Siamo tornati!!! Dopotutto San Salvario ci mancava, 20 giorni senza sono tanti! Ho avuto poco tempo per scorrazzare in giro ma sui giornali ho letto alcune notizie del quartiere.

Ad inizio agosto c’è stata una specie di “retata” nel famigerato palazzone di via Ormea, quasi angolo corso Bramante, che da anni ospita prostitute e clienti.
Via Ormea è notoriamente famosa, come altre vie o corsi del quartiere, per l’ ampia offerta di prostitute, dell’ est o non, dalla mattina alla sera.

Ecco l’ articolo de La Stampa:
“Alle due del mattino di ieri sono tutti davanti al 164 di via Ormea. Carabinieri, due autopompe dei vigili del fuoco, un’ambulanza. C’è voluta la telefonata al 113 di Marlene per provocare un’irruzione nella roccaforte della malavita a San Salvario. E’ notte fonda quando la donna richiama l’attenzione su un appartamento al terzo piano: dentro c’è una sua amica che sta male, forse per effetto di droghe. Partono le ricerche. Carabinieri e vigili col piede di porco tentano di sfondare una porta. Ma è quella sbagliata, perché il 164 non è un palazzo ma un labirinto, con le sue cinque scale.

Dall’atrio, si affaccia una coppia di condomini: «I lampeggianti qui si vedono solo in caso di tragedie. Questo palazzo va disinfestato. E’ pieno di prostitute che ricevono in casa, altre adescano in strada». Un via vai continuo, raccontano i vicini alla finestra, molto attraente per «le ombre», gli spilungoni che piantonano gli incroci di via Ormea e spacciano cocaina. Nella notte senza luna di ieri, una vedetta arriva fino all’angolo di via Menabrea. Poi avvisa gli altri che non è aria.

I carabinieri sono troppo indaffarati per accorgersene. Andrea, il capo pattuglia, urla alla centrale operativa: «Busso a tutte le porte ma non risponde nessuno, qui ci sono solo prostitute. Chi è questa che ha chiamato? Dove sta?». Finisce che la vanno a prendere in via Nizza. Marlene arriva con una bambina piccola. Aiuta carabinieri e vigili a trovare la sua amica, che viene portata via dagli infermieri, mentre all’angolo Elena e Simona si lamentano.

Romene, una alta e una meno, la prima sopra l’abitino nero ha una borsetta dalla tracolla dorata come i tacchi; l’altra nasconde fianchi più larghi sotto una gonnella scozzese. Propongono di continuare la notte in tre per 50 euro. «Ad agosto ci sono pochi clienti, abbassiamo i prezzi». Mentre i carabinieri sono al lavoro, altre prostitute portano nel palazzo i clienti adescati più in là.

E’ una piccola impresa questo 164. Elena e Simona, all’angolo sotto il palazzo, hanno avuto la serata rovinata dai lampeggianti. Solo un tale si avvicina: «Ma quello è uno scemo che ci segue sempre». E si capisce che conoscono a memoria le figure della notte, le macchine da evitare. Infatti, i clienti preferiti sono i vecchietti che vanno a piedi. Il loro è un mestiere antico ma pericoloso.”

Oltre a ciò si è scatenata una “guerra delle sedie”.
Da tempo oramai in piazza Saluzzo è stato posto un’ arredo mobile, consistente in un po’ di sedie colorate ed un tavolo.
Con sopra scritto: Usala ma non portarla via – Per Amiat: Non è un rifiuto.
Beh queste sedie, a quanto pare diventate famose, sono state al centro delle polemiche di questo agosto. Lega Nord e altri ne volevano la rimozione, perchè la gente bivaccava. Il nemico di ora sono i profughi e gli altri rifugiati che, stazionando in piazza Saluzzo, danno fastidio. Ora, non c’ ero in questi giorni, ma se bivaccano e stanno lì, non ci vedo nulla di male: certo che se distruggono, saccheggiano e violentano, allora le regole son uguali per tutti.

(foto da: http://fsrr.org/arthunters/)

In tutta risposta a questa guerra, piuttosto inutile, su La Stampa oggi è uscita un’ intervista all’ Assessore all’ Arredo Urbano Ilda Curti, che difende le sedie e promette una futura pedonalizzazione di largo Saluzzo.
Ecco di seguito l’ articolo:

“Doppia vittoria per San Salvario, o meglio, per quei residenti che vogliono un quartiere aperto, tranquillo e tutto da vivere. Il Comune non solo farà in modo che le sedie-simbolo di largo Saluzzo tornino al loro posto, ma farà di più: trasformerà quello spicchio ottocentesco in isola pedonale. «Così com’è nel suo Dna, stando alla voglia di vivere quella piazzetta dimostrata dagli abitanti» ha spiegato ieri l’assessore all’Arredo Urbano Ilda Curti. In realtà, all’ipotesi di trasformazione di largo Saluzzo in isola pedonale Palazzo civico sta lavorando già da qualche mese. Il motivo è semplice: tutti desiderano che le auto vengano eliminate, dai commercianti ai residenti. Quando si realizzerà? Entro fine anno partiranno i lavori, sempre che i fondi per la realizzazione del progetto vengano fuori rapidamente.

