E’ un miracolo. Di quelli molto terreni, non ci sono enigmi da svelare: lo rendono possibile ogni stagione i tanti volontari che pensano la cultura sia qualità della vita. La risposta arriva rapida dalla voce di Davide Livermore, il direttore artistico del Teatro Baretti che ha appena concluso la presentazione-spettacolo del cartellone. Da dieci anni ricopre il ruolo, a zero stipendio: «Io ho la fortuna di mettere in scena le opere nei teatri del mondo, e per quello guadagno. Al Baretti faccio volontariato culturale». Occhio, non è questo pensiero fuori dal tempo e dalle abitudini «il miracolo», ma il fatto che il teatro di San Salvario, dopo dieci anni dal cantiere di apertura, regga e continui a proporsi con progetti di ampio respiro, di ricerca, con idee artistiche sempre più allergiche alle etichette di genere.

Un risultato celebrato ieri durante il racconto programmazione, con gli attori Sax Nicosia e Max Judica Cordiglia, che ha in un paio di punti la sua forza: in un anno, a tutte le offerte dello spazio in via Baretti 4 – quindi cinema, teatro, musica classica e contemporanea, opera, performance – intervengono oltre 17 mila spettatori; e il costo di questa edizione da 16 titoli, di cui 13 vedono il Baretti produttore o coproduttore, è di qualche decina di migliaia di euro. Parola di Livermore. Effettivamente, ha del miracoloso. «Gli artisti vogliono venire sul nostro palcoscenico, e lo fanno a costi ridottissimi. Perché è un impegno, un impegno politico» ha proseguito il direttore. Un «paradiso» ma con motivazione: «Il Baretti è un presidio culturale. Questa non può essere certo una prassi della cultura».

Un presidio, ecco la parolina magica. Cresciuto con il territorio, «diventato tessuto con i cambiamenti di San Salvario» ha detto il nuovo presidente dell’Associazione, Marco Vernetti. «Un luogo dove i ragazzi possono fare formazione d’arte varia». Una gran famiglia che inventa per questo anniversario il cartellone «2012 – La fine del mondo»: al via domani alle 21 con «La notte della tampa lirica». Prima produzione interna ispirata, e ripresa dopo il successo dell’anno scorso, alle atmosfere da osteria con cibo, buon vino e repertorio operistico.

Confermata la collaborazione con il Teatro Stabile, che dal 15 al 20 novembre porta al Gobetti la «prima» di «Italoamericana» di Francesco Durante. Tratta dal suo omonimo libro: «Duemila pagine sulla letteratura e le pubblicazioni dei migranti nelle Little Italy d’America dal 1876 al 1943» ha raccontato l’autore. La particolarità sta nel primo tentativo italiano, e probabilmente europeo, di dare una simulazione oleografica di alcuni personaggi, grazie alla sperimentazione del video designer Paolo Gep Cucco. Che il 18 lascerà la scena, alla mezzanotte, alla performance poetica di Robert Viscosi «Orazione sulla morte più recente di Cristoforo Colombo».

E’ un radiodramma quello di Rosa Mogliasso, «Non ho altre domande», il 1 dicembre, sui disagi, «quelli che si sentono nelle telefonate dei programmi del mattino» ha spiegato l’autrice, mentre sono due le proposte del quartetto d’archi Xenia Ensemble: il 2 con «X Happy Birthady EstOvest» e il 9 con «150 x 3. Tre anniversari rivisti» con l’esibizione del tenore e attore Davide Livermore. Nel progetto fuori dalle categorie di genere, compare dall’11 al 13 gennaio la Lectio magistralis della scrittrice fantasy Silvana De Mari «Io mi chiamo Yorsh»; la quarta edizione della maratona musicale «Mozart Nacht un Tag» dal 21 al 22 gennaio, ormai consacrata ad evento, come pure il «Play with Food 3» con le arti performative di Cuochivolanti e Cuochi Lab il 29 e 30 marzo.

Uno studio su Jean Jenet per il Mulino di Amleto e Teatro degli Appesi, «Sorvegliati» a febbraio, che anticiperanno la loro presenza già a dicembre con un autore decisamente meno noto, Rodigro Garcia, e il testo «Dovevate rimanere a casa, coglioni». A marzo, sotto la regia di un irrefrenabile Livermore, «Le roi s’amuse» di Victor Hugo, censurata opera celebrata da Verdi nel Rigoletto. C’è l’idea di Olivia Manescalchi sulla morte, «peso sociale» oltreché evento personale, a aprile con «Il funerale» a aprile. E quest’anno le proiezioni, sono 22, delle opere liriche diventano rassegna: «B.O.H. Baretti Opera House» da gennaio. Il «miracolo» non ha potuto però evitare che il Baretti, viste le poche risorse, sia stato costretto a aumentare i prezzi dei biglietti: interi 10 euro, ridotti 8. Abbonamento a 4 spettacoli: 24 euro. Per la rassegna «B.O.H.!»: interi 4 euro, ridotti 3. Per lo spettacolo «Italoamericana» al Gobetti saranno distribuiti voucher per l’acquisto di biglietti al prezzo di 9 euro, al Teatro Baretti (via Baretti 4; tel.: 011/655187). Sarà gratuita la maratona mozartiana a gennaio.

di Tiziana Platzer, La Stampa (10/11/2011)

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