Da San Salvario a San Paolo, passando per Borgo Dora. Procede dai quartieri popolari la battaglia del giovane Coppola per arrivare a Palazzo Civico, da quella che l’aspirante sindaco del centrodestra definisce «la Torino dimenticata, fatta di problemi quotidiani che incidono pesantemente sulla vita dei cittadini».

È la politica delle piccole cose, dell’attenzione alle periferie, che Michele Coppola rilancia per insidiare l’avversario Piero Fassino, in un sabato passato tra mercati rionali e negozi da un capo all’altro della città, stringendo mani, entrando nei negozi e facendo un’infornata di lamentele di ordinario disagio metropolitano. Serviranno a stilare l’elenco dei dieci impegni per dieci quartieri che ha promesso di portare avanti se sarà eletto.

Michele Coppola premette che «le grandi strategie sono importanti, si deve pianificare meglio il futuro» e che la città che ha in mente è «internazionale, capace di creare occupazione e di attrarre imprese e cervelli»; ma è sui problemi sotto casa che va a cercare il consenso. A Borgo Dora (dove è arrivato senza preavviso per evitare problemi di ordine pubblico) ha raccolto soprattutto una domanda di sicurezza: «A Torino Nord – dice – ci sono 300 mila abitanti che si sentono abbandonati. Non credevo si fosse arrivati a questo punto». Si indigna passeggiando al mercato di via Andreis («è completamente abusivo») e portando la sua solidarietà alle donne residenti che protestano contro i raduni degli squatter: «Non è questa la Torino in cui voglio che cresca mio figlio», osserva con il pensiero rivolto all’arrivo – a giorni – del primogenito Edoardo.

Quartiere che vai, problemi che trovi. Nel giro in via Madama Cristina e al mercato di corso Racconigi – luogo importante della sua geografia sentimentale: frequentava l’Istituto Salesiano San Paolo, a due passi – il candidato del centrodestra annota ogni sorta di richiesta. Alla domanda di essere i suoi «inviati speciali» nei quartieri, gli interrogati non esitano a mettere sul piatto anche le rivendicazioni apparentemente più spicciole o personali. Microcriminalità, parcheggi carenti, buche per strada, ambulanti insoddisfatti per l’assegnazione dei posti. Ma anche temi importanti, come il rischio di un depotenziamento dell’Ospedale Valdese a San Salvario: «Mi sono reso conto che non è solo un simbolo per gli abitanti, ma garantisce un servizio importante. Porterò le richieste dei cittadini in Regione». O la pedonalizzazione di corso Marconi, a cui i commercianti che incontra, e lui stesso, dicono no. «In questa città afferma Coppola – sembra diventata una colpa il fatto di avere una macchina e di usarla. Se Torino fosse esclusivamente turistica, potrebbe pure avere un senso, ma nel tessuto economico, industriale e commerciale la percorribilità delle strade è un fattore di competitività».

Il candidato in jeans e scarpe da ginnastica annota tutto scrupolosamente, segna numeri di telefono, allarga sorrisi e ascolta con attenzione ogni singolo cittadino che lo riconosce e lo ferma. C’è chi lo incoraggia, nella speranza di vedere «finalmente un volto nuovo, fresco». E c’è chi osserva che i suoi 37 anni potrebbero essere un limite: «Non sarà troppo giovane?». «A quarant’anni non si è giovani» risponde Coppola, sottolineando che ha già 11 anni alle spalle come consigliere comunale. «Guardate, ho i capelli grigi», scherza. Coppola ci crede, ribadisce che il suo obiettivo è arrivare al ballottaggio, e sui sondaggi del Pd che danno Fassino al 57% si concede ancora una battuta: «Io non avrei presentato un sondaggio il primo di aprile».

di Paola Italiano, La Stampa (03/04/2011)

1 Commento. Nuovo commento

  • Nel tessuto economico, industriale e commerciale di Torino corso Marconi è irrilevante.
    Nasce da corso Massimo d’ Azeglio e finisce in via Nizza, è lungo meno di un kilometro e l’ unico scopo che ha, ed ha sempre avuto, è quello di collegare il Castello del Valentino con la chiesa di San Salvario.
    Poi nessuno ha parlato di una pedonalizzazione completa, ma solo della carreggiata centrale.
    Io, personalemte, sono favorevole.

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