San Salvario, drappi ai balconi contro il caos della movida




“SEMPRE peggio”, dice Eliana Strona, segretaria dell’Associazione di residenti “Rispettando San Salvario”. “Sempre uguale, con qualche piccolo segnale di miglioramento “, le fa eco da via Matteo Pescatore Mario Vadacchino, presidente di “Piazza Vittorio e zone limitrofe”. La movida torinese ha tante facce. Quelle sempre più cupe di San Salvario, dove si stanno moltiplicando i drappi arancioni ai balconi. Con scritte molto civili (“Dormire per studiare “, “Dormire per pensare”), che non riescono però a nascondere le insofferenze crescenti. Destinate, come annuncia Strona, a tradursi preso in manifestazioni di protesta. Quelle da molto tempo preoccupate di piazza Vittorio e dintorni, dove a colpi di battaglie, di incontri e di riunioni sembra che qualcosa si stia muovendo. 
“Mi pare che dopo la sigla del patto con la città stiano cominciando a sanzionare, ma se non si combatte l’abitudine al consumo dell’alcol in strada non si risolve niente”, commenta Vadacchino. La movida ha anche i tratti un po’ più familiari dei frequentatori del Quadrilatero, dove accanto alla ricerca dello sballo c’è anche il più quieto divertimento delle famiglie che scendono in piazza Emanuele Filiberto per assaporare un soffio di clima vacanziero in città. Intanto i comitati si alleano e sta nascendo una rete nazionale che valica i confini torinesi per mettersi in contatto con residenti esasperati che abitano a Milano e in altre città italiane. “Sapere come vengono affrontati i problemi dalle varie amministrazioni è uno strumento in più e poi non vi rendete conto di quantola gente sia arrivata al limite, il tema sta diventando nazionale”, dice la segretaria del comitato di San Salvario.“Le richieste di drappi arancioni sta aumentando” incalza Strona citando gli esempi virtuosi di città europee come Berlino, dove alla undici e mezza di sera suona una campanella e il popolo della movida è costretto all’aut-aut: o entrare nei locali o andarsene a casa. Per non parlare poi dei night busters, gli autobus che invece di scaricare gli amanti dello sballo notturno in centro come succede a Torino, li portano dal centro nei locali delle zone periferiche dove non disturbano la quiete dei cittadini. Che chiedono a gran voce di poter dormire senza tappi nelle orecchie. Via Principe Amedeo, via Mazzini, via Maria Vittoria, Lungo Po Diaz, via Della Rocca, via Vanchiglia.
La mappa di chi lancia sos al sindaco Piero Fassino e all’amministrazione si sta allargando e tutte le domeniche arriva ai giornali un bollettino di guerra. Scrive Giovanna Abrate da via Della Rocca, che si definisce indignata: “Non riesco a dormire e passo le giornate abbattuta dagli ansiolitici assunti di notte. Vedo la mia città devastata e incivile. Le mie figlie ormai vivono all’estero e quando tornano a trovarmi dicono che in una società così non torneranno più. Aderirò a qualsiasi iniziativa legale intrapresa per salvaguardare la mia salute e la mia città”.
Si sta pensando ad una class action a difesa di tutti i cittadini vessati dalla movida, avverte Simonetta Chierici, che ogni fine settimana invia un resoconto dettagliato con i fatti della notte precedente. Amalia Santiangeli è consigliera di circoscrizione del Pd in centro e coordinatrice della commissione commercio. Conferma che l’area della protesta si sta estendendo, però è ottimista: “Sicuramente ci sono segnali di miglioramento con questo patto che ha coinvolto associazioni di residenti e commercianti. Siamo all’inizio, ma mi sembra che il Comune abbia finalmente scelto di trovare delle soluzioni”.

di Sara Strippoli, Repubblica (13/06/2012)


La periferia scrive al centro “La movida si sposti qui”
Una lettera d’invito ai locali notturni: “Venite ad investire in queste strade”


Nei prossimi giorni sarà recapitata una lettera speciale ai commercianti di piazza Vittorio, del Quadrilatero Romano e di San Salvario. A firmarla il Comitato Urban Barriera di Milano. All’interno, una sfida per il futuro: «Venite ad investire in queste strade». Ristorantini alla moda, famosi cocktail-bar, piccole trattorie o locali per la musica dal vivo. Non c’è alcuna differenza. L’importante è voler scommettere nel quartiere. Perché la riqualificazione si gioca anche tra i dehors di una nuova pizzeria e le insegne accese fino a tardi di un locale.

Gli incentivi per aprire
Il copione è sempre lo stesso. Per rilanciare un quartiere in crisi gli sforzi devono essere molteplici. Ristrutturare le abitazioni e sconfiggere la criminalità, ma non solo. È fondamentale puntare sull’offerta commerciale. Anche quella dei locali della movida. «Per questo abbiamo deciso di scrivere alle varie associazioni dei locali – dice Tecla Livi, responsabile del progetto Facilito -. Proponiamo una scommessa: trasformare questo quartiere investendo sull’apertura di un’attività». Una sfida da fare insieme, godendo di una serie di incentivi offerti dal Comune. Finanziamenti agevolati con un parte del 35% a fondo perduto, sconti sulle spese per il dehors e quattro licenze in deroga per evitare il pagamento della monetizzazione dei parcheggi. Tutto entro il 31 ottobre. L’unico requisito è aprire un’attività di somministrazione nel Borgo Storico, tra Piazza Foroni e l’ex area Incet di via Banfo.

