Continuiamo ad esortare tutti a scrivere lettere di protesta al parroco (Via Campana,8 10125 Torino) e al Vescovo (Via Arcivescovado 12 10121 Torino) contro i lavori invasivi e dispendiosi che stanno interessando la chiesa del Sacro Cuore di Maria(link).
Qui sotto un articolo apparso su alexporro.wordpress.com che riassume il progetto e la contrarietà di molte persone, noi compresi. Di seguito le foto della situazione dopo la rimozione della balaustra e del degrado attorno alla chiesa.
Martedì 6 dicembre è prevista un’ assemblea di parrocchiani e non davanti al Sacro Cuore di Maria in piazza Donatello, ore 14.30, per contrastare questo progetto.


La comunità parrocchiale del Sacro Cuore di Maria è in subbuglio dopo aver appreso la notizia delle imminenti modifiche che interesseranno l’area presbiteriale. I fedeli sono venuti a conoscenza dei lavori leggendo l’ultimo bollettino parrocchiale nel quale si annunciavano le modifiche e si chiedeva agli stessi parrocchiani di contribuire nei limiti della disponibilità di ciascuno.

L’idea di stravolgere il presbiterio della chiesa, capolavoro eclettico dell’architetto Carlo Ceppi risalente al 1897, non è affatto piaciuta ad un nutrito gruppo di parrocchiani che si è ripromesso di vederci più chiaro e di rivolgersi tanto alla Curia quanto alla Soprintendenza.

Un primo incontro con i monaci che reggono la parrocchia è avvenuto martedì pomeriggio ma non ha cambiato lo scenario. I religiosi sono convinti del progetto che avrebbe ricevuto il placet della Curia e di ben due Soprintendenze e motivano le modifiche con la necessità di adeguare la chiesa al Concilio Vaticano II, anche se con ben 50 anni di ritardo.

Vediamo dunque il progetto nel dettaglio. La querelle è scaturita dalla decisione di rimuovere la balaustra che nelle chiese divideva l’area presbiteriale da quella destinata ai fedeli. Una rimozione che prima ha visto fermamente contrari i parrocchiani ed è stata poi superata non appena sono emersi gli altri particolari del progetto. Per quel che riguarda la balaustra infatti sono diverse le chiese che negli anni l’hanno rimossa per completare il contatto ideale tra prete e fedeli.

L’attuale altare provvisorio verrebbe sostituito da un parallelepipedo di marmo bianco sormontato da una grande croce di metallo. E in questo risiedono alcune delle perplessità dei parrocchiani. Il marmo bianco infatti non sarebbe tale da inserirsi ed integrarsi con la suggestiva pietra verde che riveste gli interni del tempio. La grande croce di metallo dorato – senza il Cristo crocifisso – piace ancora meno perché nulla avrebbe a che fare con lo stile eclettico con richiami neogotici scelto dal Ceppi. Gli strali dei parrocchiani però si indirizzano soprattutto verso il nuovo ambone – la tribuna dalla quale si leggono i passi del Vangelo – anch’esso in marmo bianco. In questo caso non sono tanto il marmo e il colore chiaro a suscitare lo sdegno. Piuttosto non piace l’idea che l’ambone venga ulteriormente alzato e che accanto venga posta una lastra, sempre in marmo bianco, con una fessura in bassorilievo da cui uscirebbero rami e fiori scolpiti.

Più per il costo che per il suo essere kitsch suscita perplessità anche l’idea di rivestire i gradini di acciaio corten, un materiale costosissimo che in tempi di crisi suona come un elemento superfluo.

Il progetto si conclude con un’ammissione che fa pensare parecchio. “Un agglomerato di elementi chiaramente altri rispetto al contesto dell’architettura del Ceppi”.

I parrocchiani però non sono decisi a mollare e tenteranno tutte le strade per fermare il progetto che rischia di sconvolgere l’amata parrocchia, per uno scherzo del destino sopravvissuta alla devastazione della Seconda Guerra Mondiale – che ne danneggiò alcune parti – e messa in pericolo dai pastori chiamati a guidare la comunità.

di Alessandro Porro, alexporro.wordpress.com (02/12/2011)

Qui le foto della situazione attuale. La balaustra è stata abbattuta, smontata e posta dietro all’ altare. Il primo gradino della scalinata in pietra verde è stato anch’ esso segato e smontato.

Ecco invece il degrado che circonda la chiesa, mentre l’ attuale parroco decide di realizzare progetti da “archistar” senza nessun rispetto per i parrocchiani e per la chiesa progettata da Carlo Ceppi.





