Arrivano alla chetichella. Il passaparola girava su Facebook da giorni: «Appuntamento alle 19,30 in largo Marconi, in sella alle due ruote, pronti per il flash mob». Appena hanno provato a scendere le scale della metro con la bici alla mano, gli uomini della sicurezza li hanno bloccati: «Di qui non si passa. La metropolitana è vietata ai ciclisti. Andate via o rischierete una multa salata».

È finita con un pacifico dialogo con gli uomini della Gtt (e qualche minuto di chiusura dei cancelli della stazione) l’azione dimostrativa di una ventina di bikers torinesi, che si sono ritrovati ieri per protestare contro le regole comunali che impediscono l’ingresso delle biciclette su bus, metro e tram.

L’innocua contestazione era programmata anche a Roma, Milano e Napoli. Un’iniziativa dallo spirito ecologico, per sensibilizzare le amministrazioni verso una mobilità integrata e sostenibile. «La nostra richiesta è semplice. Vogliamo poter caricare la bici sugli altri mezzi di trasporto – spiega Beppe Piras, di CiclofficinABC -, come già accade in molte città europee, da Berlino a Londra».

Le regole torinesi sono le più restrittive: non è concesso neppure il trasporto della bicicletta di sera, in carrozze speciali, o nei weekend, come ha deciso il capoluogo meneghino. «D’accordo a non ingombrare le scale, per ragioni di sicurezza, ma perchè non possiamo usare gli ascensori? chiede Piras – Se possono entrare passeggini e carrozzine, il posto c’è anche per le bici. Confidiamo in un dialogo con il Comune. Vinceremo la nostra battaglia».

di Letizia Tortello, La Stampa (05/07/2012)

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