Alcuni articoli fra i tanti apparsi recentemente sul nostro quartiere:

Ambiente: anche Torino festeggia la Settimana europea della mobilita’ sostenibile

Stimolare i cittadini ad essere protagonisti di un cambiamento di stile di vita e ad agire in prima persona per contrastare gli effetti dell’inquinamento da traffico motorizzato e migliorare la qualita’ dell’aria in citta’. E’ questo lo scopo della Settimana Europea della Mobilita’ Sostenibile ‘In citta’ senza la mia auto’ che si svolgera’ anche a Torino dal 16 al 22 settembre In particolare il 22 settembre, si festeggera’ la Giornata europea ‘In citta’ senza la mia auto’, giornata alla quale il capoluogo piemontese ha aderito chiudendo al traffico per l’intera giornata il quartiere di San Salvario che per l’occasione ospitera’ numerose iniziative di sensibilizzazione per favorire stili di vita sempre meno inquinanti.
“La manifestazione quest’anno si e’ arricchita di stimoli e opportunita’, coinvolgendo in modo eterogeneo territori, interessi, persone – spiega l’assessore alla Sostenibilita’ ambientale, Enzo Lavolta – siamo usciti dal Centro citta’ per coinvolgere San Salvario, un quartiere sensibile ai temi ambientali e oggetto di una significativa riappropriazione da parte dei cittadini e dove sarabato saranno sperimentate la consegna gratuita, con l’ausilio delle agenzie di pony express a pedali, della spesa a domicilio e degli sconti concessi a tutti coloro che si recheranno in negozio a bordo di una bicicletta”.
Domenica, poi, ci sara’ per tutti la possibilita’ di viaggiare gratis sui mezzi Gtt, mentre per la metropolitana sara’ sufficiente un solo biglietto per l’intera giornata. “La citta’ di Torino, a testimonianza dell’impegno sulle tematiche della mobilita’ sostenibile, ha predisposto una settimana ricca di appuntamenti per comunicare ai cittadini le varie iniziative in campo – aggiunge Claudio Lubatti, assessore alla Viabilita’ – e la giornata del trasporto pubblico locale e’ la dimostrazione che l’amministrazione crede nella qualita’ del servizio pubblico erogato nonostante la diminuzione delle risorse stanziate dalla Regione Piemonte”.

da libero.it, (11/09/2012)

Quartiere senza biblioteca. Il Comune non allaccia la luce

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da La Stampa, (08/09/2012)

L’Asai, la ricetta di San Salvario per l’integrazione

[clicca sull’immagine per ingrandire e leggere l’articolo]

Repubblica, (12/09/2012)

Il Bronx dietro a Porta Nuova “Così non si può più vivere”

Il giorno dopo la rapina alla gioielleria G&D, in via Nizza nessuno sembra stupito: «Ormai siamo abituati qui. La zona è completamente abbandonata a se stessa. Ne succedono di tutti i colori». Lo dicono un po’ tutti, commercianti e residenti, e lo ripete anche Alberto Binello. Insieme con la madre Marisa gestisce lo storico negozio di elettricità distante non più di cinquanta metri dalla G&D. Binello ce l’ha con il degrado, con le cartacce lasciate per terra da chissà chi, con gli ubriaconi che presidiano ogni giorno quella zona e finiscono per fare a botte, magari ferendosi con le bottiglie rotte. Per non parlare poi di quanto successo un anno fa. «Una ragazza di colore ci è piombata dentro il negozio – racconta – Dietro di lei, c’era un’amica con cui stava litigando che la inseguiva con un cacciavite recuperato su uno dei nostri scaffali. Si sono infilate nel magazzino e non sapevamo più come tirarle fuori».Aggiunge: «Non possiamo aspettare che ci scappi il morto per agire, contro questa situazione bisogna fare qualcosa subito».

