Allucinante aggressione a San Salvario.
Il sindaco: «Mi scuso a nome di tutta la città»

Picchiata in strada da cinque adolescenti. Quattro ragazzi e una ragazza. Quindici, sedici anni. Non di più. Tutti studenti dell’istituto San Giovanni Evangelista, via Ormea 4. La vittima è una ragazza di origine domenicana sposata con un italiano che ieri ha dovuto farsi medicare in ospedale per le ferite e per lo choc. Si chiama Avila Guerrero-Noli, 24 anni. E ora il sindaco Sergio Chiamparino le chiede scusa, «a nome di tutta la citta». Poi: «A Torino, per fortuna, episodi del genere sono rarissimi. E’ accaduto qualcosa di grave, non importa se in centro o altrove. Ma se dei ragazzi si comportano in questo modo dobbiamo interrogarci tutti, su come li educhiamo, su come vengono seguiti a scuola, nella società, in famiglia. Questo grave episodio va valutato con attenzione, in attesa che un’inchiesta chiarisca ogni aspetto».

Avila frequenta un corso in un istituto di corso Vittorio Emanuele II: alle 12,30 è uscita per andare a prendere la metropolitana a Porta Nuova. Alle 12,36 è all’altezza di via Ormea. «S’è avvicinato all’improvviso un ragazzino. Mi ha dato un calcio negli stinchi». Avila è alta un metro e 75, è un tipo deciso e ha cercato di reagire. «Che cosa fai?», ha detto all’aggressore. Risposta: «Zitta, brutta negra di m…». Lo studente è stato affiancato da altri quattro coetanei, tre maschi e una ragazza, appena usciti da scuola. Avila è stata circondata e di nuovo colpita. Uno schiaffo in viso, altri calci. Poi insulti, sempre a sfondo razziale. S’è difesa, ha provato ad allontanarli. Un taxista s’è fermato, è sceso dall’auto e ha bloccato uno dei cinque teppisti. Un’altra donna è intervenuta, aiutando Avila a rialzarsi, e per sottrarla alla furia degli aggressori razzisti.

L’orrore non finisce. Riescono ancora a circondare la giovane dominicana. Una pioggia di sputi, di spintoni, altre botte. Luca Marchetti, il marito, è in preda all’ira: «Sono sconvolto, abbiamo trascorso il pomeriggio in ospedale, Avila è tornata a casa con il collo graffiato, una spalla dolorante, e con i vestiti pieni di sputi. E’ normale che accada un episodio del genere, nella civilissima Torino, in pieno centro, in pieno giorno e davanti a decine di testimoni? Sto verificando un particolare che, se vero, aggiunge amarezza ad amarezza. Dalla scuola sarebbe, uso il condizionale perché voglio verificare bene questo aspetto, uscita anche un’insegnante. Invece di redarguire e di bloccare i ragazzi li avrebbe giustificati, cercando addirittura di impedirne l’identificazione. Se fosse vero questo aspetto, tutto sarebbe ancora più grave. Comunque stamane presenteremo una denuncia ai carabinieri, vogliamo che quei ragazzi siano identificati e puniti per quanto hanno fatto a mia moglie».

I familiari di Avile cercheranno di conoscere il nome del coraggioso taxista che ha affrontato da solo il branco di violenti. «Vogliamo semplicemente ringraziarlo. Il suo gesto ci ha restituito un po’ di fiducia, così come quello della signora che ha soccorso Avila: è disposta a testimoniare quanto ha visto. Anche lei è rimasta molto turbata da quei teppisti. Poco prima avrebbero insultato e aggredito altre ragazze straniere, e persino delle persone anziane».

di Massimo Numa, La Stampa (11/03/2011)

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