Si ricorda oggi il giorno in cui furono abbattuti i cancelli di Auschwitz e iniziò la liberazione di chi era stato rinchiuso nei campi di sterminio nazisti: ebrei, perseguitati politici, religiosi, omosessuali, rom e sinti, apolidi e altri ancora. Era il 27 gennaio 1945 quando le armate russe arrivarono nella cittadina polacca di Auschwitz e il mondo venne a conoscenza dell’immensa tragedia che la follia nazista aveva generato.

Il quartiere di San Salvario risentì particolarmente delle persecuzioni avvenute prima e durante la seconda guerra mondiale. Storicamente, con la costruzione della grande Sinagoga di Torino nel 1884, il quartiere divenne il punto di riferimento della comunità ebraica torinese, molte famiglie ebree qui risiedevano ed erano presenti numerose attività commerciali. Inoltre proprio dalla vicina stazione di Porta Nuova, centinaia di deportati partirono per i campi di transito o di concentramento. Era il 13 gennaio 1944 quando partì il primo trasporto, verso Mauthausen, composto da un solo carro bestiame con 50 persone stipate all’interno. Tra di loro, 5 ebrei. In seguito da Porta Nuova partiranno, in date e con mezzi diversi, 246 ebrei. Solo 21 faranno ritorno. E sempre da Porta Nuova partirono alla volta dei campi di sterminio anche i perseguitati politici, italiani e non: arrivati nei campi di concentramento, un triangolo rovesciato rosso li distingueva. All’interno del triangolo una sigla, IT per gli italiani, ne identificava la nazionalità. Una lapide nell’atrio principale della stazione, davanti ai binari, li ricorda.

Numerose le iniziative della giornata, ne abbiamo accennato qui: Aspettando il Giorno della Memoria

 

lapide-porta-nuova

 

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