Nel mese di dicembre del 2014, Raymundo Sesma ha visitato San Salvario ed è stato ospite di un seminario presso la biblioteca Ginzburg di via Lombroso 16, Torino, dal titolo “L’arte nel paesaggio”, organizzato dall’AIAPP Piemonte, sezione locale dell’associazione degli architetti paesaggisti

Raymundo Sesma è un artista messicano che opera in svariati campi quali pittura, grafica, scultura e architettura. Tra i vari progetti Sesma da anni porta avanti quello dei “Campo expandido”, interventi di “architettura sociale”, come viene definita dall’artista, dove un luogo viene ridisegnato dagli abitanti tramite l’uso dei colori e delle forme proprie dell’arte di Sesma. Un modo di operare che consente di riappropriarsi degli spazi riportare l’attenzione sul rapporto fra paesaggio urbano e arte. Anche Torino ospita uno di questi Campos expandidos, in via Orvieto, quartiere Spina 3.

Nell’ambito del seminario “L’arte nel paesaggio” durante il pomeriggio venne organizzato un incontro-tavola rotonda tra l’artista messicano e alcune realtà del territorio fra le quali l’Agenzia per lo Sviluppo di San Salvario, le Donne per la difesa della Società Civile, Manamanà, Paratissima, Nessuno, i consiglieri della Circoscrizione 8

La discussione con l’artista messicano ha toccato soprattuto il tema di piazza Saluzzo, alimentando un dibattito fra le varie realtà presenti a proposito della volontà del Comune di riqualificare la piazza.

Piazza Saluzzo è al centro da alcuni anni di interventi che cercano di ripensare questo luogo. Dopo un primo intervento sul finire degli anni ’90, con l’installazione di nuova illuminazione e tre alberi, degli ippocastani, la piazza sta vivendo varie trasformazioni, ed è diventata oggi l’epicentro della movida di San Salvario. Da qualche anno infatti piazza Saluzzo accoglie migliaia di giovani e meno giovani, attirati dai locali e dalla comodità della piazza, dando vita a piccoli e spontanei “botellon”, che finiscono spesso in sbronze epocali. La quantità di persone che invadono la piazza ha portato don Mauro della parrocchia di SS Pietro e Paolo ad aprire le porte della sua chiesa anche di notte per invitare i giovani alla Movida Spirituale.

 

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La chiesa dei santi Pietro e Paolo in largo Saluzzo – ph: Cosimo Maffione

 

Piazza Saluzzo d’antan

Negli anni invece in cui San Salvario diventò simbolo della multiculturalità, più che del chupito, piazza Saluzzo fu teatro di una singolare e simpatica iniziativa, le “sedie blu”. Un gruppo di residenti, dopo aver dipinto di un blu allegro vari arredi, come sedie, tavolini, specchi e lanterna, trasformarono piazza Saluzzo da un anonimo incrocio stradale in un vero e proprio salotto domestico.

Fu una iniziativa che mirava a restituire questo spazio pubblico alla vita del quartiere, all’incontro, alla sperimentazione. Le sedie blu rimasero lì per anni, usate da tutti, per godersi un po’ di ombra sotto gli alberi o fermarsi a fare due chiacchiare, dando vita qualche volta a piccoli problemi di convivenza: qualcuno infatti si attardava in quel salotto anche fino a notte inoltrata, portando i vicini a lamentarsi del chiacchiericcio. Di conseguenza un giorno i vigili urbane le sequestrarono, perché abusive, salvo rimetterle al loro posto dopo le numerose proteste della cittadinanza. Quelle sedie erano oramai diventate un simbolo di un quartiere che si dava da fare e che cercava di migliorare la sua vita.

 

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Le “sedie blu” di piazza Saluzzo

 

