Lunedì incontro Gigi dello Scannabue (avete presente? Il piacevolissimo ristorantino di largo Saluzzo) e quello mi fa: ma lo sai che accanto a noi hanno aperto una gastronomia siciliana? Quante volte me lo faccio ripetere? Nessuna. Anzi: riesco pure a coinvolgere i dirimpettai Cavallito&Lamacchia (che alla fine nei posti pop si divertono) e martedì eccoci in via Baretti da Ballarò. Molti pensano che Ballarò sia solo la trasmissione di Floris; alcuni sanno che Ballarò è prima di tutto un bel mercato variopinto di Palermo (più in auge della Vucciria, ormai praticamente dismessa); pochissimi conoscono questo stanzino di San Salvario anche perché ha aperto da una “mangiata” di giorni.
“Stanzino” è la parola adeguata: pochi metri quadri spartani, una vetrinetta di prodotti, una decina di sgabelli stretti stretti attorno a micro tavolini. Fronzoli: zero. Però i piatti sono interessanti, per gli amanti della Trinacria: pane con la milza (e dove lo trovate, a Torino? (3 euro), anelletti al forno (4), arancini (anzi, per dirla alla panormita: arancine, 2 euro), parmigiana (4), pane e panelle (2), panino con crocché (le crocchette di patate, 2), panino al cartoccio prosciutto e mozzarella (3) e via così. In tre prendiamo milza, parmigiana, anelletti (è una pasta tipica: indovinate che forma ha), arancina, polpette di carne e i giudizi sono rispettivamente questi: bene (anche se la farcitura di milza e polmone è un po’ meno burrosa di quella isolana), buona, buonini, non male (ma metteteci più ragù!), buone. Con una bottiglia di bianco e un’acqua spendiamo 27 euro in tre e pensiamo che sia un’ottima alternativa ai cibi di strada più globali, anche perché Ballarò sta aperto fino a tarda notte.
Quindi: qualche volta tradite Bibo, il celeberrimo kebabbaro di via Berthollet, e venite a farvi un bel pani ca meusa.
Ballarò, via Baretti 7/b. Sempre aperto (anche fino a tarda notte)
di LUCA IACCARINO, Repubblica. Rubrica: La tavola low cost