Molti genovesi potrebbero apprendere con una certa sorpresa, nel nuovo studio torinese del pittore argentino Ernesto Morales, che la loro celebratissima Lanterna non è un pezzo unico. E’ più famosa, certamente, ma non è l’unica. Sostiene Morales che a Buenos Aires e a Montevideo ci sono due copie, molto simili all’originale. Morales lo sa perchè è nato a Buenos Aires ed è vissuto per un certo periodo nell’uruguagia Montevideo. E deve sentire la mancanza delle sue terre, come già accadeva ai genovesi, migrati in Argentina un paio di secoli fa, che si struggevano di malinconia per la loro Lanterna così lontana. E’ un “Ma se ghe penso” a rotte invertite l’opera che Morales espone nel suo studio di via Goito, quasi all’angolo con via Berthollet, crocevia torinese di tutti i continenti. Morales usa la Lanterna, quella originale, ma non l’unica, come punto d’approdo delle sue mucche volanti e marinaie: perché nei quadri della serie Tiempos Migrantes a qualcuna di queste “vacas” sono spuntate le ali, mentre altre navigano su barchette bianche trainate da un uccelli migratori. La serie è stata realizzata proprio a Genova, ma la Lanterna qui accennata è soltanto un’icona delle tre esistenti al mondo: un luogo e tanti luoghi, Genova e altre città al di là dell’Atlantico.

“Una metafora, un sogno – non esita a spiegare Morales – Le mucche servono a rappresentare un paradosso: sono animali stanziali, mi ricordano un po’ l’Argentina. In senso anche un po’ onirico, viaggiano trainate da questi uccelli, golondrinas, le chiamiamo noi. Sono le rondini, migranti quindi”. Il viaggio la memoria e poi il sogno, come dire, nella monocromaticità dei toni del verde e del blu.
Auspice la gallerista torinese Raffaella De Chirico, domani (oggi, ndr) verso le 18 Morales inaugura il suo nuovo studio (prima lo aveva di fronte al Valentino, ma dice che c’era troppa umidità per i suoi quadri), ricavato dalla faticosa ristrutturazione di un magazzino di cortile. Ernesto Morales è un pittore dei Due Mondi, ha esposto in Europa e nelle Americhe, è videomaker e professore di Estetica, ma ha fissato l’ombelico del mondo dei suoi sogni al numero 17 di via Goito. Anche i profani potrebbero apprezzare.

di Roberto Orlando, Repubblica (11/12/2011)

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