[fusion_builder_container hundred_percent=”yes” overflow=”visible”][fusion_builder_row][fusion_builder_column type=”1_1″ background_position=”left top” background_color=”” border_size=”” border_color=”” border_style=”solid” spacing=”yes” background_image=”” background_repeat=”no-repeat” padding=”” margin_top=”0px” margin_bottom=”0px” class=”” id=”” animation_type=”” animation_speed=”0.3″ animation_direction=”left” hide_on_mobile=”no” center_content=”no” min_height=”none”][Foto da sandrogastinelli.it]
Torino. Quartiere San Salvario. Il cinemateatro Baretti ha fatto più spettatori di molte altre sale del capoluogo piemontese.
Ma cosa succede in questo cinema parrocchiale di tanto spettacolare? Ci risponde soddisfatto Jimmi Ceriana uno dei promotori della rassegna ‘Portofranco’ alla sua quinta edizione: “La nostra proposta di cinema invisibile ha avuto un tale successo che ci costringe spesso purtroppo a non poter accogliere tutte le persone in quanto la sala (112 posti) è subito piena”.
Ma cos’è il cinema invisibile: “Si tratta di prodotti cinematografici di qualità – spiega ancora Ceriana – solitamente dedicati a temi socio politici o di forte impatto e impegno umano che sono ignorati o passano come meteore nei circuiti della grande distribuzione”.
Portofranco è un progetto sorto dalle ceneri del cineforum promosso per i dipendenti dalla banca Crt e che era ospitato al Baretti. “Ad un certo punto Marco Vernetti, ora responsabile dell associazione Baretti, ha chiesto se era possibile estendere le proposte del cineforum a tutto il quartiere allargando ad un gruppo di volontari le scelte delle pellicole. In questo modo si è avuto subito un ottimo riscontro di pubbico con pellicole di ogni parte del mondo che affrontatano tematiche poco trattate dalla multisale come la sessualità tra gli anziani, la presenza italiana in jugoslavia, il disagio giovanile, l’immigrazione. Spesso le proiezioni invece del dibattito vedono presenti registi e protagonisti dei lavori proposti.
E’ indubbio che questo successo ha avuto un effetto di trascinamento positivo su tutte le iniziative del Baretti che sempre di più non è solo un cinema ma un vero polo di aggregazione per le iniziative di diverse associazioni del quartiere.
“Il dato interessante – aggiunge Jimmy Ceriana – è il modo in cui solo con il passaparola da sei anni questa proposta riscontri tante adesioni. I lavori proposti sono sempre corredati da schede e il pubblico è veramente di ogni età”.
E’ indubbio che questa esperienza si basa su un forte impegno volontario. Un chiaro esempio di come in certe realtà anche piccoli contributi posson portare grandi risultati. Questo se dietro vi sono persone che fanno del loro amore per il cinema e per l impegno sociale realmente solidale una bandiera.

di Moreno D’Angelo, Nuovasocietà.it (2/11/2012)

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