“Il «Centro Storico Fiat» di via Chiabrera 20 da domani(oggi, ndr) fino al 27 novembre riapre le porte al grande pubblico, in onore ai 150 anni d’unità italiana. Nel luogo che fu una delle culle dell’azienda, ha riunito per la prima volta tutti i documenti e i cimeli che narrano oltre un secolo di prodotti Fiat, ma anche i talenti che ne permisero la progettazione, la realizzazione e la diffusione nel mondo. E’ un racconto che non parla solo di autoveicoli, ma anche di aerei, navi, persino di biciclette e lavatrici che si fregiarono del marchio Fiat. Il percorso espositivo si sviluppa nella palazzina Liberty costruita nel 1907 per ampliare le officine di corso Dante, dove nacque l’azienda nel 1899.

In questi spazi, ristrutturati nel 1999 dagli architetti Gabetti e Isola, il Museo guidato da Maurizio Torchio, con un milione di euro, ha dato nuova destinazione d’uso all’ex sala riunioni, per concentravi un maestoso archivio, finora frazionato in diverse sedi. Custodisce 6 milioni di immagini, 5 chilometri di documenti, 400 mila disegni tecnici, centinaia di filmati. Una sapiente regia li mette in relazione con una passerella di 35 mezzi storici, oltre 100 modellini, un secolo di manifesti artistici.

Rievocano la storia dell’azienda, dalla prima vettura Fiat, la 3 cavalli e mezzo, all’impressionante rosso bolide «Mefistofele», che con un motore da aereo nel 1924 batté il record mondiale assoluto di velocità. Ecco quindi il primo trattore, il Fiat 702 del 1919, con l’autocarro 18 Bl che motorizzò l’esercito italiano nella prima guerra mondiale, per trasformarsi poi in autobus. Spiccano per mole la Littorina, l’automotrice ferroviaria nata negli Anni Trenta e l’imponente aereo caccia G 91, disegnato da Giuseppe Gabrielli e poi adottato dalla Nato. Ma vi sono anche le biciclette Fiat, che diedero mobilità ai Bersaglieri e alcuni dei primi elettrodomestici. Sono le lavatrici e i frigoriferi Fiat. Furono prodotti nel secondo dopoguerra, per occupare le maestranze, nei duri tempi della ricostruzione, prima del «miracolo economico».

A tanto si aggiungono la ricostruzione di un’officina d’auto dei primi del Novecento e un tratto della catena di montaggio attiva alla Fiat Mirafiori negli scorsi Anni 50. E’ stato riallestito anche l’ufficio di Dante Giacosa, colui che progettò tutti i modelli Fiat, dalla 1400 alla 127 del 1971, comprese le memorabili «Topolino», Seicento e Nuova Cinquecento, che motorizzarono il Paese.

Il racconto si completa con una mostra di 40 fotografie, selezionate da Niccolò Biddau, con testi di Alberto Papuzzi. Mettono in luce uomini e stabilimenti Fiat, dal 1980 al 2010. Sono gli anni della svolta, dalla marcia dei 40 mila al recente scorporo dal quale sono nate Fiat Auto e Fiat Industrial.

Ieri la rassegna è stata visitata dal prefetto Alberto Di Pace. Accolto da Lodovico Passerin d’Entrèves e Filippo Pralormo, è stato accompagnato da Ugo Perone e Fiorenzo Alfieri, assessori alla Cultura di Provincia e Comune. Da domani si attende il grande pubblico. Fino al 27 novembre la visita gratuita sarà possibile ogni domenica, lunedì e martedì, con orario 10-13/15-19.”

di Maurizio Lupo, da La Stampa (12/02/2011)

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