GiraLibro nel quadrilatero di San Salvario: la libreria diffusa prende il via martedì 12 marzo

Oggi i 32 locali che hanno aderito al progetto saranno dotati di espositori e libri, locandine e adesivi di identificazione in vetrina. L’idea è uscire dai soliti circuiti culturali per stimolare la lettura in luoghi molto frequentati e di uso più quotidiano.


L’idea è semplice: ci si reca in uno dei 32 i punti GiraLibro (guarda l’elenco sotto) distribuiti nel quadrilatero del quartiere, si sceglie un volume dall’apposito espositore (contenente anche i pieghevoli con la mappa dei locali aderenti all’iniziativa), lo si consulta in loco o lo si porta a casa (lasciando dati e email). Per restituirlo basta recarsi in un punto qualsiasi (non necessariamente quindi dove si è preso) e ripetere l’operazione se si vuole. Ogni locale sarà fornito inizialmente dai 5 ai 7 libri e sono previsti anche punti GL dedicati ai bambini e ai ragazzi. Il progetto, promosso dalla libreria Trebisonda e dall’associazione commercianti San Salvario, è sostenuto con un contributo della Circoscrizione. Al piano hanno aderito 23 editori, i quali hanno regalato dieci copie a testa. Ogni libro verrà timbrato per sottolineare l’appartenenza al progetto (una delle caratteristiche che distinguono GiraLibro dal normale bookcrossing). A giorni sarà operativo anche il sito giralibro.com (dove i lettori potranno postare le loro recensioni o i commenti), con spazi dedicati ai Punti GL, agli editori e anche ai singoli libri che potranno essere recensiti e votati. C’è anche la pagina facebook.
L’idea che sta dietro GiraLibro è che il libro debba uscire dai soliti circuiti culturali per avventurarsi in luoghi molto frequentati e di uso più quotidiano. In questo modo il libro può entrare a far parte della vita (o almeno della visuale) di quelle molte persone che non frequentano librerie o biblioteche, cinema o teatri. Come in una vera e propria biblioteca diffusa, i GiraLibri saranno a disposizione degli abitanti grandi e piccini di San Salvario e non solo.

da ottoinforma.it

I punti che hanno aderito all’iniziativa:

Punti GiraLibro

1 Verdessenza Ecobottega | via S. Pio V 20F, 011 8198187, mazzotta@eco-sum.it
2 Bien-être Centro Estetico | via Goito ang. via B. Galliari 4E, 011 6505636
3 Il pane e le rose B&B | via Goito 11, 338 8216292, info@ilpanelerose.it
4 Enò Libero Emporio Gastronomico | via B. Galliari 12/L, 011 6596031, info@enotorino.com
5 Yankuam&Co Gastronomia | via B. Galliari 19, 349 2237484, info@yankuam.com
6 Rosso Piccante in cucina | via B. Galliari 24B, 011/65.99.323, info@rossopiccante.it
7 Da Fatima Gastronomia Casa Vostra | via S. Anselmo 9F, 3280598691
8 DDR | via C. L. Berthollet 9, 011 0360384
9 Il Camaleonte Piola | Via C. L. Berthollet 9/F, 011 6504115
10 Dienne Bar Torrefazione (Angela) | via C. L. Berthollet 19, 011 6692460
11 San Salvario Bistrot | via C. L. Berthollet, 23F, Torino, 011 0378091
12 Horas Kebab | via C. L. Berthollet 24, 338 9504894
14 GMC Carpenteria Metallica | via Principe Tommaso 21
15 Soundart Gallery and Music Bar | via S. Anselmo 20C, 327 3282028, soundart.info@gmail.com
16 Bazura Circolo Arci | via Belfiore 1bis, 329 9455863, info@bazura.it
17 Trebisonda Libreria | v. S. Anselmo 22, 011 7900088, trebisondalibri@gmail.com
18 BibeRON Café | via S. Pellico 2F, 328 2817954
19 Pasión Ristorante Argentino | via S. Pellico, 2bis, 011 658183
20 Nina Tauro Atelier | via S. Anselmo 26, 329 9775271
21 Sud Circolo Arci | via Principe Tommaso 18bis, circolo.sud@gmail.com
23 Bordeaux Brasserie | via G. Baretti 15, 011 5539793
24 Oblom Galleria d’arte | via G. Baretti 28, info@galleriaoblom.it
25 Caracol Arte Contemporanea | via Saluzzo 23, info@caracolarte.it
26 Bin11 Associazione Culturale | via Belfiore 22A, 347 8970190
27 La Piazzetta B&B | largo Saluzzo 36, 011 6503490, bblapiazzetta@tiscali.it
29 Gaia&Chiara B&B | Principe Tommaso 37D (reception), 3403645760
30 Circoscrizione 8 | via Ormea 45, 011 4435811
31 Zabbara Eccellenze Siciliane | via Saluzzo 49D, 39 011 6509240, info@zabbara.it.
giraLibro junior
5 Yankuam&Co Gastronomia | via B. Galliari 19, 349 2237484, info@yankuam.com
9 Il Camaleonte Piola | via C. L. Berthollet 9F, 011 6504115
13 Mara dei Boschi Gelateria | via C. L. Berthollet 30H, 011 0769557
22 Teapot Tisaneria | via S. Pellico 18, 011 19781481
28 ASAI Associazione Animazione Interculturale | via S. Anselmo 27, 011 657114
32 Il cortile Café Restaurant | via Bidone 12G, 011 5781468, info@ilcortile.eu