3 Commenti. Nuovo commento

  • Nuovo articolo su corrispondenzaromana.it:

    http://www.corrispondenzaromana.it/chiesa-cattolica-scempio-architettonico-a-torino-in-nome-del-vaticano-ii/#more-5388

    C’è anche una petizione online in corso, firmiamola e spargiamo la voce:

    http://www.firmiamo.it/salviamo-il-sacro-cuore-di-maria-a-torino

    Gianni

    Rispondi
  • Siamo parrocchiani del Sacro Cuore di Maria. Apprendiamo con stupore ed amarezza che la nostra parrocchia, ma più in particolare la piccola comunità dei Monaci Apostolici Diocesani che ne hanno la cura pastorale, sono oggetto di aspre critiche, talora espresse con insolita violenza verbale, non consona allo spirito cristiano di carità. Motivo dell’attacco è il progetto di adeguamento liturgico del presbiterio della chiesa parrocchiale. Tale iniziativa, approvata dai parrocchiani durante la riunione di Consiglio Pastorale aperto del 10/3/2008, nasce dalla volontà di rispondere, come già è avvenuto in molte altre parrocchie, alle direttive conciliari del Vaticano II per una liturgia più aderente alla realtà del Vangelo: Gesù istituisce l’Eucarestia al tavolo dell’Ultima Cena, strettamente circondato dai suoi.
    Non ci sembra uno “scempio” né un’operazione “oscena” proporre una celebrazione liturgica dell’Eucaristia senza barriere tra celebrante e popolo di Dio, tesa a creare vicinanza ed una più intensa partecipazione al sacrificio. Un’idea ben lontana da velleità di “modernismo” architettonico o di inclinazioni al “protestantesimo”. Dal punto di vista architettonico, anzi, ci pare molto significativo e geniale l’obiettivo progettuale di far emergere dal fondo verde cupo delle pareti e del colonnato il candore luminoso di tre elementi altamente simbolici e fondamentali dal punto di vista liturgico: l’ambone per la proclamazione della Parola, l’altare che evoca la presenza di Gesù, la croce gloriosa del Cristo risorto. Anche Ceppi aveva forse immaginato la statua di Maria risaltare con il suo candore nel buio del fondo.
    D’altra parte, progetto e conseguenti modifiche sono stati affidati ad architetti esperti del settore e sono state approvate dalla Curia e dalla Sovrintendenza. La documentazione relativa è visibile a tutti nella bacheca, al fondo della chiesa. Il progetto, ottenute le autorizzazioni, è stato presentato sul Bollettino Parrocchiale del 6/11/2011 ed è stato illustrato nel corso di un incontro pubblico il 20/11/2011.
    Siamo sempre più convinti che la critica condotta in modo così indegno al progetto sia un pretesto per attaccare i monaci diocesani, in quanto portatori di novità non solo in campo liturgico. Per questo vogliamo loro esprimere la nostra solidarietà anche in merito a tutte le iniziative volte ad aiutare la componente più debole della popolazione del quartiere (vedi “Casa Morgari”).
    Nello spirito di riconciliazione e di pace del Natale, porgiamo a chi ci legge i nostri più cordiali Auguri.
    Grazia Biancardi e Guido Badino

    Rispondi
  • Cari parrocchiani che scrivete,
    come è chiaro alle centinaia di altri parrocchiani che non condividono questo progetto di “adeguamento liturgico” il problema non sono i Monaci Apostolici Diocesani in sé, semmai il loro comportamento.

    Innanzitutto le modalità: i parrocchiani non sono stati informati del progetto, il Consiglio Pastorale non è stato più convocato dopo l’ approvazione del progetto e non vi sono stati altri incontri per discutere di questi importanti e onerosi lavori; tutto è stato consegnato come già preconfezionato e deciso. Molti parrocchiani sono andati a parlare a fratel Jean ma o non sono stati ricevuti o sono stati trattati in malo modo, come se questo progetto non riguardasse la parrocchia e, soprattutto, NON FOSSE AFFAR NOSTRO.
    Forse per i Monaci la parrocchia non è una grande comunità di persone che vivono nello stesso posto unite dall’amore in Cristo ma interpretano questo incarico affidato a loro dal Vescovo come la creazione di una piccola enclave. Mi è stato personalmente risposto che se volevo esser a conoscenza dei lavori e dei progetti futuri della parrocchia dovevo andare ai loro ritiri spirituali: la parrocchia è una comunità molto più ampia che non quella che si raduna ai ritiri spirituali…!

    Inoltre grazie alle insistenze di molti parrocchiani il progetto è stato reso visibile nella navata centrale solo a dicembre 2011, nonostante l’ approvazione del progetto dalle Sovrintendenze rechi come data gennaio 2011, come mai si è aspettato più di 10 mesi per renderlo pubblico?! E per tre anni, in cui probabilmente vi fu un processo di progettazione guidato dal parroco e dagli architetti, la comunità non fu minimamente interpellata.

    Questi elementi, l’ambone, l’altare e gli scranni sono dei simboli… ma che rimangono simboli sterili e vuoti se non sono legati da una partecipazione estesa a tutta la comunità…

    Auguro a tutti buone feste e buon Anno nuovo di condivisione e serenità,
    Guglielmo Giachino

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