Due articolo sul quartiere, uno che parla di Barriera di Milano citando i processi di recupero in atto a San Salvario e Porta Palazzo, l’ altro sull’ appello degli Azzurri Italiani per salvare l’ Ospedale Valdese.

Il Comune ripulirà le facciate della Barriera di Milano

Qualche anno fa, quando fu pensato, ai più pareva un azzardo. Si trattava di convincere l’Unione europea che i fondi stanziati per riqualificare gli spazi pubblici potessero essere usati anche per rimettere in sesto le facciate dei palazzi degradati, che sono sì proprietà privata però si affacciano pur sempre sullo spazio pubblico.

E si trattava anche di convincere centinaia di proprietari di alloggi in edifici a brandelli, molti dei quali nemmeno erano disposti a pagare le spese condominiali o affittavano mansarde fatiscenti a prezzi da capogiro, a sborsare 10 o 20 mila euro per rimettere all’onore del mondo gli esterni delle case. Un azzardo, appunto. Però ha funzionato. Tanto è vero che, dopo Porta Palazzo e San Salvario, il Comune ha deciso di provvedere al recupero delle facciate più disastrate dei palazzi del cuore di Barriera Milano. L’istruttoria è aperta: nelle prossime settimane i tecnici dell’assessorato alla Rigenerazione urbana passeranno al setaccio il quadrato tra via Sesia, via Santhià, via Cherubini e corso Giulio Cesare. Poi decideranno su quali immobili intervenire.

Il meccanismo sarà lo stesso che sta contribuendo alla rinascita di San Salvario e ha messo in moto il recupero di Porta Palazzo: l’intuizione di applicare la legge del 1978 sui piani di recupero obbligatorio, dimenticata da tutti, e finora applicata soltanto sugli insediamenti industriali, mai nelle città. In meno di sei anni, imponendo ai proprietari degli immobili di mettere mano alle facciate e contribuendo fino al 20 per cento dei costi totali, il Comune (insieme con The Gate e l’Agenzia di sviluppo di San Salvario) è riuscito a intervenire su tredici condominii di Porta Palazzo, divisi in cinque lotti, tra corso Regina Margherita, via Cottolengo, via Noè, via La Salle, piazza don Albera. Totale: oltre un milione stanziato da Palazzo Civico, altri 3,8 dai proprietari degli alloggi. A San Salvario i lavori sono in corso tra via Nizza e via Saluzzo: nove palazzi individuati, contributo per mezzo milione a fronte di spese per 2,5 milioni.

A guardarli adesso, ora che le impalcature dei cantieri sono state rimosse, sembra di vedere un’altra città. Dai palazzi della vergogna la gente – che per anni se l’era data a gambe – non fugge più. «Abbiamo concesso incentivi graduali, che andassero a premiare quei residenti che nel corso degli anni avevano lottato per non lasciar cadere nel degrado i loro condominii», spiega l’assessore Ilda Curti, che ha diretto il progetto. «I contributi più alti sono andati ai proprietari di prima casa e ai residenti. Poi agli inquilini con contratto d’affitto in regola. Ai proprietari che avevano contribuito a creare il degrado, invece, non è stata concessa nessuna agevolazione. Questo ha permesso di costruire una sorta di alleanza con la parte “sana” dei condomini».

Il risultato? In corso Giulio Cesare 6, ad esempio, – sede della moschea della Pace in attesa del centro di preghiera di via Urbino – i residenti hanno speso 1,3 milioni di euro, 15-20 mila per ciascuno dei cento alloggi. E hanno pagato tutti, compresi i ras delle soffitte, che affittavano a disperati, spesso stranieri, tuguri a 300 euro al mese a persona.

di Andrea Rossi, da La Stampa (31/03/2011)

Azzurri Italiani: “L’ Ospedale Valdese non si tocca!”

Al coro di voci del nuovo partito si unisce anche Valerio Liboni, il cantante dei Nuovi Angeli. E lanciano insieme anche loro una petizione popolare.
«L’Ospedale Valdese merita di essere salvato, punto e basta. E non è certo una questione di voti, qui. La sanità è argomento primario, super partes rispetto alla politica: e pertanto non è barattabile con una manciata di schede elettorali». Così esordisce Giacinto Marra, Presidente e Fondatore degli Azzurri Italiani nonché Candidato Sindaco per Torino 2011. «Non è possibile privare un intero quartiere di una struttura sanitaria di primaria importanza quale quella di San Salvario», prosegue. Aggiunge invece Paola Bonamico, Segretario Politico degli Azzurri Italiani: «Sono testimone del valore intrinseco delle cure del Valdese, così come della sua organizzazione pronta ed efficiente. Come donna e cittadina sottolineo il fatto che l’attuale giunta regionale ha il dovere – morale prima che politico – di dare risposte concrete e prodigarsi affinché sul futuro di questo ospedale non gravi una pesante ipoteca». Conclude invece Giacinto Marra: «Il Valdese appartiene a tutti, indistintamente. Difendiamolo insieme. Noi sosteniamo infatti la petizione popolare della gente del quartiere già in atto a livello spontaneo nei vari bar e locali pubblici». E lancia l’invito: «Doverosa dunque la mobilitazione collettiva della città tutta in tal senso. A partire dal prossimo weekend anche presso i nostri gazebo sarà possibile sottoscrivere l’appello pubblico per impedire lo smantellamento dell’ospedale, della cui consegna presso i competenti uffici comunali e regionali mi farò personalmente carico»., conclude Marra. Gli fa eco Valerio Liboni, torinese doc, cantante e leader dei Nuovi Angeli, storico gruppo del pop italiano. «San Salvario senza il Valdese è come Pisa senza la Torre. Lo considero un’eccellenza di questa città in fatto di sanità», spiega l’artista. «Lodevole e concreta l’iniziativa degli Azzurri Italiani: andrò a firmare personalmente presso il loro gazebo», dichiara. «Da anni mi avvalgo della professionalità e la cordialità dei medici di questo ospedale, e li ringrazio tutti in prima persona per l’elevato livello di specializzazione. Devono restare al loro posto, non si discute».

Maurizio Scandurra
Ufficio Stampa per AZZURRI ITALIANI

da piemontepress.it

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