“Il quartiere vuole quel kebab che fa di nome Kabul”

Per i condomini dello stabile che la ospita quel nome faceva quasi paura. «Rovina il prestigio del palazzo». «Evoca brutti pensieri». Così, la gastronomia, inaugurata circa due settimane fa, era rimasta con l’insegna oscurata. Incartata nei fogli di giornale, nascosta all’occhio dei passanti.
Ieri, però, sotto quel nome, «Kebab Kabul», si sono ritrovati a decine. Tanti giovani, ma anche persone di mezz’età, del quartiere e non solo. La pioggia non li ha fermati: sono arrivati da tutta la città per «combattere il razzismo e l’ignoranza». Una sfida da vincere addentando un panino di carne e verdura arrotolato. E dimenticare il gusto amaro dei pregiudizi.

L’appuntamento si è diffuso attraverso Facebook. Dopo la pubblicazione in queste colonne della storia della nuova gastronomia di via Saluzzo 1, sul social network è stato lanciato un invito speciale. «Per supportare i due ragazzi che hanno deciso di aprire il negozio, quando a Torino ne chiudono tre al giorno, e per combattere l’ignoranza dei condomini: tutti a cena al Kebab Kabul», recitava l’invito diffuso sulla rete. Un’idea che in pochi giorni ha raccolto decine di adesioni sul web. In tanti hanno deciso di esprimere solidarietà a due proprietari afghani. Giovani, fuggiti dalla guerra, hanno aperto un piccolo ristorante in San Salvario, che ha attirato le critiche degli abitanti del palazzo. Tutta colpa del nome scelto. «Kabul»: la città natia dei ragazzi e la capitale di un paese che, secondo i vicini, mal si abbina con l’eleganza del palazzo torinese.

«A me personalmente non piace il kebab, ma rivendico il diritto universale alla libertà di indicare il proprio negozio con il nome che si vuole», hanno scritto su Facebook. Qualcuno ha annunciato la sua partecipazione ponendola come sfida: «Spero che con tutta questa visibilità i proprietari di Kebab Kabul guadagnino così tanti soldi da comprarsi l’intero palazzo».

Ha addentato un morso del delizioso panino anche l’assessore all’Arredo urbano Ilda Curti che ha garantito: «Domani verificherò se l’insegna rispetta le regole comunali. In tal caso, non vedo dove stia il problema».
Una rivincita da festeggiare con il kebab di una gastronomia con un nome normale divenuto «speciale».

di Paolo Coccorese, La Stampa (12/03/2013)

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