Sabato sera a Sergio Bigiordi, gestore della rhumeria “Biberon” di via Silvio Pellico, un giovane di “San Salvario Sostenibile” ha consegnato una lettera con lo stemma del Comune. È l’invito all’incontro di mercoledì con il sindaco Piero Fassino, assessori e coi comitati contro il degrado e il rumore. Come lui lo hanno ricevuto gli altri gestori dei locali di San Salvario. Molti hanno fatto il possibile per diminuire il disagio, ma a quanto pare non basta. Non bastano i cartelli, tolti dal “Biberon” per il “decoro urbano”, gli inviti continui ai clienti ad abbassare la voce, come fanno a “Lo Sbarco”, non bastano i buttafuori dell'”Astoria” e gli orari ridotti. Stasera alcuni gestori si incontreranno per trovare una risposta e proporre soluzioni che non danneggino le attività.

A Bigiordi però sembra inutile dover spiegare l’impegno per rispettare tutti e i benefici dell’apertura dei bar a San Salvario. “Se la critica è rivolta alla gente posso essere d’accordo – afferma Bigiordi -. Se si mettono contro noi gestori non ci sto. Lavoriamo e facciamo lavorare, produciamo e paghiamo le tasse”. A “Lo Sbarco” Alberto Seano spiega: “Chiudiamo il prima possibile, al massimo alle due, a meno che non ci siano mandrie di barbari. Per questo stiamo fuori a limitare gli schiamazzi. Di più non possiamo fare. Il Comune doveva pensarci prima di concedere le licenze per dieci locali qui”. Se non era per i primi bar San Salvario sarebbe come prima, sottolinea il gestore del “Biberon”: “Senza di noi il Comune sei anni fa non metteva i marciapiedi. Ok, c’erano anche le Olimpiadi, ma gli abitanti non possono sempre lamentarsi”.

Due clienti, Gianluca e Karim, turisti da Corigliano Veneto, raccontano un paradosso: “Dovevamo venire nel quartiere per una cena. All’hotel di via Sacchi ci hanno consigliato un taxi per evitare rischi, ma il tassista si è messo a ridere quando gliel’abbiamo detto. La serata è stata tranquilla”. Pare che neanche i torinesi sappiano cosa è San Salvario: “Alcuni non hanno la percezione che il rischio è calato. Ci sono ancora i pusher, ma non aggrediscono la gente”, dice Seano. Invece con le bandiere del comitato nimby “Rispettando San Salvario”, si sa bene chi è contrario alla movida e chi vive senza problemi. Lo nota Andrea Nissim, uno dei gestori dell'”Astoria”, locale aperto da dicembre in via Berthollet e capace di aprire un varco (da allora nella via hanno aperto le Lavanderie Ramone a marzo e due mesi fa il Ddr). Conta le bandiere, racconta della petizione che il palazzo di fronte sta facendo contro il locale e guarda la strada: all’angolo con via Belfiore resistono alcuni spacciatori, poi c’è un negozio cinese che vende alcol a prezzi stracciati e rifornisce gli alcolizzati: “Siamo stati i primi ad avere una security tutte le sere dalla nostra apertura.

Controllano la situazione qui davanti, ma se una persona si piazza sulla strada e il buttafuori gli dice qualcosa la risposta è: “Tu chi sei? Cosa vuoi?””. Per un cameriere si tratta di un problema di educazione dei clienti e loro fanno il possibile. Locale “invernale” per musica ed eventi (concerti e dj set nel “basement”), con il caldo è cambiato: “La gente tiene le finestre aperte in estate, quindi abbiamo interrotto la programmazione musicale”. Verso via Goito c’è il Ddr, aperto da poco dai proprietari della Drogheria di piazza Vittorio. Sanno com’è la situazione e per questo chiudono intorno all’una. Serve anche a evitare multe onerose. Venerdì sera, ad esempio, la municipale ne ha fatta una di 500 euro, però a una festa privata in un appartamento di via Principe Tommaso.

di Andrea Giambartolomei, Repubblica (09/07/2012)

8 Commenti. Nuovo commento

  • come diceva il filosofo “tutti finocchi col c+++ degli altri”. Dice bene il gestore: “Il Comune doveva pensarci prima di concedere le licenze per dieci locali qui” e dice pure bene: “Se non era per i primi bar San Salvario sarebbe come prima”. Ma dare il merito di una riqualificazione sociale del quartiere ai locali, mi pare eccessivo. Secondo me è perché il quartiere era già riqualificato che i locali hanno aperto. Il Comune ha dato le licenze, e dal mio punto di vista ha sbagliato a riempire via Baretti di locali.Credo che chi vive lì, e nelle vie limitrofe, abbia diritto al sonno e alla quiete. Soluzione antipatica e britannica: a mezzanotte tutti i locali chiudono. Terribile per uno come me che ama girare la notte per San Salvario ma poi, così terribile? La bellezza di un quartiere non può essere la somma del tasso alcolemico dei suoi frequentatori.
    Matteo

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    • le licenze non le concede il comune..l’europa le ha liberalizzate. Chiudere a mezzanotte ? non siamo a bagdad..bisognerebbe solo multare chi fa casino io non ho mai visto una volante in giro la sera..

