Sempre da La Stampa, un bell’ articolo di Paola Italiano:
Un pollice verde in affitto.
Da qualche settimana, sui muri di San Salvario, sono comparsi adesivi destinati ad attrarre l’attenzione di chi ha bisogno di un giardiniere a tempo che si prenda cura delle piante durante le ferie. Sul volantino un annaffiatoio, un girasole e un impegno: «Le bagno io». Segue numero di telefono.
E’ il cellulare di Enrico Buratti, 42 anni, professione impiegato a tempo determinato, in attesa – incrociando le dita – di un posto fisso. Per lui niente ferie quest’anno: deve studiare per il concorso pubblico che potrebbe dargli un lavoro a tempo indeterminato. E, per arrotondare le entrate di un’estate sui libri, ha pensato di mettersi al servizio di chi invece parte, ma non vuole trovare i fiori secchi al suo rientro.
«L’idea – racconta – mi è balenata quando la mia coinquilina mi ha chiesto di prendermi cura dei vasi in sua assenza. Ho pensato che, così come potevo farlo per lei, avrei potuto farlo per altri». Enrico ne ha parlato con gli amici e il progetto ha preso corpo nell’adesivo che si può trovare vicino ai bancomat, alle farmacie, alle tabaccherie: insomma, i luoghi più frequentati del quartiere.
E c’è chi ha già chiamato: «Quattro persone mi hanno contattato e abbiamo preso accordi: mi hanno lasciato indicazioni precise su tempi e quantità d’acqua necessarie e anche sulla luce da far filtrare nella casa. Passo al pomeriggio, dopo il lavoro, a fare il giro». La tariffa è popolare: cinque euro per ogni visita ad annaffiare, a meno che l’incarico non sia più complesso. Come, ad esempio, quello affidatogli dai proprietari di un grande appartamento con molti tipi di piante che necessitano di cure diversificate. Tante piante e una piantina: quella della casa, con l’ubicazione precisa dei vasi e le relative istruzioni.
Il prezzo proposto per il servizio è abbordabile anche in virtù del fatto che Enrico si fa il giro a piedi: ha preferito concentrarsi sul quartiere, evitando di spostarsi in auto o sui mezzi pubblici. «E poi – spiega – non ho una formazione specifica. Ma amo il giardinaggio e sono molto scrupoloso. Inoltre, non bagno solo piante e fiori: se serve, mi prendo cura di eventuali animali domestici che restano a casa: do da mangiare al gatto e cambio la sabbia della lettiera».
Il problema, semmai, è vincere le diffidenze di chi deve lasciare le chiavi di casa a uno sconosciuto. I «nemici» di Enrico sono i sistemi «autoannaffianti»: bottiglie rovesciate nella terra o anche complessi sistemi di sifoni comunicanti per non lasciare a secco rami e fiori.
Ma le remore ad affidarsi a un estraneo sono meno forti a San Salvario, come sottolinea Enrico, tornato da qualche anno ad abitare nel quartiere per la terza volta nella sua vita: «Penso che solo qui sia possibile essere richiamati lasciando un biglietto sui muri. E’ il tessuto sociale che lo consente: c’è un senso di appartenenza forte, le persone entrano più facilmente in contatto e hanno più fiducia reciproca».
E poi, tra la bottiglia rovesciata e le amorevoli cure di un giardiniere in carne e ossa, la differenza è sensibile, specie per chi considera le sue piante bisognose di cure al pari di una persona: «Se richiesto – garantisce Enrico – sono disponibile anche a parlare con loro».