Notte di guerriglia in via Berthollet. I residenti: «Non bastava il rumore?»
In via Berthollet, sabato notte, c’è stato un lancio bottiglie, grida, sedie scaraventate l’uno contro l’altro, e gli avventori della movida costretti a rifugiarsi nei locali

Una rissa è scoppiata tra una quindicina di persone, pusher appostati all’angolo con via Belfiore

Bottigliate, grida, sedie lanciate l’uno contro l’altro, gli avventori della movida costretti a rifugiarsi dentro i locali, le serrande abbassate per evitare incidenti. «Guerriglia urbana»: così l’hanno definita alcuni residenti di via Berthollet, che sabato sera, poco dopo mezzanotte, hanno assistito alla bagarre in strada.
La rissa è scoppiata tra una quindicina di persone, pusher appostati all’angolo tra via Berthollet e via Belfiore. Ma dall’incrocio le violenze si sono poi allargate, con piccoli gruppi che si sono rincorsi tra via Goito e via Sant’Anselmo. La polizia è arrivata poco dopo, con i rissosi, però, ormai dileguati.

Un incrocio difficile
Episodi simili capitano spesso su quel tratto di strada, zona di bivacco ormai cronico e di pusher appostati. Ma questa volta ha colpito il numero di persone coinvolte e la violenza. Nel borgo vecchio di San Salvario, la situazione è peggiorata dopo l’esodo di molti spacciatori dai Murazzi. Probabilmente liti per spartirsi il territorio e questioni di soldi. «Risse, fortunatamente più piccole, sono quasi all’ordine del giorno – spiega Alessandro Maioglio, gestore dell’Astoria, locale proprio davanti all’epicentro dello scontro – e si comportano come se fossero su un campo da calcio, come se non ci fosse nulla attorno a loro. Ogni volta che succede invitiamo i nostri clienti a venire sul marciapiede del nostro locale, ma rimane comunque pericoloso». E tra un déhors vandalizzato un mese fa e sedie portate via e poi distrutte, anche i danni alle attività della zona non sono trascurabili.

Dentro i locali
Quelli che hanno avuto più paura sono stati gli avventori del Ddr, locale tra via Berthollet e via Goito. Due tra i riottosi hanno invaso la zona davanti al locale, spingendosi vicino ai tavoli. Tanto è bastato ai gestori del locale per decidere di far rientrare tutti all’interno: le serrande sono state abbassate per precauzione, in attesa che la situazione si tranquillizzasse. Poco dopo, il Ddr ha chiuso. «E poi non dicano che la movida non serve a niente e fa solo danni», osserva Giuseppe Berretta, proprietario del locale. Diverse, invece, le reazioni dei residenti: «Ci avevano detto che la vita notturna avrebbe allontanato lo spaccio e la criminalità – lamentano alcuni – ora oltre a non riuscire più a dormire, rischiamo anche di essere colpiti da una bottigliata».

da Lastampa.it

Movida, allarme a San Salvario: “I bambini soffrono d’insonnia”
Il comitato: troppo rumore, i nostri figli non riescono più a dormire. Il presidente del quartiere: “Allarmismo esagerato anche se non mancano i problemi”

 

Ora è la volta dei bambini. A denunciare la “drammatica” situazione dei più piccoli che vivono a San Salvario è una lettera firmata da “I bambini e i genitori di Rispettando San Salvario”, associazione guidata da Eliana Strona. Una missiva in cui si lancia un allarme preciso: “I minori che abitano nella zona non riescono a riposare a causa dell’inquinamento acustico”. E i genitori aggiungono che si trovano “impotenti, a dover assistere ai loro continui risvegli notturni: il sonno ristoratore per i nostri bambini è ormai diventato un sogno impossibile”. Non solo, pare che si cerchino soluzioni di fortuna: “Dove è possibile, “costringiamo” i nostri bambini a non dormire nel loro letto, ma in brandine improvvisate in cucina, oppure li mandiamo da parenti, pur di preservarli da questa assurda violenza”. E si parla di un fuggi fuggi delle famiglie che possono permettersi di scappare dal quartiere. È la prima volta che i Comitati, nella loro battaglia contro i locali, sollevano la questione bambini.

Il Comune, una settimana fa, ha deciso di sospendere per un anno il rilascio di autorizzazioni. Al Comitato non è sufficiente. Per il presidente del quartiere, Mario Cornelio Levi, il richiamo ai bambini “mi sembra un po’ esagerato, ma non privo di fondamento: concordo con il diritto al riposo, ma non con la militarizzazione della zona. Servono solo più controlli mirati”. Il problema, secondo Levi, non sono i locali: “La situazione è peggiorata da quando hanno chiuso i Murazzi, ma alle tre i locali chiudono. Il nodo sono gli avventori che si portano da bere e stanno fino alle cinque di notte. Su questi servono più controlli. Ora con i gestori, che si sono riuniti in due associazioni, si è aperto un dialogo. Però ci deve essere un’apertura da parte dei residenti. Il muro contro muro non serve”. E fa qualche esempio: “Alcuni vogliono sperimentare dei dehors taglia rumore utilizzati a Valencia, ma i condomini non danno autorizzazioni. E si tratta degli stessi che si lamentano. Perché? L’Amiat vorrebbe mettere cassonetti per l’umido nei cortili. Ma gli stabili si oppongono. Così non va”. E cita un primo risultato positivo: “I locali lamentavano l’assenza da parte dell’Amiat, in realtà la spazzatrice passava, ma su un percorso che andava bene tre anni fa. Ora verrà cambiato. Se si può l’importante è dialogare per risolvere le questioni, non alzare i toni”.

Non tutti nel quartiere la pensano come i sostenitori di “Rispettando San Salvario”. Teresa Gallo, che abita in corso Marconi angolo via Sant’Anselmo e che più di un anno fa ha lanciato i vessilli “promovida” invita a non estremizzare. “Ho un figlio di 14 anni: dove abito io non mi sembra che ci siano problemi. Con questo non voglio dire che non ci siano in generale, ma credo che San Salvario sia un quartiere più vivibile rispetto a dieci anni fa quando si doveva uscire di casa e stare attenti agli spacciatori”. Il chiasso, la musica, il sonno mancato? “I maleducati e i chiassosi ci sono, non drammatizziamo però. Il Comune ha fermato le licenze. Bene. Perché magari non provare a dialogare con i locali? Si possono trovare intese per cui sono gli stessi titolari a controllare le persone moleste, oppure a rendere più puliti i marciapiedi. Per trovare una convivenza civile bisogna mettere da parte gli estremismi”.

da repubblica.it

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