Lei si trova davanti quella frase tutti i giorni. I PORTICI DI VIA NIZZA SCOPRILI VIVILI AMALI, dice. Quando è arrivata a Torino non sapeva che cosa fossero i portici. Non solo quelli di via Nizza, che si per sé non sono che un frammento del catalogo di portici di cui è provvista Torino, ma proprio i portici in generale. Non ne aveva mai visti.

Dalle sue parti non ci sono portici. Ci sono baracche. Baracche fatte di lamiera ondulata e plastica e legno. E cartone, grossi fogli di cartone con su stampati i loghi di prodotti alimentari o detersivi o simili. E poi ci sono stradine di fango. E scalinate, scavate nella terra e rivestite alla bell’e meglio di pietre, e dunque spesso fangose alla pari delle stradine. E alberi, di tanto in tanto. E topi, una quantità di topi, di cui perfino i rari gatti hanno paura. Ci sono anche cani, che girano spesso in gruppo. Lei ha sempre avuto paura di quei cani. E anche dei topi. Dei gatti no. In ogni caso, i gatti sono più buoni sia dei cani sia dei topi.

Comunque: niente portici, a casa sua. E dire che la pioggia non manca, specie in certe stagioni. Se lei avesse avuto modo di conoscere un po’ meglio Torino, di sicuro sarebbe stupita della lunghezza dei portici che attraversano in lungo e in largo e nel caso di via Po e di via Pietro Micca anche di sbieco il centro cittadino: rispetto al posto da dove proviene, qui piove pochissimo. Per cui ai suoi occhi tutti questi nostri portici non sarebbero che un lusso. Ma tutto ciò che la circonda, ai suoi occhi, è un lusso.O quasi.

I PORTICI DI VIA NIZZA SCOPRILI VIVILI AMALI, dice la frase che l’accoglie ogni giorno, quando scende in via Nizza. In realtà ci ha messo un po’ a capire il senso di questa frase. Prima di tutto perché non sa né leggere né scrivere, e tantomeno in italiano. Ma qualcuno gliel’ha letta, un giorno. O meglio, qualcuno le ha chiesto se lei li avesse scoperti e vissuti e amati, i portici di via Nizza. Era uno che voleva fare lo spiritoso. Dato che lei non capiva, si è fatta spiegare il senso di quella domanda, e così ha scoperto che cosa significa la scritta che l’accoglie ogni giorno sotto i portici di via Nizza. Certo per lei i portici di via Nizza sono stati una scoperta. Certo lei sotto i portici di via Nizza ci vive. Ma amarli… no, non se la sente di amarli. Lei i portici di via Nizza in realtà li odia.

Ma è lì che le hanno detto di stare, e questo è.

di Giuseppe Culicchia, “Gente di Torino”, Torinosette (15/4/2011)

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