Continuano gli appuntamenti del Salone Off 365, questa volta sarà lo scrittore e giornalista di Repubblica e Il Piccolo di Trieste Paolo Rumiz a presentare il suo ultimo libro “Come cavalli che dormono in piedi” (Feltrinelli), una raccolta di testimonianze italiane, austriache e tedesche dei caduti e sopravvissuti della Grande Guerra, un rinnovato viaggio nella memoria per provare a spiegare le ragioni di un conflitto che è stato in grado di cambiare il mondo.

L’incontro si svolgerà giovedì 18 dicembre presso il Circolo dei Lettori (ore 18 – via Bogino 9) e sarà condotto da Marco Pautasso del Salone Internazionale del Libro e dai rappresentanti dei gruppi di lettura della Biblioteca D’Annunzio (via Saccarelli).
Prerogativa del Salone è proprio il coinvolgimento dei lettori che diventano i protagonisti degli incontri. I gruppi di lettura si riuniscono in incontri preparatori, coordinati dal Salone Internazionale del Libro e dalle Biblioteche civiche torinesi, per discutere e recensire il libro, sviscerarne i contenuti, elaborare le domande da porre all’autore, per arrivare informati e preparati al momento della presentazione dell’ospite al pubblico.

All’appuntamento sarà presente la libreria La Feltrinelli di piazza Castello con una selezione di opere dell’autore.

Info e prenotazioni: 011.5184268 salonelibro.it; 011.4326827 circololettori.it.

Come cavalli che dormono in piedi (Feltrinelli)
Nell’agosto del 1914, più di centomila trentini e giuliani vanno a combattere per l’Impero austroungarico, di cui sono ancora sudditi. Muovono verso il fronte russo quando ancora ci si illude che “prima che le foglie cadano” il conflitto sarà finito. Invece non finisce. Ma il fronte orientale sembra essere stato cancellato dalla storia, censurato dal presente e dal centenario della guerra mondiale, come se a quei soldati fosse stato negato lo spessore monumentale della memoria.
Da questa rimozione e da un nonno che combatté con l’impero austroungarico Paolo Rumiz fa partire il suo nuovo libro, un viaggio in treno verso la Galizia, che attraverso diverse tappe (dalla Germania alla Francia, dall’Ucraina all’Italia), si conclude a Redipuglia.
In Galizia l’autore raccoglie le prime voci che provengono dai cimiteri polacchi e che si sommano alle altre progressivamente incontrate: quelle di tedeschi, italiani e austriaci. Sul treno che lo riporta in Italia dalla Polonia, Rumiz smarrisce il quaderno degli appunti: una perdita che interpreta fatalmente come rischio della perdita della memoria storica. Ma arrivano come benedizione nuovi racconti orali: si aprono le cassapanche delle famiglie che custodiscono come preziosi cimeli diari, appunti, cartoline ed effetti personali di chi non c’è più. Da quei racconti la memoria risospinge il racconto in Russia, in Ucraina, a Leopoli, dove si destano i ricordi di alpini passati dalla guerra alla rivoluzione leninista. I fantasmi dei vivi si accompagnano a quelli dei morti e il viaggio finisce a Redipuglia.

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