavando due trincee a lato del parcheggio». «Lunedì (in realtà mercoledì 4 settembre, ndr) vedremo il progetto vincitore – dice Umberto Capra, vicepresidente del Comitato – e lo studieremo per preparare il ricorso al Tar. Visto che dal Comune procedono imperterriti, andiamo avanti anche noi con la nostra battaglia».
Consiglio, ultima spiaggia
Se l’amministrazione non tornerà indietro, l’ultimo appello (oltre l’eventuale ricorso) sarà il Consiglio comunale, dal cui voto dovrà obbligatoriamente passare la concessione del suolo e l’approvazione di una deroga al regolamento del verde: che imporrebbe, quando si costruiscono parcheggi interrati, il mantenimento in piena terra (e non in vasche) del 60% degli alberi in superficie. Ma il condizionale è d’obbligo.
di Paola Italiano, La Stampa (30/09/2013)