I balordi
Ma di storie di degrado e disagio sociale, nell’area che si apre subito dietro Porta Nuova, ce ne sono di nuove ogni giorno. Chi lavora lì da tanti anni consiglia di non tirare mai giù le serrande da soli a fine giornata. «Uno deve stare lì a controllare perché i balordi del quartiere ti aspettano e non ci vuole niente a tirarti un calcio, gonfiarti di botte e portarti via tutto quello che hai guadagnato» sussurra Nilo Diaz, titolare di un’agenzia di money transfer che si trova sotto i portici di via Nizza. Per tutti è proprio quello il punto peggiore di tutta la zona. Il «Bronx» lo chiamano senza tanti giri di parole. Sarà per questo che molte attività hanno chiuso e nessuno si fa avanti per rilevarle.

Federica Calò, proprietaria del Postalbar, se la prende soprattutto con le prostitute che entrano nella sua caffetteria non appena vedono passare la pattuglia della polizia. «Con il tempo, però, hanno capito – sottolinea – Se sono clienti, se prendono anche solo un bicchiere d’acqua, sono le benvenute. Ma nascondersi qui, no». Qualche mese fa a barricarsi dentro il locale sono stati invece i clienti stessi. «Dall’altra parte della strada c’era un ubriaco che lanciava pezzi di bottiglie rotte», spiega. Ma di piccoli episodi di questo genere, Federica ne conosce davvero tanti. Spesso capita che i tossici le chiedano soldi. A tenere una pistola in un cassetto, però, lei e il fratello, non hanno mai pensato. «Dovremmo prendere il porto d’armi. Meglio di no. Se ci sono dei problemi chiamiamo la polizia. Ormai ho perso il conto di quante volte l’ho fatto».

La metro
Altra opinione comune è che qui la situazione sia peggiorata da quando la linea 1 della metro è stata prolungata fino al Lingotto: i passaggi di persone, auto e mezzi pubblici – e con essi anche gli incassi dei commercianti – sono crollati. Per contro il malessere di chi abita nel quartiere ha ormai raggiunto il limite. «Trent’anni fa questa era una zona signorile», ricorda Annalisa Marletta da dietro il bancone della sua pasticceria. Ora, invece, la chiamano il «Bronx».

di Lorenza Castagneri, La Stampa (09/09/2012)

Minaccia di darsi fuoco dopo lo sfratto

Un algerino di 57 anni residente a Torino ha minacciato di darsi fuoco, cospargendosi il corpo di benzina, per impedire di venire sfrattato. È stato convinto a desistere dopo l’intervento di polizia, vigili del fuoco, ambulanze del 118 e funzionari del Comune. L’episodio è avvenuto al quarto piano di un palazzo del quartiere San Salvario, non lontano dal centro cittadino, all’interno del quale l’uomo, che è stato poi condotto in ospedale, aveva risieduto fino a oggi.

da La Stampa (12/09/2012)

La Stampa ha una nuova sede

Dopo 44 anni il giornale cambia casa, da Via Marenco 32 si sposta in Via Lugaro 15. Una nuova sede, uno spazio aperto, trasparente, a cerchi concentrici. E’ il modo per rispondere meglio alle sfide di un mondo dell’informazione, e non solo, che cambia attorno a noi.

Da oggi siamo nella nostra nuova casa di via Lugaro 15, cuore del quartiere Nizza, a poche centinaia di metri in linea d’aria dalla nostra vecchia sede di via Marenco 32, dove il giornale ha abitato per quarantaquattro anni.
Bianca, trasparente, avveniristica. Ma con l’anima ben ancorata alla tradizione «La Stampa», il quotidiano dei torinesi. Insieme con i giornalisti da oggi si trasferiscono anche tutti i servizi legati al giornale. Dalla Publikompass a «Specchio dei tempi», lo storico spazio riservato alle lettere dei lettori inventato dall’ex direttore Giulio De Benedetti nel 1955. In più, aperti al pubblico, ci sono un coffee-lab Costadoro e il museo del giornale. Anche l’indirizzo per inviare posta cartacea ai giornalisti, naturalmente, cambierà e sarà via Lugaro 15, 10126 Torino.
Per le e-mail dei giornalisti resta tutto come prima. Identico anche il numero telefonico: 011/6568111.

Per altre info: La Stampa

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