E la risposta dei cittadini non si è fatta attendere. Ieri in un articolo de La Stampa si ribadisce il netto no del quartiere e delle sue associazioni ai nuovi parcheggi sotterranei. Soprattutto quello di corso Marconi.

Il parcheggio della discordia: “Nessuno lo vuole”

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Ma anche piazza Nizza è minacciata. I lavori della metropolitana e i successivi lavori di superficie hanno consegnato una piazza ricolma d’asfalto. Recentemente è partito il terzo cantiere per una nuova pavimentazione: il mercato tornerà a breve ma si troverà un altro cantiere davanti, il quarto, quello del parcheggio sotterraneo.

L’altro lato infatti è abbandonato da due anni. Sopravvivono due filari di alberi e un “orto di quartiere”, un’esperimento interessante che ha contraddistinto questo luogo. Tanti i proclami ma nessun intervento, ora la parola passerà ai privati. Che ne sarà della piazza? Nessuno lo sa, di nuovo.

Invece mancava da un po’ l’articolo sulla movida, dedicato ad un locale “rispettoso”…

San Salvario, movida soft con il voto del condominio

CI SONO casi in cui vale più un patto tra gentiluomini, imposto dai vicini di casa, che mille regolamenti municipali che saltano di fronte al Tar. Funziona così tra i titolari del Ddr, uno degli ultimi locali arrivati a San Salvario, nonostante il nome rivolto tutto al passato si riferisca all’estinta repubblica della Germania dell’Est, e il condominio di via Berthollet 9, all’angolo con via Goito. Da una parte si scansano multe, lamentele e spiacevoli beghe condominiali, dall’altra si evita di essere disturbati troppo dal tanto odiato fracasso della movida.

Il patto stipulato dal titolare, lo stesso della Drogheria di piazza Vittorio Veneto, e il proprietario dei muri, il quale l’ha posto tra le condizioni irrinunciabili per chiudere il contratto di affitto, dipende dalla volontà, espressa in maniera palese e con voto in assemblea di condominio, di mettere un freno all’orario. Entro l’una di notte, al massimo fino alle due nelle serate più affollate. Un punto fondamentale per dare il via libera all’apertura delle serrande, oltre al fatto di limitare al massimo il disturbo, abbassare il volume della musica entro mezzanotte e tenere pulito il dehor e l’area circostante.

“Nessun eroismo, per carità” ammette il titolare “È stata prima di tutto una condizione senza la quale sarebbe stato difficile ottenere in affitto i locali”. Ma a marzo, quando ha aperto in uno dei luoghi che fino a poco tempo fa era considerato tra i massimi centri di spaccio del quartiere, il titolare del Ddr si è fatto due conti ed è arrivato alla conclusione che sarebbe stato più soddisfacente agire in questo modo anche per l’attività. Meglio rinunciare a due-trecento euro di incasso a serata per quelle due ore in meno di apertura, si è detto, che scatenare una battaglia con i condomini, a colpi di dispetti e reciproche rivalse. Oltre al rischio di essere sanzionato dalla polizia municipale per gli schiamazzi.

L’importante, insomma, è non farsi sentire. Al di là dell’orario di chiusura del locale, che comunque è flessibile in base all’afflusso, al primo posto c’è la sensibilità: fare attenzione ai vicini limitando al massimo il rumore. È quasi un anticipo a San Salvario del “patto per la movida” siglato dal Comune con gli esercenti di piazza Vittorio, dove il titolare del Ddr conosce già il meccanismo basato sull’assistenza, la pulizia, dall’esperienza dell’altro locale di sua proprietà, la Drogheria.

L’altro ieri gli esercenti del quartiere si sono riuniti per discutere della proposta, con cui si erano impegnati a inizio luglio con il sindaco Fassino e l’assessore alla Sicurezza Giuliana Tedesco, di far nascere entro due settimane un’associazione rappresentativa di tutti i gestori dei locali. Ma l’associazione non è nata: i tempi saranno inevitabilmente più lunghi, le resistenze tra gli esercenti non mancano e il terreno non è ancora pronto. Del resto che ci fossero delle difficoltà ad aggregare così tante anime in un unico comitato era stato fatto presente anche al termine di quell’incontro. La strada è ancora lunga, insomma, e bisognerà procedere a piccoli passi.

di Gabriele Guccione, Repubblica (03/08/2012)

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