SI CERCANO TESTIMONI

Matteo aveva 647 amici nella sua pagina Facebook. Da tre giorni molti di loro se ne stanno davanti al pronto soccorso del Cto, seduti l’uno accanto all’altro. Non sono più soltanto immagini scattate con un telefonino, facce sorridenti catturate sulla neve, compagni di scuola che si ritrovano. Sono occhi pieni di lacrime, cuori angosciati sospesi in un’attesa senza speranza.

Matteo Abbona, 21 anni, studente di giurisprudenza, venerdì intorno alle 18,30, è caduto dalla sua moto mentre tornava a casa. Un incidente. «È in coma irreversibile. I medici dicono che non c’è più nulla fare» spiega il padre, Giuseppe, stringendo la mano con forza, come a cercare coraggio.

Dell’incidente i familiari sanno poco. Sanno che è accaduto in corso Massimo d’Azeglio all’angolo con via Tiziano. Matteo era in sella alla sua Aprilia. Pioveva a dirotto. Gli agenti della polizia municipale di Torino hanno accertato che ha perso il controllo a causa di un’auto che non gli ha dato precedenza. L’auto è sparita. «La moto – spiegano gli agenti – percorreva corso Massimo d’Azeglio da corso Raffaello verso l’esterno città, mentre quell’auto che probabilmente ha avuto a che fare con l’evento, percorreva via Tiziano da via Marocchetti verso via Nizza».

Adesso si cercano testimoni. I familiari hanno voluto lanciare un appello, nel tentativo di rintracciare il conducente di quel veicolo. «Non riusciamo a darci pace. Non è possibile che nessuno abbia visto niente. All’angolo della strada c’è un bar e la zona è molto frequentata. Qualcuno deve pur aver notato un dettaglio, un particolare utile da consegnare alla polizia municipale. Abbiamo bisogno di sapere come, perché. Non si può vivere con questo tormento».

Il destino era in agguato, venerdì scorso. Matteo ha ritirato la moto dal gommista nel pomeriggio. Arrivato a casa, s’è accorto che la ruota non era la sua. Così è tornato dal gommista per farla sostituire. Sulla via del ritorno ha avuto l’incidente. Cadendo è andato a sbattere contro un cordolo o lo spigolo del marciapiede. Un colpo fatale, che gli ha provocato la frattura del collo. Per i medici del Cto non c’è più speranza. Coma irreversibile.

«Stiamo aspettando, non possiamo fare altro – afferma il papà – Matteo ha sempre manifestato la volontà di donare gli organi. Lo rispetteremo. Almeno vivrà in qualcun’altro».

Studente modello, sportivo, appassionato di nuoto. Era centrocampista dell’Atletico Torino, di Mirafiori. Ma soprattutto amava le moto. Ce ne sono tante tra le foto «postate» su Facebook. E che adesso scorrono facendo sentire il vuoto ancora più profondo.

di Massimiliano Peggio, La Stampa (05/06/2011)

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