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  • Evidentemente chi gestisce questo blog sull’argomento ha certe idee… Infatti posta un articolo veramente fazioso e zeppo di affermazioni palesemente false e imprecisioni che certo non fà onore nè al giornalismo nè al giornalista che lo ha scritto.
    Ad esempio su LA STAMPA è comparso un articolo di Paola Italiano sicuramente più obiettivo.

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    • obiettivo per chi? l’articolo sulla stampa è populista non obiettivo…

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    • Sono l’autore dell’articolo.
      All’anonimo che giudica l’articolo “veramente fazioso e zeppo di affermazioni palesemente false e imprecisioni” (stesse parole di una mail che ho ricevuto):
      1) Le affermazioni sono di chi le dice, e io le riporto con cura. Se una persona si lamenta su un tema interessante io raccolgo la sua opinione, così come hanno fatto i giornalisti che hanno dato la voce ad alcuni residenti arrabbiati. Cosa dovevano dire gli altri residenti non coinvolti? E gli esercenti?;

      2) Parliamo degli articoli usciti nei giorni prima, quelli con la versione dei comitati, sulle minacce di esposti alla procura e le denunce: vi facevano comodo, non erano faziosi.

      L’intento di questo articolo era dare la voce a chi, nei giorni prima, era stato trascurato. Né di più, né di meno. Era un dovere di completezza dopo le pagine dei giorni prima (basta comprare i giornali, La Stampa e Repubblica, per capire).
      AG

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    • Compito di un giornalista è anche verificare le fonti e le notizie che si danno. La riunione di cui si parla non coinvolge i comitati dei residenti, ma solo i gestori e la convocazione via “giovane” non è credibile. I due turisti veneti, di Conegliano presumo, racconano una storia assurda e che non dice nulla. Magari invece intervistare il Direttre dell’hotel mercure di via Nizza e leggere ciò che scrivono e affermano i suoi clienti, che sono i turisti su cui Torino vuole puntare sarebbe servito a qualcosa. E’ altrettanto assurdo riportare affermazioni sugli sforzi dei gestori che, francamente nel quartire non si sono visti, e farli passare da vittime. E per fortuna che adesso grazie a loro ci sono i pusher gentili che non aggrediscono la gente…Bastave fermarsi una sera proprio accanto, sull’angolo, allo Sbarco per vederli all’opera e magari vederli bere una birra “presa” nel locale…

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    • Se vuole le faccio il nome del ragazzo di San Salvario Sostenibile e le do il numero di telefonino, così lo chiama e glielo chiede di persona.
      E dei turisti può crederci o non crederci, ero lì sabato sera e quando hanno sentito che parlavo con altri di sicurezza del quartiere mi hanno raccontato la loro storia. Perché mai avrebbero dovuto inventarla?

      Le ripeto, cara persona che non ha la dignità di mettere il suo nome e cognome, che la stessa critica che lei rivolge a me avrebbero potuto porla altri lettori agli articoli in cui si riportano i problemi accusati da alcuni residenti. Anzi, di sicuro alcuni hanno proprio pensato “Questi giornalisti riportano solo la voce dei comitati”.
      Quindi, ripeto di nuovo, questo articolo viene dopo una serie e va letto in un contesto.
      Quindi il problema non è mio se lei vuole leggere quello che le pare in una maniera univoca. Io non ho nulla da farmi perdonare né voti da conquistare.

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  • Pubblichiamo quello che è inerente al quartiere, non so di quale articolo parli ma probabilmente parlava della situazione cittadina in generale. E poi qualcosa potrà pure sfuggirci! Puoi comunque esprimere la tua opinione senza puntare il dito o aleggiare accuse.

    Abbiamo dedicato ampio spazio sia alla fazione “pro” che a quella “contro”. Poi ognuno, ovviamente, ha le sue opinioni.

    La mia è che occorre trovare una giusta via di mezzo: bisognava comunque evitare una concentrazione così elevata di locali notturni, che per certi versi impoveriscono il quartiere, per altri lo arricchiscono.

    Come suggeriva Matteo la via “britannica” potrebbe essere la strada giusta, evitando che la situazione degeneri ulteriormente.
    Anche se alcuni locali, quelli che solitamente non compaiono sulle pagine cittadine, hanno risolto i problemi di convivenza consultando fin dal principio il condominio che li ospita e regolamentandosi di conseguenza. Mi sembra una premessa essenziale che l’invasione di locali in certe vie, come via Baretti, ha vanificato.

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