Articolo di Maurizio Ternavasio, rubrica “Questa è la mia città” de La Stampa, 12/11/2010

Ammettiamolo, non è mai stato un corso particolarmente bello ma al massimo simpatico, come si dice di qualcuno o di qualcuna che fa tutt’altro che impazzire. E pensare che la sua posizione è deliziosa, anzi strategica: parte da via Nizza, e finisce giusto davanti alla Rotonda del Valentino. Tra l’altro il cavalcavia che collega San Salvario (via Valperga) con San Secondo (corso Sommeiller) originariamente doveva partire proprio da corso Raffaello: e se così fosse stato, con il senno di poi, si sarebbero evitati per sempre gli imbuti di traffico di via Valperga.

Corso Raffaello a mio avviso non è particolarmente avvenente (si può dire, di un corso?) per via dei palazzi che vi si affacciano: se quelli d’epoca, a parte qualche raro caso, non sono trascendentali, quelli costruiti dal dopoguerra in avanti, probabilmente per rimpiazzare gli stabili rasi al suolo dai bombardamenti, hanno stili e altezze profondamente diverse. Ne scaturisce, per l’occhio, un qualcosa di indefinito e indefinibile che non rimane nel cuore neppure quando, dalla stazione, si scende a piedi verso il Valentino camminando con il naso all’insù.

Probabilmente non ha giovato ad uno sky line già compromesso di suo lo spostamento provvisorio (ma lo status temporaneo va avanti da così tanto tempo che sembra ormai quasi un fatto definitivo) del mercato di piazza Nizza proprio nel primo tratto di un corso ricco comunque di negozi e di attività commerciali interessanti. In un paio di traverse oltre via Madama Cristina, tra l’altro, a fine Ottocento avevano aperto i battenti le prime industrie automobilistiche, che allora in realtà altro non erano che “boite” ben organizzate i cui proprietari avevano grandi idee e uno spiccato spirito imprenditoriale.

E se dovessi dire cosa, a tavolino, mi viene in mente del corso, citerei, da ovest ad est, il ristorante Raffaello, quel meccanico che fa tanto anni Cinquanta vicino al laboratorio medico, la libreria e, se c’è ancora, il negozietto di marmi (anche funerari). Tra l’altro il corso in questione è stato recentemente interessato da un importante trasformazione urbanistica: via la storica casa editrice Utet e, al suo posto, nello stesso edificio d’inizio Novecento, un elegante condominio in fase di ultimazione.

Fotografie tratte da Google StreetView

3 Commenti. Nuovo commento

  • Conversione del palazzo Utet su Nuove Costruzioni

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  • Bah! Da come lo descrive Ternavasio corso Raffaello non sembra un granchè, ma a me piace molto!
    Sono bellissimi quegli alberelli dal fogliame rosso che in primavera hanno dei fiori stupendi, e poi i palazzi universitari verso corso Massimo, la vista che si apre sulla collina e sul Valentino, il mix di palazzi storici e palazzi alti e moderni…insomma corso Raffaello è tutto da scoprire!

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  • Peccato che gli istituti universitari, popolando di una piacevole e movimentata gioventù, popolino anche gli alloggi adiacenti di suoni molesti e menefreghisti nei confronti di chi in questo quartiere ci vive e ci dorme anche.Basterebbe verificare periodicamente l’impatto ambientale degli stessi ed evitare di inserire in continuazione nuovi impianti senza poi manutenerli.

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