L’incontro con Raymundo Sesma

Ma oggi piazza Saluzzo è cambiata: le sedie blu sono sparite di nuovo e un piccolo intervento della Circoscrizione ha pedonalizzato parzialmente tre delle quattro esedre. E’ prevista in futuro una riqualificazione totale della piazza e il finanziamento della riqualificazione avverrebbe tramite il parcheggio sotterraneo privato di corso Marconi; 150.000 euro (l’area di corso Marconi è stata venduta per 1 milioni dal Comune) saranno destinati a questa operazione.
Nell’ambito della tavola rotonda l’architetto Paolo Mighetto (dell’AIAPP) ha parlato di questa possibile riqualificazione e ha coinvolto l’artista messicano Raymundo Sesma, per avere una sua opinione su come poter raggiungere un risultato soddisfacente per tutti. L’artista, dando una rapida occhiata ad una planimetria della piazza fornita dall’architetto, ha subito notato le proporzioni geometriche che governano la piazza, una delle poche piazze ottagonali a Torino, insieme a piazza della Repubblica. Il suo primo pensiero si è rivolto quindi a Vitruvio, e ai suoi principi di utilitas e vetustas, in sintesi bellezza e proporzione, capisaldi dell’arte e dell’architettura classica e poi rinascimentale, origine della nostra cultura.

Raymundo ha caratterizzato i suoi lavori in contesti periferici e dequalificati, creando opere moderne e di rottura che esprimessero il senso di questi luoghi e al contempo ne rinforzassero gli elementi positivi. In questo contesto storico e urbano invece ha indicato come centrale la necessità di aggregare e non disgregare, di considerare questa piazza come elemento di un percorso e di un insieme nella struttura storica del quartiere.

 

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Un’opera di Raymundo Sesma a Basilea

 

La discussione è poi rimbalzata fra i rappresentanti delle associazioni presenti:
vari temi sono sorti, primo fra tutti la necessità di conoscere quali sono i progetti dell’amministrazione su questa piazza e sulla viabilità in generale, contando anche la situazione odierna del quartiere, meno condizionata da problematiche legate all’immigrazione ma bensì più da questioni di ordine pubblico dovute alla movida. Le associazioni hanno evidenziato che un intervento nella piazza non può limitarsi ad una semplice riqualificazione isolata rispetto al contesto e ai temi sopracitati. Oltretutto una piazza riqualificata deve anche essere ripensata per essere vissuta, tornando ad essere centrale e quindi a poter accogliere attività che ne garantiscano un uso continuativo, non limitato ad un solo target di utenti, come può essere quello della movida.

 

 

Sopralluogo e proposte

La tavola rotonda è proseguita con un sopralluogo in piazza Saluzzo. Raymundo Sesma si è meravigliato della bellezza del luogo, asserendo che sarebbe necessario ben poco per restituirne l’uso ai cittadini. Ad una prima occhiata ha valutato negativamente l’inquinamento visivo apportato dalla grande quantità di segnali stradali e cartelli, oltreché dall’ingombrante e dissonante presenza di dehors (definite “scatolette”) tutti diversi l’uno dall’altro nello scenario della piazza.

Una semplice e curata attenzione dei dettagli è necessaria in un contesto delicato e storico come quello che Raymundo ha potuto visitare di persona.

Posto di fronte all’esiguità del budget per questo intervento di riqualificazione (150.000 euro) e alla possibilità di un intervento calato dall’alto, senza partecipazione degli abitanti, Raymundo ha suggerito due strade:

– Piazza Saluzzo è un luogo bellissimo e dal grande potenziale artistico. Dal fatto che Torino è città d’arte e di artisti, Raymundo ha suggerito che gli artisti stessi si adoperino per avere condizioni migliori in vista della riqualificazione della piazza. Gli artisti interessati potrebbero quindi adottare piazza Saluzzo, donando le loro opere per delle aste pubbliche il cui ricavato venga devoluto alla riqualificazione della piazza.

-Per garantire una partecipazione pubblica, si potrebbe realizzare una mostra di progetti già realizzati sulla piazza da studenti e professionisti (sono tanti, da quelli del Politecnico di Torino a quelli delle associazioni del territorio), e prevederne di altri, cosicché la popolazione venga informata sulle varie possibilità di uso di questo spazio e possibilmente, intervenga nella discussione con suggerimenti e consigli per scegliere la via da seguire.

Due proposte molto interessanti, allargabili anche ad altri contesti. Ora sta all’amministrazione e alla società civile accoglierle e farle proprie, nell’ottica di una città e di un quartiere condiviso, vissuto e migliore per tutti e tutte.

 

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Una vista di piazza Saluzzo prima della semi-pedonalizzazione – Ph: A. Ferrero

Le fotografie delle opere di Sesma provengono da sopramaresotto.wordpress.com

La fotografia delle “sedie blu” proviene da molecolalegambiente.wordpress.com[/fusion_builder_column][/fusion_builder_row][/fusion_builder_container]

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