Colpo da manuale, senza feriti, ieri in una filiale dell’Unicredit in via Madama Cristina 24. Bottino importante, quasi 160 mila euro in contanti. Autori, due italiani che hanno agito con il volto coperto, entrambi armati di pistola. Sono entrati nell’agenzia pochi minuti prima delle 15.

In quel momento, non c’erano clienti (l’ufficio si occupa soprattutto di finanziamenti e altre operazioni finanziarie) ma solo sei impiegati e il direttore. I due – che hanno sicuramente avuto un sostanzioso aiuto da un basista – hanno chiuso gli impiegati per oltre un’ora nel caveau, in attesa che scattassero le serrature.

Li hanno legati con fascette di plastica, del tipo usato dagli elettricisti; quando la cassaforte s’è aperta, con estrema calma hanno preso i soldi e se ne sono andati. I dipendenti sono riusciti a liberarsi solo perché un’impiegata ha potuto raggiungere un telefono e dare l’allarme ai colleghi di una filiale vicina. Questi ultimi si sono messi in contatto con il 113 e l’incubo è finito nel volgere di pochi minuti.

Poi sono intervenuti gli investigatori della sezione antirapina, coordinati dal vicequestore Fulvia Morsaniga. Sono state raccolte le prime testimonianze, mentre i rilievi della Scientifica si sono conclusi a tarda sera. Si indaga soprattutto sulla perfetta scelta di tempo dei rapinatori, che sapevano esattamente che nelle ultime ore era arrivato un trasporto di denaro contante. Saranno analizzate anche le immagini registrate dalle videocamere di sicurezza, anche nei giorni precedenti il colpo.

Nei giorni scorsi, in corso Toscana, due rapinatori italiani, immediatamente arrestati dagli agenti della volante del 113, avevano tentato la stessa impresa, raggiunto il caveau della banca da un tunnel collegato al portone vicino alla banca. A loro volta erano entrati nel caveau, sequestrando e immobilizzando clienti e impiegati.

da La Stampa (15/04/2011)

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