San Salvario è un crocevia di culture, storie, idee. Non è un caso che la sarda Maria Antonietta Macciocu e la fiorentina Donatella Moreschi si siano incontrate proprio qui. «Quattro anni fa, frequentando l’associazione Donne per la Difesa della Società Civile – spiega Maria Antonietta -. Anche Donatella, come me, aveva scritto poesie sul tema dell’immigrazione, così abbiamo deciso di metterle insieme. È nato il libello “Extracomunitudine”, che è diventato un prezioso strumento di dibattito e confronto sul territorio».

Erano diventate un tandem. Racconta Donatella: «Un giorno al Samambaia davanti a un caffè, ci siamo dette: perché non cimentarsi con un romanzo? Maria Antonietta pensava a un racconto al femminile ambientato nei giorni nostri; io volevo provare a raccontare la storia d’Italia attraverso gli occhi delle donne. L’incastro sembrava perfetto». Detto fatto. E trovato l’editore: Mediando, che ha proposto al duo di lavorare a un romanzo sull’Unità d’Italia. «L’editore pressava per leggere i primi capitoli – aggiunge Macciocu -. Ci siamo sedute al computer e Donatella ha scritto: “Teresa seppe della presa di Roma prima della sua famiglia”. Ci siamo guardate e ci siamo dette: e poi?».

È nato così «Petalie. Romanzo popolare sardo-piemontese», che segna l’esordio letterario di un’insegnante e una libraia, oggi in pensione. Una saga familiare tra Torino e la Sardegna, con un’appendice nella resistenza romana, che attraversa 150 anni di storia, raccontati da cinque generazioni di donne, forti, combattive, ben fotografate dal titolo. Petalia di Tokalon era una cipria molto in voga negli Anni ‘30 e ‘40; alla femminilità del cosmetico, si contrapponeva la figura della scatoletta, un ibrido tra lui e lei dallo sguardo beffardo: binomio perfetto per racchiudere quella femminilità dotata di personalità che si respira nella storia.

Dietro ogni pagina c’è un minuzioso lavoro di documentazione – «A volte per scrivere 3 righe, dovevamo leggere 3 libri!». Dai fatti storici ai cambi nella moda, dalle trasformazioni della società a quelle politiche. Le donne di Petalie attraversano la Resistenza e il ‘68, vivono i primi anni del Partito Comunista e tutte le sue evoluzioni successive.

E poi c’è un’altra protagonista: Torino. E San Salvario in particolare. Quartiere perfetto per raccontare le ondate migratorie. «Quando sono arrivata negli Anni ‘80, abbiamo cercato casa a San Salvario perché mi sembrava un quartiere molto interessante – spiega la Macciocu -. Aveva esaurito le problematiche della prima migrazione dal Sud Italia, era in atto un programma di recupero abitativo, era una zona tranquilla e vicina al centro. Poi all’inizio degli Anni ‘90 c’è stato un cambiamento traumatico: il quartiere si era trasformato in un supermarket della droga a cielo aperto. Certe parti del territorio mi sono state sottratte, soprattutto i negozi sotto i portici di via Nizza. Poi è iniziata un’altra trasformazione, quella che ha fatto di San Salvario il cuore multiculturale della città».

Com’era successo con il libello di poesie, anche «Petalie» rappresenta per Donatella e Maria Antonietta un’occasione per dialogare. Si preannuncia particolarmente interessante la presentazione di domani (ore 18) alla libreria Claudiana, con cui Alice Geymonat inaugura la nuova Sala Incontri.

di Luca Indemini, La Stampa (16/10/2011)

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