Ci stava per sfuggire l’ ultima puntata di “Globalisti a Torino“, dedicata all’ inaugurazione della Casa del Quartiere, al nostro quartiere “in mutazione” e alle sue sorprese:

“Per tre giorni a San Salvario ci siamo radunati tutti quanti, noi residenti, per conoscerci e divertirci, mangiare e bere, cantare e fare spettacoli. Era incredibile vedere gente di ogni colore, razza e di età diverse radunarsi e scambiare le proprie esperienze sulla vita del nostro borgo. Perché sì, una volta San Salvario era fuori dalle mura della città, prima che si trasformasse in un borgo, e alcuni abitanti oggi vogliono che ancora rimanga un borgo. Anche a noi piace il nostro borgo, specialmente la parte medioevale, il finto borgo medioevale. Perché è la combinazione di un borgo falso e un borgo vero, come Disneyland quando il «fake» diventa più vero del «real». Ma ogni volta che vogliamo essere davvero borghesi nel nostro borgo tranquillo amichevole e socievole succede qualcosa di esoterico e strano. Allarmante, perfino. Per esempio, il nostro mercato di piazza Madama Cristina d’un tratto era diventato un mercatino di fumetti, senza nemmeno un’arancia, un cespo d’insalata, un pomodoro. Per di più fumetti italiani strani, tipo Corto Maltese, per noi globalisti alquanto strambo.

È sempre piacevole capire che in un momento di crisi edilizia nel nostro quartiere invece i prezzi delle case sono andati su. Per di più la gente che vive nel quartiere crede che la fama di zona pericolosa che grava sulla zona sia solo una manovra di speculazione immobiliare: per abbassare i valori di mercato, comprare le case, ristrutturarle e venderle a prezzo più alto. Infatti è un quartiere talmente pacifico e silenzioso che sentiamo l’arrivo del camion quotidiano della spazzatura come un tuono. E Biberon, il nostro bar preferito, è ormai completamente isolato acusticamente, sembra un film muto, anche se viene chiuso ogni tanto per via di stranissime proteste e pretesti. Più parliamo e viviamo con la gente di San Salvario, più scopriamo dei segreti oscuri. Per esempio nel pezzo teatrale di Enrico Gentina, (rappresentato sempre nella Casa della Cultura durante il festival di tre giorni) «Fra l’acqua e i treni» (fra il Po e Porta Nuova), abbiamo sentito che una coppia anziana è stata ammazzata nel nostro palazzo, forse nella nostra casa e magari addirittura nella nostra camera da letto. E nessuno è mai stato arrestato. A quel punto ci siamo chiesti: ma è un mistero locale che davvero vogliamo approfondire? Come scrittori, certo: ma come inquilini forse sarà meglio imparare a essere discreti. Si vive solo una volta.”

22/10/2010
JASMINA TEŠANOVIC, BRUCE STERLING

3 Commenti. Nuovo commento

  • Raramente si leggono tante inesattezze e fandonie in un solo post. S Salvario, pur essendo un bellissimo posto in cui vivere, e io ci vivo, sicuramente non corrisponde alla visione aulica descritta, come chiunque può verificare. Il nostro quartiere ha molti problemi, non è così sicuro nè tantomeno silenzioso come si vuol far credere…

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  • Mi domando come mai La Stampa paghi questi due “globalisti” per scrivere in modo così smaccato e sgrammaticato di cose che evidentemente non conoscono così bene… Probabilmente questi signori fanno finta di non sentire gli schiamazzi notturni, di non vedere la sporcizia e i problemi di viabilità, ignorano forse i bivacchi di ubriachi, le risse, il degrado che caratterizza alcune zone, tutti problemi che quotidianamente affliggono il nostro quartiere. Ma forse noi poveri residenti non abbiamo una vista così “globale” di S.Salvario…

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  • Se aveste letto il link ad inizio pagina, avreste letto altri articoli di “Globalisti a Torino” molto meno positivi ed idilliaci.

    Come tutti sappiamo San Salvario non ha solo aspetti positivi, come quelli volutamente lasciati trasparire da quest’ articolo, ma anche, e molti, negativi. Da molto tempo è così ma credo che ad oggi la bilancia si stia spostando verso la parte giusta…

    E’ interessante, e ne sono contento, che anche sui giornali si parli di San Salvario, se ne discuta, e non lo si tratti solo più come un luogo per reietti e diseredati, il Bronx di Torino. Anche articoli del genere, che sono ovviamente soggettivi, portano avanti la discussione sul nostro quartiere dalle mille anime…e sulla percezione dello stesso.

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