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1991-2011: a vent’ anni dalla scomparsa di Natalia Ginzburg, Torino e il quartiere dove ha vissuto a lungo, San Salvario, la ricordano con una giornata a lei dedicata. VenerdI 7 ottobre la giornata inizierà alle 9.30 al Palazzo del Rettorato dell’ Università degli Studi di Torino, dove ha studiato. Si terrà un incontro aperto a tutti, ma dedicato soprattutto ai ragazzi, con vari scrittori e studiosi. Il pomeriggio invece prevede una piccola cerimonia: all’ aiuola donatello, a fianco della casa di via Morgari (un tempo la sua “via Pallamaglio”) dove Natalia ha vissuto e a cui rimase legata, verrà piantato un albero in memoria della scrittrice ed una lapide provvisoria, nell’ attesa che il Comune posi quella definitiva sulla facciata della casa.

Il programma prevede:

ore. 9,30
Incontro con gli studenti delle scuole medie superiori
Aula Magna Università di Torino Via Po n. 17 (Palazzo del Rettorato)

Intervengono :
Sergio Roda, prorettore dell’Università
Ernesto Ferrero
Paola Mastrocola
Chiara Colombini
Giorgio Brandone
Paola Valpreda
Massimo Ottolenghi

Introduce Rosalba Durante

Saranno inoltre esposti a cura dell’Archivio storico dell’Ateneo documenti inediti su Natalia e Leone Ginzburg

ore 17,30
“Un albero in ricordo di Natalia Ginzburg “
Cerimonia commemorativa presso la piazzetta “Aiuola Donatello”, antistante la casa dove visse la scrittrice (Via Morgari angolo Via Belfiore) che prevede:

Posa della targa
Letture a cura degli studenti della IV F del Liceo Gobetti
Durante la cerimonia verrà piantato un nuovo albero nei giardini dell’Aiuola, in omaggio alla scrittrice che descrisse quest’angolo di mondo della nostra città nel romanzo “Lessico Famigliare”.

Aperitivo offerto dall’Associazione Aiuola Donatello.
L’albero sarà donato dalla Società Cooperativa Sociale Luisa Levi – Agricola

3 Commenti. Nuovo commento

  • Salve a tutti, io, ahimè, scopro solo adesso che la mostra dedicata, o per meglio dire la commemorazione, per il ventennale dalla scomparsa di Natalia Ginzburg è stata messa in cantiere e ultimata. Mi era stato commissionato un disegno che sembrava non avesse sviluppi futuri, un ritratto di Natalia che non sarabbe mai stato mostrato. Affidandomi alle parole dell’anima organizzatrice della mostra, avevo gettato la spugna e avevo deciso di proporre questo disegno come regalo a uno dei figli della Ginzburg. “La farò breve, per un progetto di una mostra dedicata al ventennale della scomparsa di sua madre, mi era stato chiesto un ritratto. Non so se questa mostra prenderà piede, è avvolta nella nebulosa organizzativa dei tempi di realizzazione e di finanziamenti. Queste sono le informazioni generiche che ho carpito dalla signora che intende mettere in piedi questa mostra dedicata all’epistolario, ai libri e alle foto che hanno scandito la vita di sua madre… prima di disegnare sua madre, mi sono un po’ documentata sulla sua vita, e c’è una frase che ha ricorso sempre nel periodo di lavoro dedicato al disegno “mai devi domandarmi”. Questa frase, non so perchè, esprime l’essenza di madre, scrittrice, attivista politica e donna di Natalia. Io, oramai, la chiamo Natalia, in modo confidenziale, con quei tratti duri e marcati, e la mano grande e ferma che tiene una sigaretta appoggiata a un libro. Questo disegno l’ho portato con me, nei momenti liberi in cui potevo disegnare, a casa, al tavolo di un locale… Circondata dalla curiosità mal celata dei passanti che si soffermavano a guardare da vicino il disegno, ho raccontato attraverso il disegno stesso la storia di sua madre. A ogni passante che mi chiedeva chi era la persona ritratta, ho narrato un pezzo della vita di Natalia”.La curiosità e l’impegno di documentazione mi hanno portato a stringere una rete di corrispondenze e relazioni in cui chi era nuovo all’argomento Ginzburg, si è un po’ avvicinato, chi invece era famigliare ha mostrato entusiasmo. Dal momento che non prenderò parte a questa mostra, mi riservo però di pensare di aver creto uno spazio in cui diverse persone hanno ascoltato la storia di Natalia, vere protagoniste di quell’interesse, di quella capacità ancora genuina di indagare, osservare, e creare che sono alla base, a mio parere, di quell’humus culturale che pervade ancora le vie e le piazze di questa città. Grazie a chi è riuscito a finire di leggere questo post.

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  • Cara Marzia, il tuo post è bellissimo, una narrazione coinvolgente. Vorrei poterti contattare per chiederti qualcosa in merito a quel ritratto. Sto lavorando a un progetto su Natalia Ginzburg 😉

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  • … tra l’altro noto solo ora che la data in cui tu hai scritto il post è la stessa del mio, di oggi. Ma di 2 anni fa. Coincidenze che non sono tali 😉

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