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“Non c’ è pace per i giardinetti di via Giuria”


di Massimiliano Peggio, La Stampa (29/06/2011)

“Piazza Nizza, via l’orto arriva il prato fiorito”
(e forse anche in piazza De Amicis)


Un lato di piazza Nizza si appresta a cambiare volto e a trasformarsi in un’aiuola fiorita, in attesa che arrivi la tanto attesa riqualificazione definitiva. Dalla fine dei lavori nella piazza dal lato della ferrovia è rimasto soltanto un brullo rettangolo di terra, usato come area cani. Solo recentemente un gruppo di cittadini ne ha ritagliato una porzione per farci un orto. Nelle prossime settimane però inizieranno i lavori per trasformare il terreno incolto in un’aiuola fiorita e anche l’orto dovrà andarsene. In un futuro un po’ più remoto, con la riqualificazione, arriveranno anche nuovi posti auto come più volte richiesto dagli operatori mercatali di corso Raffaello.

Sembrano invece destinate a restare senza un futuro preciso le aiuole di piazza De Amicis dove le sterpaglie crescono indisturbate. Una soluzione però ci sarebbe, come spiega il presidente della Otto, Mario Cornelio Levi. “I commercianti della piazza e della via potrebbero ‘adottare’ le aiuole e curarne magari la manutenzione – propone – non so se sia possibile ma lo verificherò e ne parlerò con l’associazione commercianti”.

di Alessandro Porro, alexporro.wordpress.com (28/06/2011)

“Continua la protesta dei mercatali contro la direttiva Bolkestein. Ieri occupata Porta Nuova”

(Link Fotogallery La Stampa)

Porta Nuova, dopo Caselle. La protesta dei venditori ambulanti contro la direttiva Bolkestein ieri si è spostata dal mercato di corso Cincinnato a corso Vittorio, davanti alla stazione. La manifestazione ha creato un altro maxi-ingorgo in centro. Con furgoni, camioncini e auto, circa trecento mercatali hanno bloccato dalle 17, per ore, gli accessi tra corso Re Umberto, via Sacchi e piazza Carlo Felice. La presenza in forze della polizia ha evitato per un po’ che il blitz paralizzasse anche il traffico ferroviario, ma intorno alle 20,15 gli ambulanti (un centinaio) hanno conquistato pure i binari causando diversi ritardi ai treni. Se ne sono andati solo un’ora abbondante più tardi.

«Ci scusiamo con i cittadini e con i nostri clienti per questi disagi – dicono i promotori dell’iniziativa “a oltranza” e “a sorpresa” -, ma è l’unico modo che abbiamo per attirare l’attenzione sul gravissimo problema che denunciamo da oltre un anno e che mette a rischio il nostro lavoro».
Dietro quel cognome ormai pronunciato bene da tutti (Bolkestein), c’è il fatto che alla scadenza della concessione (dieci anni per Torino, con un primo grosso stop nel 2015), questa verrà messa al bando.
Prima obiezione degli ambulanti: «Noi l’abbiamo conquistata col sudore o acquistandola a cifre considerevoli, molti hanno acceso mutui trentennali per pagarla, abbiamo gli atti notarili che attestano la proprietà. Può andare all’asta un’attività che è nostra? È il futuro dei nostri figli, la nostra liquidazione», urla Pino, uno degli organizzatori, armato di megafono.
Secondo rischio: «In caso d’asta – aggiungono – arriverebbero le grandi catene commerciali, e noi, oltre alle attuali tasse, finiremmo per dover pagare l’affitto a loro».

Altra osservazione: «Anche l’utente ci perderebbe, si troverebbe prezzi dettati da un mercato monopolizzato. Lo stesso tessuto sociale ne risentirebbe, senza punti di aggregazione condotti in modo familiare». Sono 14.500 gli esercenti nei mercati torinesi, circa sessantamila con dipendenti e collaboratori. Si calcola che in Italia siano un milione e mezzo le persone che vivono di questo lavoro.
«Ci sentiamo abbandonati dalle istituzioni – proseguono -. Le associazioni di categoria non ci tutelano, i partiti tranquillizzano ma mancano gli impegni scritti che garantiscano i nostri posti di lavoro e il valore delle attività».
E la scadenza del 30 giugno per la Verifica Annuale Regolarità Contributiva Ambulanti (Vara), che comprende anche il Durc? Non c’è chi ha il problema di dover pagare in un botto solo gli arretrati di Inps, magari di anni? «Non c’entra nulla – spiegano -: le tasse le paghiamo tutte. Anzi, siamo i primi a volere che tutti le paghino per evitare concorrenze sleali tra noi».
La coincidenza delle proteste con le scadenze fiscali, assicurano, «è casuale: guardiamo con speranza a una riunione governativa a Roma, il 5 luglio». L’ipotesi su cui stanno lavorando gli europarlamentari italiani è che i mercati rionali siano esclusi dalla direttiva Bolkestein in quanto, specie per i Paesi del Sud Europa, ci sono «spazi illimitati» per i venditori ambulanti, e dunque da non assegnare attraverso bandi.

In questa direzione si sono mossi e sono attivi i sindacati del settore, ma il movi mento spontaneo che ha occupato lo scalo di Caselle e Porta Nuova dice «no alle associazioni, vogliamo essere solo ambulanti». In ogni caso la tensione resta alta. L’assemblea di corso Cincinnato è stata movimentata, il blitz di Porta Nuova di ieri ha causato un’altra giornata di disagi. Molti passanti e passeggeri hanno pensato a una protesta contro la Tav: hanno scoperto invece quella degli ambulanti e quello strano cognome, Bolkestein.

di Luciano Borghesan, La Stampa (30/06/2011)

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