Partirà da Porta Nuova, dal binario 17 dove una lapide ricorda che da questa stazione partivano i treni dei deportati verso i campi di concentramento. La marcia per ricordare Emanuele Artom, partigiano antifascista ed ebreo, arrestato proprio il 25 marzo del 1944, 70 anni fa, attraverserà San Salvario fino a pizzetta Primo Levi, dove ha sede la comunità ebraica con il suo tempio. La commemorazione ricorda la Shoah e la Resistenza, due eventi tragici del Novecento che si trovano accomunati nella figura di Emanuele Artom.
Emanuele Artom, ebreo, storico e studioso di storia antica e risorgimentale, antifascista, aveva aderito alla Resistenza all’indomani dell’8 settembre. Nel 1944 si trovava nelle valli valdesi in una formazione di Giustizia e Libertà quando il 25 marzo venne catturato dai nazi-fascisti e trasportato nella caserma di Luserna, dove venne selvaggiamente picchiato e torturato. Trasferito nel Carcere Le Nuove di Torino, morì il 7 aprile 1944 a causa delle sevizie subite, a ventinove anni. Gli è stata conferita la medaglia d’argento al valore militare.
Emanuele Artom è in particolar modo legato a San Salvario. Fu infatti tra i migliori insegnanti della scuola ebraica che oggi come allora ha sede in via Sant’Anselmo 7, di fianco alla Sinagoga e viveva vicino a Porta Nuova, in via Sacchi 58. All’indomani della liberazione, quando l’istituto poté riaprire nonostante le ferite della guerra e delle persecuzioni, la scuola media venne intitolata proprio ad Emanuele Artom. E ancora oggi porta il suo nome così come la biblioteca del centro ebraico di piazzetta Primo Levi 12, a imperituro ricordo del suo valore.
La marcia è organizzata dalle comunità ebraiche del Piemonte, dalla comunità di sant’Egidio e dal comune di Torino e saranno presenti il coro della Scuola Ebraica E. Artom di Torino e il coro Gesher di Casale Monferrato. La partenza sarà martedì 25 marzo 2014 alle ore 18 da Porta Nuova e si concluderà in piazzetta Primo Levi.
Un recente documentario con varie interviste a persone che hanno conosciuto Emanuele Artom ne racconta la storia, indagando anche su quello che il nome Artom ha significato dopo la guerra a Torino, come per la via Artom di Mirafiori. Il documentario si chiama “Emanuele Artom, il ragazzo di via Sacchi” di Francesco Momberteri, qui di seguito il trailer:
2 Commenti. Nuovo commento
Ricordo l’importante pubblicazione: Emanuele Artom, “Diari di un partigiano ebreo gennaio 1940-febbraio 1944”, a cura di Guri Schwarz (Bollati Boringhieri, 2008).
Francesco, grazie per averci segnalato questa pubblicazione. La figura di Artom oggi è poco conosciuta ma merita di essere riscoperta e i suoi Diari sono fondamentali per capire la Resistenza e la vita e le scelte del nostro Emanuele Artom. Oggi più che mai il suo ricordo dev’essere tramandato.