Sabato scorso il vescovo è stato a San Salvario. Ha visitato la parrocchia di piazza Saluzzo, ha girato per i vari locali, ha stretto un po’ di mani, ha parlato coi giovani. Un sabato sera intenso per il vescovo Cesare Nosiglia, tra un cocktail bar e l’altro, in mezzo a centinaia di giovani. Il vescovo ha fatto quello che andrebbe fatto per capire davvero: vedere con i propri occhi. E’ stato fortunato perché era un sabato sera poco affollato, grazie alla pioggia, e forse non ha faticato molto per trovare parcheggio. Lo sfascio Nosiglia se l’è un po’ perso questo sabato, ma se l’è immaginato bene.

La San Salvario by Night

Il suo tour by night nel quartiere è iniziato dal sagrato della chiesa dei santi Pietro e Paolo, dove altri giovani, quelli della Movida Spirituale, accolgono i clienti dei locali e li invitano a entrare in chiesa. Qui la parrocchia guidata da don Mauro Merola ha infatti deciso di fronteggiare in maniera innovativa l’invasione notturna di giovani, aprendo le porte fino alle due di notte. Spesso con i rifiuti e le bottiglie che contornano la chiesa. Dopo una partitina a calcetto il vescovo ha girato per vari locali insieme al presidente della Circoscrizione Levi, a don Mauro e ad altri accompagnatori. A poca distanza, la polizia.

Qual’è stata l’opinione del vescovo?

E’ rimasto impressionato, un po’ tramortito. Un po’, forse, perché ha rivisto quello che capitava ai Murazzi,e non erano sempre belle cose. E magari ha pensato anche che una volta c’era don Gallo, in quella stessa piazza, che fronteggiava ben altri problemi.
Interrogato dai media locali, ha definito impressionante la quantità di locali nel quartiere, non si immaginava una concentrazione tale con il relativo rumore. E’ rimasto colpito infatti dalla quantità di giovani, provenienti da tutta Torino e da fuori, con cui ha scambiato qualche battuta, chiedendo, informandosi, ascoltando. Ha però subito espresso le sue considerazioni: si può dare impronta positiva alla movida ma è necessario farlo tutti insieme, non si può risolvere il problema solo dal punto di vista dell’ordine pubblico. Occorrerà farlo per mantenere la funzione d’incontro della movida, portando però rispetto dell’ambiente circostante e dei residenti. Una cosa in particolare ha ribadito: gli esercenti, soprattutto, devono avere in mano la situazione e non pensare solo a far soldi, serve una coscienza etica.

L’incontro alla Curia

Nosiglia si è dato subito da fare e ha già programmato un incontro sul tema “Movida a San Salvario”, il 17 marzo alla Curia. Qui ha invitato il Comune, la prefettura, la Circoscrizione, le associazione dei residenti, la parrocchia, gli esercenti e i giovani di “Movida spirituale”, tutti.

E’ stato necessario scomodare addirittura il vescovo affinché s’iniziasse a far qualcosa. E forse se l’impegno del vescovo e quello di tutte le parti in causa sarà duraturo, porterà qualche beneficio. Sembra assurdo ma è così. Perché a Torino, con la latitanza del Comune e di politiche precise, la situazione non può che peggiorare. E a San Salvario ci sono quasi riusciti.

4

3

Fotografie di Alessandro Contaldo da repubblica.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Compila questo campo
Compila questo campo
Inserisci un indirizzo email valido.
Devi accettare i termini per procedere