Il rilancio già partito
Movida da una parte, lotta al degrado dall’altra. Una battaglia già cominciata. In corso Palermo, martedì alle 19 sarà inaugurata la nuova veste della pizzeria «Claudio». «Apriremo la stufateria – dice il titolare, Claudio Ferraro -. Dopo dieci anni mi sono detto o vado via o investo in una novità. Ho scelto di proporre lo stufato e il brasato cotto nel forno a legna». Menù unico e un’insegna che rimane accesa ogni notte fino a tardi, come fa un’altra «novità» del quartiere: la gelateria di via Paisiello: «Dopo aver investito nel Quadrilatero abbiamo scelto la periferia – dice Christian Fea, da “Il Gelato di Bruno” -. Va alla grande. Non è vero che questa è una brutta zona».

Il primo pub
«Grazie al progetto Facilito apriremo il primo pub-caffetteria del quartiere», dice Barbara Santise. Un locale pensato per i giovani. Gli stessi che spesso sono costretti ad andare in centro per trovare una saracinesca aperta dopo le 21. Ma non è finita qua. È iniziata la ricerca di uno spazio per il nuovo Kitchen Club. Sbarcherà il ristorante con la «cucina condivisa» di via Fratelli Garrone.

Addio ai pregiudizi
«Il problema dello spaccio non è risolto – dice Fabio Prunotto, il proprietario dell’omonima bottiglieria di corso Vercelli -. Ma questo non è di certo il Brox e da noi vengono a fare aperitivo tanti ragazzi di altri quartieri».
L’importante è mettersi in gioco. In Barriera di Milano gli spazi non mancano e i prezzi del mercato immobiliare sono molto bassi. «Un aspetto importante per pensare ad una Barriera by night – aggiunge Prunotto -. Una trasformazione che deve partire in primis dal rilancio del vita diurna». Ma non solo. Sono fondamentali anche altri due fattori: la vivibilità di un quartiere e, soprattutto, i giovani. «Il primo passo di Facilito è servito per aiutare chi cercava già un locale in Barriera di Milano per la propria attività – dice il presidente della Circoscrizione Sei, Nadia Conticelli -. Adesso si punta ad attirare anche realtà da altri quartieri. La movida se rispettosa è una risorsa preziosa perché attira tanti giovani. Sono portatori di nuove idee e hanno voglia di sperimentare cose nuove. Elemento di vitalità fondamentale per la Barriera di Milano del futuro».

di Paolo Coccorese, La Stampa (13/06/2012)
Il sindaco “frena” sugli orari della movida




“Evitiamo troppe deroghe sugli orari”. Il sindaco Piero Fassino tira il freno sulla possibilità di concedere ai “punti verdi” dei quartieri, le feste organizzate dalle circoscrizioni per il periodo estivo, troppa elasticità nella chiusura notturna. Il problema movida dai torinesi che vivono lungo l’asse del Po, tra piazza Vittorio e San Salvario, è già sentito. Non passa giorno senza che in Comune, e non solo, non arrivino lettere di protesta di singoli cittadini o gruppi organizzati. Se poi si vanno ad aggiungere, anche se per poche settimane, altre occasioni di baccano notturno la questione rischia di ingigantirsi. Cosa che Fassino vuole evitare. “Le persone vogliono anche dormire”, avrebbe detto in giunta.

L’occasione per mettere dei paletti è la delibera presentata da Maria Cristina Spinosa, assessore al decentramento, sulle “feste” estive nei quartieri. Dall’elenco si contano più di 30 appuntamenti sparsi su tutta la città, in media da due a tre per circoscrizione. Dai Giardini Reali al Gazebo Sambuy, dalla Cascina Giaione a piazza Livio Bianco, da piazza Bottesini a largo Mercadante, dal cortile del Cecchi Point alla terrazza sul Po di corso Moncalieri, dalla fontana Luminosa del Valentino al parco Di Vittorio. Alcune hanno solo una funzione ricreativa di giorno e non hanno ambizioni di trasformarsi in una disco estiva fino alle due o alle tre di notte. Cosa che invece attrae altri “punti verdi”, in spazi all’aperto, spesso in giardini. Nel documento non 

si fa riferimento a nessun orario di chiusura preciso, ma vale la regola generale, per cui, in caso di attività temporanee in zone pubbliche, bisogna spegnere le casse e cessare l’attività a mezzanotte.

Un’ancora di salvezza rispetto alle diverse deregulation sui locali, frutto della liberalizzazione, che hanno di fatto eliminato tutti i limiti agli orari. Unico paletto? La somministrazione di alcolici, vietata dopo le tre di notte. All’assessorato al Commercio sono però arrivate già numerose richieste di deroghe da parte degli organizzatori degli eventi promossi dalle circoscrizioni, l’obiettivo è quello di superare l’asticella della mezzanotte e di arrivare alle tre di notte, così da far anche concorrenza agli altri punti di ritrovo notturni tra piazza Vittorio, Quadrilatero e San Salvario. Cosa che interesserebbe circa la metà degli eredi dei punti verdi, attività una volta organizzati dal Comune direttamente, e poi passati in capo ai quartieri, in collaborazione con i privati, da quando i soldi per organizzarli sono sempre meno.

L’indicazione del sindaco è chiara: maglie strette. E all’assessorato al Commercio, guidato da Giuliana Tedesco, sembra che non abbiano intenzione di allargarle, ma al contrario di tenere duro, di non concedere deroghe a raffica e di allungare gli orari di poco dove è certo che questo non provochi disagi. Già c’è la questione movida, tra piazza Vittorio, dove si sta sperimentando il patto localiresidenti e la patente a punti, e San Salvario, dove il problema rischia di esplodere. E non è detto che il Comune decida provvedimenti ad hoc. 


di Diego Longhin, Repubblica (13/06/2012)

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