Sono le 17 e 11 minuti di un tranquillo venerdì di dicembre, ma via Berthollet quando incontra via Belfiore di tranquillo ha veramente poco ormai. Un energumeno urlante in tuta sportiva e Nike fiammanti ai piedi ha appena scagliato una bottiglia di birra per terra, i suoi rivali sono un gruppetto di giovani magrebini che gli rispondono per le rime seppur a debita distanza. L’agone va avanti e un’altra Moretti si frantuma contro il porfido del ciottolato, frammenti di vetro e urla ovunque: come spesso accade, immancabili, arrivano i pacieri che con gesti alquanto plateali spiegano ai contendenti che è meglio stare calmi, che se passa una volante è una rottura per tutti.
Tra schiamazzi e minacce fin troppo esplicite per essere tali,  lo spettacolo si esaurisce in una decina di minuti e ognuno se ve va per la propria strada. Ci sarà un’altra occasione per marcare il territorio, per far capire che in quell’angolo di strada ci spacci tu e tu soltanto.
Scene ordinarie in questo angolo di San Salvario, eppure sempre più frequenti nonostante la tanto strombazzata riqualificazione del quartiere, che almeno in via Berthollet pare ridursi a una fila di locali cool intramezzati da qualche ristorantino. L’arrivo della movida ed il contemporaneo ridimensionamento dei Murazzi hanno certo mescolato le carte: camminare per la strada senza essere fermati da uno spacciatore smaniante di regalare gioia è un evento da segnare sul calendario, scippi e aggressioni sono in aumento e per condire il tutto nell’aria aleggia un eccelso aroma di urina.
Via Berthollet non sarà mai più quella del pasticcere Mighetto o quella popolata dal ceto medio negli anni ’80, una strada trafficatissima pullulante di piccole attività: quella è una storia morta da un pezzo e tante troppe cose sono cambiate. Oggi la via intitolata al chimico francese Claude Louis Berthollet è sempre in movimento, ma pare oscillare in maniera del tutto incontrollata, senza equilibrio, come se in quei metri di strada non ci abitasse nessuno.

 

Fotografia: “Dead Man” di supertidi flick’r

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