Oggi in Corso Marconi un castagno si è lasciato cadere su due macchine parcheggiate accanto a lui.
Cosa ha spinto questo giovane albero a compiere un gesto così violento è ancora, e forse resterà, un mistero. Non avendo familiari a cui chiedere quanto stiano soffrendo per la perdita del loro caro, possiamo giusto azzardare delle ipotesi su che cosa lo abbia spinto a lasciarsi cadere in questo pomeriggio d’ottobre. Possiamo dare la colpa al riscaldamento globale, alla guerra in afghanistan o all’11 settembre, ma probabilmente l’albero era soltanto stufo. Stufo degli anziani che lo maledicevano quando lasciava cadere le sue castagne, stufo dei censimenti degli alberi, stufo della pressione fiscale, del lavoro precario, dei cambi di stagione. Senza scordare l’ultimo smacco che si è trovato a subire: il mix urbano di sensi di marcia, piste ciclabili e fantasiosi stop, che hanno tramutato l’elegante corso in cui era nato nel manifesto internazionale del creativismo urbanistico.
Sicuramente il suo è stato un gesto di protesta un atto di forza nei confronti del comune e degli abitanti andandoli a colpire su ciò che hanno di più caro: l’automobile.
Pur comprendendo il motivo resta comunque un atto da condannare, un atto indegno, vile, che poteva trasformarsi in una tragedia.
Il signor M. infatti del tutto ignaro di questi problemi, era appena risalito in macchina e si accingeva a uscire dal parcheggio, quando l’albero si è schiantato sul retro della sua vettura.
Possiamo anche con certezza aggiungere che il gesto dell’albero fosse premeditato: si dev’essere lasciato morire poco a poco, aspettando che qualcuno salisse in macchina per poi lasciarsi cadere. Di sicuro ha scambiato il signor M. per qualche abitante di zona, uno di quelli che non amano le castagne.
Ringraziando che il peggio non sia avvenuto non dobbiamo però minimizzare quanto successo: nessuno si era accorto del piano silenzioso di questo albero?
I passanti, spazzini, ragazze che aspettano i passaggi all’angolo… com’è possibile che nessuno si sia accorto di nulla?
Solo il tempo e indagini più approfondite ci daranno delle risposte e forse sveleranno i misteri che ancora avvolgono questo caso.

Randis Codemino

7 Commenti. Nuovo commento

  • Sembra sia colpa di un fungo…sfuggito anche ai solerti tecnici comunali…

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  • che pirla!=) bravo dome

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  • sei un genio

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  • Bravo Randis!! L’indifferenza regna sovrana. Anche gli alberi soffrono, in silenzio.

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  • Io seguirei la pista dell’omicidio-suicidio premeditato così Vespa può farci uno speciale di tre puntate (con tanto di Maroni che accusa l’intera categoria delle piante, quegli infidi vegetali che vengono a crescere sul nostro suolo patrio solo per delinquere e rubarci il lavoro).

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  • Per di più gl’ Ippocastani sono pure stranieri, vengono dall’ India o dall Est in generale…ci rubano il lavoro!

    A quanto pare però la causa del cedimento non è stato solo di un fungo:

    “Per ciò che concerne il crollo di un ippocastano avvenuto ieri in corso Marconi, è stato sottolineato come l’albero fosse stato oggetto di controlli ancora a marzo di quest’anno, che non avevano evidenziato la gravità della degenerazione dell’apparato radicale, avvenuta probabilmente a seguito dei lavori effettuati sul suolo pubblico anni fa. Nuovi controlli sono stati avviati sulle alberate di corso Marconi.”

    C.R. – Ufficio stampa del Consiglio comunale
    Torino, 14 Ottobre 2010

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