Ma torniamo alle sedie. L’assessore Ilda Curti che ha sempre visto con favore quel mobilio di fortuna, lancia un’idea a chi vuole che quelle quattro sedie azzurre tornino presto in largo Saluzzo.

Allora assessore c’è speranza di rivedere in quella piazzetta le seggiole azzurre «patrimonio dei passanti».
«Premesso che i vigili urbani hanno soltanto fatto il loro dovere sequestrando questi mobili dal momento che l’occupazione del suolo pubblico va autorizzata e i regolamenti vanno rispettati, un modo per rivedere quella poetica mobilia in largo Saluzzo c’è. Basta chiedere un’autorizzazione al Comune, noi gliela daremo a costo zero».

Ma non le pare che questo «passaggio istituzionale» tolga spontaneità a quell’intervento? Le seggiole piacevano perché erano come l’hanno definito alcuni un attacco d’arte…
«Lo capisco, ma le regole vanno rispettate anche per le opere d’arte se inserite in un contesto pubblico. La sostanza comunque non cambierà, anzi, queste sedie, una volta che largo Saluzzo si trasformerà in sola pedonale più residenti sono invitati a portare le loro sedie in mezzo a quegli alberi, una città che vive in questo modo i propri spazi è una città viva, aperta, e senz’altro più sicura, checché ne dica la Lega Nord».

Dall’ufficio del Carroccio incastonato proprio in largo Saluzzo fanno solo notare che di notte, quel salotto all’aperto era diventato un po’ rumoroso, e questa tesi è condivisa anche da don Gallo.
«Sì ma è una tesi che non mi convince. Se questi signori non gradivano gli ex profughi di via Asti seduti su quelle sedie avevano solo da sedercisi loro per primi. E poi non mi pare che il fatto di chiacchierare a voce un po’ alta, nelle sere d’estate costituisca chissà quale problema. Oppure vogliamo arrivare a vietare così com’è successo a Vicenza l’uso delle panche a chi ha meno di 70 anni? Perché alla Lega piacciono provvedimenti come questo, come per esempio vietare ai cani di abbaiare dopo le 22, altro provvedimento preso da un esponente del Carroccio. Poi me lo lasci dire, soltanto dieci anni fa a San Salvario i giornali titolavano “Voglia di spranga”, oggi il massimo problema riguarda queste sedie, mi sembra che di strada nella direzione della tolleranza ne abbiamo fatta».

In effetti. Ma adesso dove si trovano, fisicamente, quelle sedie? Saranno finite in discarica?
«Non lo so, ma non credo proprio. Penso che si sia trattato di un semplice sequestro. In ogni caso si tratta di mobilia strappata già una volta al cassonetto, se c’è la voglia di rimettere qualche sedia, si fa in fretta a trovarne di nuove, si fa per dire, dentro alle cantine o in soffitta: gli si dà una bella mano di vernice e via».”

2 Commenti. Nuovo commento

  • l’ho notato anch’io il viavai al 163 di via ormea, se devo dire la verità mi sembra incredibile che una così sia possibile e che non ci siano controlli regolari… so bene che la prostituzione in sé e per sé non è reato, e so bene che il fenomeno è difficilmente controllabile (mi sono laureato su una tesi sulla sicurezza urbana 🙂 ma so anche che non è tecnicamente possibile che tutte quelle ragazze abbiano i documenti in regola, che gli affitti siano tutti regolari e che, indagando, non si possa comprendere chi gestisce davvero il traffico… sui pusher, poi, la faccenda è ancora più palese…

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  • Ciao destinos e grazie per il commento!
    Il 163 è ben conosciuto in zona.
    3 o 4 anni fa, parlando con gente del posto, me l’ avevan indicato come una specie di bordello ben radicato. Il problema è che questo tipo di fenomeni sono conosciuti dalle forze dell’ ordine ma tollerati. In tutta Italia la prostituzione è “tollerata”.
    E il 163 non è l’ unico stabile a San Salvario. Lungo via Ormea ve ne sono altri adibiti a questa funzione, per non parlare di via Nizza. Poi, quando succede qualcosa di grave, allora scoppia lo scandalo.
    La soluzione purtroppo la conosciamo tutti, ma la legge lo vieta.

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