Un giro di prostituzione che fruttava quasi 40 mila euro al mese. Dipendenti costrette a lavorare 16 ore senza pause. In manette i quattro gestori.

(I carabinieri hanno posto sotto sequestro i locali di via Nizza)

Due case d’appuntamenti mascherate da centro massaggi chiuse e quattro persone, tutte di nazionalità cinese, arrestate: è il bilancio di un’operazione contro la prostituzione condotta dai carabinieri di Torino negli ultimi giorni, con il coordinamento della Procura del capoluogo piemontese. I militari hanno posto i sigilli a due centri massaggio «a luci rosse», uno situato nei pressi della stazione di Torino Porta Nuova, l’altro a Moncalieri. L’attività dei due negozi è stata monitorata per tre mesi con telecamere nascoste.

A far partire le indagini, cominciate circa 3 mesi fa, una giovane romena che aveva trovato lavoro nel centro ma che, dopo aver scoperto che si trattava non di un normale centro estetico, ma di un centro di massaggi «particolari» ai quali non voleva prestarsi, si era rivolta ai militari per denunciare la situazione.

A finire in manette, dopo l’ordine di custodia cautelare spiccato dal gip Loretta Bianco su richiesta del pm Andrea Padalino, sono stati i due coniugi titolari dei due centri, Zhifang Zhao, 47 anni, e Jinhua Zhao, 48 anni, gestori del centro di Torino. In cella anche Haijuan Zhao, 30 anni, e la responsabile del centro di Moncalieri, Xiangzhen Zheng, 22 anni, che marito e moglie consideravano persone di fiducia a cui veniva affidata la gestione dei centri quando erano impossibilitati a farlo.

Nei confronti di una quinta persona, una donna anche lei di nazionalità cinese, è stato disposto il divieto di ingresso in provincia di Torino. Ai due padroni, oltre al reato di sfruttamento della prostituzione, sono contestati anche quelli di evasione fiscale – i due negozi fruttavano poco meno di un milione di euro l’anno che sfuggivano all’erario – e di violazioni in materia di lavoro.

Con l’ausilio di intercettazioni telefoniche e ambientali i militari hanno accertato che 4-5 massaggiatrici lavoravano 16 ore al giorno per tutti i giorni della settimana, Pasqua e Natale compresi, fruttando ai titolari tra i 30 e i 40mila euro al mese. Non vi era una chiusura neppure per la pausa pranzo, tanto che le ragazze nei momenti di pausa riposavano sugli stessi lettini su cui eseguivano le prestazioni mentre il cibo era loro portato dall’esterno. Le ragazze, tutte cinesi di età compresa tra 20 e 32 anni, alloggiavano in un dormitorio messo a disposizione dalla coppia.

I costi dei massaggi variavano tra i 30 euro per il massaggio tradizionale, fino agli 80 euro per quelli «particolari». I clienti del centro erano per lo più cittadini italiani, alcuni di loro anche facoltosi, professionisti e dirigenti, e qualche turista. Ora sono in corso accertamenti per valutare violazioni di natura fiscale e della normativa che regola il mercato del lavoro.

da La Stampa, (21/07/2011)

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