Da tre milioni di investimento del progetto iniziale a poco più di settecento mila euro già spesi per interventi controversi. Bastano le nude cifre a rendere l’idea del drastico taglio che ha colpito i lavori di riqualificazione superficiale di piazza Carducci. E della bagarre che si sta scatenando sulle opere realizzate. «Palazzo Civico ha cancellato tre quarti della cifra preventivata per la nuova piazza: dove si doveva fare con quattro si è fatto con meno di uno». A lanciare l’allarme, cifre alla mano, è il coordinatore della commissione urbanistica e viabilità della Circoscrizione 9, Massimiliano Miano. A valutare e commentare gli effetti della massiccia sforbiciata ci pensano invece residenti, commercianti e frequentatori della zona. Il giudizio è unanime: pollice verso per piazza Carducci low cost.
I commercianti sono sul piede di guerra: «Quattro anni di lavori per la metropolitana hanno penalizzato tutti i negozi, ma il futuro non si prospetta meno difficile: la piazza oggi non è un luogo di ritrovo per la gente», dicono Bernardo Arpaia del bar Lowen e Maria Rosa Carè, commerciante anche lei. La lista degli arredi urbani assenti causa scarsità di risorse è lungo: rispetto al progetto iniziale, mancano in piazza cestini per i rifiuti, panchine, paletti dissuasori e due toret. Critiche anche alla viabilità: Enrico Zazzetta e Guido Bartolesi dicono: «La riqualificazione stenta a decollare. Rimpiangiamo la piazza di prima: il traffico era più scorrevole, oggi i parcheggi sono pochi e molti spazi sono ancora occupati da transenne e resti del cantiere».
Il problema principale è però il verde: «Trovare un filo d’erba non bruciato dal sole è un’impresa», dice Maria Teresa Agagliate indicando sconsolata i quasi duemila metri quadrati di aiuole spelacchiate e polverose. Non va meglio alle piante: dei sessanta bagolari piantati da due mesi già cinque sono morti, mentre i trenta tigli previsti per il viale alberato sono stati abbattuti, prima ancora che dal caldo o dai parassiti, dalla scure dei tagli di bilancio.
L’assessore comunale alla viabilità e trasporti, Claudio Lubatti, ammette le difficoltà, ma rivendica la buona riuscita della riqualificazione: «È vero, le aiuole non sono finite: stiamo valutando col settore Verde pubblico se è possibile piantare l’erba. Ma l’intervento sulla piazza rappresenta un buon compromesso tra le poche risorse e la necessità di renderla un luogo presentabile e vivibile». Sempre da Palazzo Civico arrivano le voci più scettiche sulla possibilità di rinverdire la piazza: «Non funziona il sistema d’irrigazione di aiuole e alberi realizzato dall’azienda che ha eseguito i lavori per Gtt – dicono secchi i tecnici del settore Verde – . Se le cose continuano così, gli alberi della piazza moriranno uno dopo l’altro».
Gli operai che da inizio giugno hanno preso in consegna l’impianto ne hanno già viste di tutti i colori sollevando i tombini appena montati: tubi di diverse dimensioni «incastrati» a forza l’uno nell’altro, perdite rattoppate con fazzoletti legati intorno alle condotte, rubinetti che sgocciolano in continuazione o sono a secco dal momento della posa. I funzionari del Comune stanno provando a rivalersi sulla ditta che ha realizzato senza cura l’opera perché si faccia carico delle riparazioni. Dovesse andare diversamente sarà Palazzo Civico ad accollarsi le spese, con il conto sfavorevole pagato ancora una volta dai cittadini: un quarto dei servizi promessi, al doppio del loro costo.
di Andrea Ciattaglia, La Stampa (30/08/2011)