A San Salvario c’è chi sogna una Torino più simile a Copenhagen, dove la bicicletta sia il veicolo più diffuso e dove si sviluppi una vera e propria cultura delle due ruote come quella danese.
Per passare dal sogno alla realtà, tre ragazzi hanno inaugurato la Ciclofficina Artigiana in via Ormea 19A che, oltre a manutenzione e assemblaggio, offre a noleggio anche alcuni veicoli «da trasporto» che arrivano proprio da Copenhagen. Per una casualità, allo stesso indirizzo in cui hanno aperto la loro attività c’era già negli Anni 70 proprio una bottega di biciclette. Una specie di ritorno al passato del quartiere, per proiettarlo nel futuro. «Sono stati residenti e commercianti di zona a raccontarcelo – spiega Marco Bolle, uno dei tre titolari della Ciclofficina – mentre stavamo rimettendo a posto i locali. Quando dicevamo che stavamo per aprire una ciclofficina, ci hanno rivelato che qui lavorava il “ciclista” Borello, ben 40 anni fa». Solo i più anziani ricordano la vecchia bottega: molti di più quelli che, con frasi allusive e sguardi maliziosi, hanno evocato il passato più recente del negozio, conosciuto, fino qualche tempo fa, come luogo di «ricevimento» di alcune prostitute. «Siamo finiti in un posto dalla storia molto lunga – dice ancora Marco -, ma la cosa più bella è che i vicini si sono fermati incuriositi e in molti ci hanno dato una mano nei lavori, dal vetraio al falegname: una bella accoglienza». E un inizio incoraggiante per chi ha deciso di cambiare strada nella vita e rimettersi in gioco. Marco Bolle, 31 anni, è laureato in economia e fino a poco tempo fa lavorava in banca; i suoi soci sono Luca Galliano, 21 anni, ingegnere ambientale, e Giorgio Fox, 25 anni, laureato in ebraico biblico. «Riparare due ruote era per noi un hobby. Ora è diventato un mestiere per l’insieme di due fattori: la difficoltà a trovare lavoro, ma anche la necessità di avere un’occupazione che non significhi solo uno stipendio a fine mese, ma sia anche un modo di vivere».

La Ciclofficina Artigiana nasce dall’esperienza maturata nell’ambito del progetto «Più spazio più tempo» in Borgo San Paolo. «Fu finanziata come iniziativa relazionale di quartiere da Comune, Circoscrizione 3 e Compagnia di San Paolo, ma già allora ci chiedevano di fare in modo che l’attività potesse proseguire oltre con le sue sole forze». Che è proprio quello che i ragazzi stanno facendo, scegliendo però di cambiare quartiere. «Le condizioni c’erano anche a Borgo San Paolo, ma ci è sembrato che San Salvario offrisse più opportunità di relazioni con altre associazioni e di sviluppo di progetti».

di Paola Italiano, La Stampa (20/03/2012)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Compila questo campo
Compila questo campo
Inserisci un indirizzo email valido.
Devi accettare i termini per procedere