Folla alla mensa dei poveri “Aiutateci a dare una mano”

Nel 2008, il primo giorno di distribuzione del pasto, c’erano 28 persone. Oggi, alla mensa dei poveri di via Belfiore 12 , si presentano ogni domenica e ogni giorno festivo circa 700 persone. La povertà è aumentata, i soldi al welfare drasticamente tagliati e don Adriano Gennari si rivolge a tutti i cittadini che hanno qualcosa in più perchè siano solidali: «Aiutateci a dare una mano».
La coda ogni domenica
A due passi dal centro sfavillante di vetrine e luci d’artista, ogni domenica c’è una folla di persone che si mette in coda per un pasto caldo. La mensa dei poveri è una delle attività dell’associazione di volontariato Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione Onlus, nata nel 1997 e voluta da Don Adriano Gennari, sacerdote cottolenghino che ha deciso di affiancare alle attività prettamente spirituali anche un sostegno materiale per chi non ha nulla. Si decise di aprire la domenica e nei giorni di festa, quando molte altre mense cittadine sono chiuse. La prima distribuzione pasti avvenne nel 2008 in via Principe Tommaso, ma ben presto il locale fu troppo piccolo per accogliere tutti coloro che vi si rivolgevano. Nel 2009, il Cottolengo mise a disposizione i locali di via Belfiore, dove ancora oggi l’associazione opera. Misurando, giorno dopo giorno, una situazione drammatica che va via via peggiorando.

Nuovi poveri
«Quando abbiamo iniziato – spiega don Adriano – la quasi totalità delle persone che venivano da noi erano stranieri. Oggi, oltre il 30% sono italiani, e si tratta molto spesso di persone che hanno visto di colpo la loro situazione precipitare».
Oltre alla mensa, c’è anche la distribuzione del pacco viveri, ogni mercoledì, alle famiglie. C’è un’assistente sociale volontaria, che verifica e certifica ogni singola situazione di disagio, che dà diritto a ricevere l’aiuto: sono circa più di trecento i nuclei famigliari che vengono aiutati.

Come aiutare
«Chi può e vuole – dice don Adriano – può aiutarci in tanti modi. Può aggiungersi al centinaio di volontari che ci danno una mano, o fare una donazione. Può anche donare cibo e beni, ma in questo caso invitiamo a rivolgersi prima all’associazione, per sapere di cosa c’è effettivamente bisogno». Per informazioni: www.cenacoloeucaristico.it; donadriano@cenacoloeucaristico.it

di Paola Italiano, La Stampa (03/11/2012)

L’infinito cantiere che circonda la stazione Porta Nuova

E Porta Nuova? Mentre il Comune annuncia il piano “low cost” per la copertura del Passante ferroviario, la principale stazione cittadina continua ad essere assediata dai cantieri. Parliamo dell’esterno, chè all’interno l’edificio – grazie all’intervento strutturale e radicale portato a termine da Grandi Stazioni – è rinato a nuova vita: miscelando il suo ruolo di stazione ferroviaria moderna con quello ad uso servizi e commerciale.

Qualche numero: 50 mila metri quadrati riqualificati, 15 mila dei quali dedicati ai servizi, allo shopping e al ristoro; 6 scale mobili installate e 6 tra ascensori e montacarichi; modificata la dislocazione della biglietteria.
Fuori no. Fuori si direbbe che i lavori non finiscano mai. E non si può che convenire con Luigi La Spina il quale, su La Stampa di ieri, ha individuato nella stazione uno dei paradigmi di opere incomprensibilmente “slow”: «Rifatta piacevolmente all’interno, all’esterno offre al turista che arriva a Torino uno spettacolo indecoroso e una difficile viabilità». Ai turisti e, se è per questo, ai torinesi: che oltretutto devono conviverci tutti i giorni e non per il breve spazio di un arrivo o di una partenza. Parliamo di una stazione con un transito giornaliero di 190 mila persone, paragonabile agli abitanti di una media cittadina.

Il Comune si chiama fuori. Come precisa Claudio Lubatti, assessore alla Viabilità, «non abbiamo stazioni appaltanti nell’area intorno a Porta Nuova». Anzi: nei giorni scorsi anche Palazzo civico ha cominciato a interessarsi della vicenda, chiedendo spiegazioni: calendario alla mano. Un’altra è arrivata al nostro giornale a firma di Grandi Stazioni, società del Gruppo Fs che ha seguito e segue tuttora la partita. «Il cantiere esterno su via Sacchi, dopo i rallentamenti degli scorsi mesi legati alle vicende della società appaltatrice Dec.Spa, ha regolarmente ripreso l’attività – si legge nella nota inviata alla rubrica Specchio dei Tempi -. Il progetto prevede la realizzazione di un parcheggio interrato di 4 piani con una capacità di 242 posti auto e 10 posti moto».
Quanto alle impalcature sulla facciata, «sono relative ai lavori di rifacimento delle coperture e di consolidamento: opere straordinarie, rese necessarie dalle forti ondate di maltempo dello scorso anno».

Meriterebbero un’attenzione particolare anche le vistose chiazze di umidità che in alcuni punti, ad esempio sotto le volte affacciate su via Nizza, macchiano tratti della parete ridipinta in occasione dei recenti interventi: se si tratta di danni provocati dagli eventi atmosferici, è un conto; se la causa è qualche perdita, forse converrebbe porvi rimedio prima di tinteggiare.
Resta la necessità di terminare i lavori, e in fretta: ogni cantiere, per quanto motivato, rappresenta un disagio per quanti lo subiscono. Quelli di Porta Nuova non fanno eccezione.

di Alessandro Mondo, La Stampa (03/11/2012)

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