Fotografia da Marcobillo’ s Flickr

La nuova puntata di “Questa è la mia città“, rubrica su La Stampa/Torinosette di Maurizio Ternavasio, parla del nostro amato e martoriato corso Marconi.

“In origine si chiamava, con un immenso sforzo di fantasia, corso Valentino, mentre nel dopoguerra è diventato corso Marconi. Tra l’altro il nome Valentino è rimasto per delimitare la porzione più elegante di San Salvario, cioè il sobborgo che va, appunto, da corso Marconi a corso Bramante. Fu tracciato subito dopo l’ampliamento seicentesco del castello, come viale che congiungeva il castello stesso del Valentino alla strada di Nizza. Nel 1822 venne invece inaugurata via Valentino (che stranezza, quella imperante allora, di assegnare due toponimi uguali a strade diverse…), corrispondente all’attuale via Urbano Rattazzi.

Si tratta, inutile negarlo, di un gran bel corso, probabilmente con quello intitolato a San Maurizio il più bello tra tutte le numerose arterie perpendicolari al Po. Case antiche, portoni stupendi, negozi interessanti e vari, scorci intriganti, specie verso via Nizza, al cui angolo il corso curva (letteralmente) da ambo le parti dando vita ad una piazza semicircolare, che tale non è, di grande fascino soprattutto verso la stazione: in particolare nel tratto in cui da un bel po’ ha chiuso i battenti uno degli storici e migliori negozi di tessuti della città.

Man mano che si scende verso il Po, i palazzi del corso si fanno forse un po’ meno intriganti, ma più luminosi. Probabilmente il corso impercettibilmente si allarga, oppure sarà semplicemente perché nell’ultimo tratto gli alberi sono meno frondosi.
Sin qui, ne abbiamo parlato esclusivamente in termini positivi. Va detto, però, che da sempre corso Marconi è teatro di esperimenti viari quanto meno discutibili. Già non si è mai capito perché, quand’ancora c’era la Fiat, era consentito (unico caso cittadino: in realtà l’ho compreso benissimo il motivo, sto facendo il finto gnorri…) parcheggiare da entrambi i lati del viale, che era ridotto ad un disordinato ammasso di automobili.

Ma adesso, a mio avviso, si è fatto ancora peggio. Dopo aver provvisoriamente ospitato il mercato di piazza Madama, corso Marconi è diventato, per la circolazione, un vero e proprio inestricabile (e pericoloso) enigma: il senso di marcia (ma anche il lato del posteggio a pettine) cambia prima e dopo via Madama senza alcuna apparente giustificazione, e ad un certo punto non è più consentito transitare nel viale. In compenso è stata creata una pista ciclabile che rappresenta un vero e proprio insulto agli utenti delle due ruote, indifesa com’è. Per di più ha un fondo stradale che è quasi garanzia assoluta di forti disturbi nella zona del corpo a maggior contatto con il sellino.
Insomma, l’avrete capito: la cosa in assoluto migliore è andare in corso Marconi a piedi, magari dopo aver fatto un salto al mercato di piazza Madama o al Valentino.”

E nel frattempo molti alberi del corso sono stati abbattuti.
Ne rimangono ancora i ceppi, ci auguriamo che vengano ripiantati al più presto.

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