Svariati i controlli, decine i poliziotti e le pattuglie dispiegate in tutto il quartiere, arresti e appostamenti, e ora spuntano anche i “droni”. Lo spaccio a San Salvario ha i giorni contati? Pare, da come vanno le cose negli ultimi decenni, proprio di no. Quella che da un mese, più o meno, si sta abbattendo sul quartiere è un operazione di facciata o Comune e Forze dell’Ordine hanno l’intenzione di “ripulire” le strade di San Salvario come successo ai tempi delle Olimpiadi?

Pusher spiati dal drone poliziotto

Li hanno spiati anche dal cielo mentre spacciavano, tra la vie di San Salvario, con un drone poliziotto. Un piccolo robot volante, capace di trasportare una telecamera ad alta definizione. Leggero, silenzioso, sembra un cacciatore di uomini ispirato alla terra apocalittica di Terminator. Quattro eliche, una consolle con i comandi da appendere al collo e un po’ di abilità nel farlo volteggiare sui tetti. Anche se questo robot non ha nulla a che vedere con la macchine da guerra ipertecnologiche impiegate in Afghanistan, i risultati sono promettenti.

Si manovra come un giocattolo ma non lo è. Si tratta di uno «strumento d’indagine dalle grandi potenzialità» dicono al comando della polizia municipale di Torino, forse la prima città in Italia a sperimentare questa tecnologia a fini investigativi. Adottato da un’azienda privata specializzata in riprese aree, impiegata di recente in occasione della Turin Marathon, il drone poliziotto è stato utilizzato per documentare, insieme a videoriprese di tipo tradizionale con microtelecamere e pedinamenti, l’attività degli spacciatori. Non solo. Anche i residenti hanno fatto la loro parte, fornendo agli agenti filmati artigianali che documentano il business negli androni dei palazzi. Scene riprese dai balconi. Da dietro le finestre, gli abitanti hanno catturato incontri, contrattazioni, scambio di denaro. Tutte le denunce sono finite in procura.

Ieri sera (l’altro ieri, ndr) è scattato il blitz, sotto la guida della dirigente del sicurezza urbana, Paola Loicono. Nell’operazione sono stati impiegati più di 120 agenti della polizia municipale, accompagnati anche da due cani antidroga. Diciassette check-point tutt’attorno al quartiere. La gente si è affacciata alla finestre per curiosare. Da tempo non sono si vedevano scende del genere. Poco dopo le 19 strade sbarrate, lampeggianti, controlli agli incroci nel cuore di San Salvario. Ispezioni a tappeto in phone-center e negozi di alimentari tra via Berthollet, via Saluzzo, via Sant’Anselmo, dove spesso si ritrovano i gruppetti di spacciatori. «Dovrebbero venire qui tutte le sere» dice una pensionata.

Il blitz è scattato per dare una risposta ai recenti esposti degli abitanti della zona, allarmati dall’incremento di pusher. «Siamo qui per dare una risposta al territorio, per garantire maggiore sicurezza» dicono al comando di via Bologna. Non solo multe quindi, ma anche arresti. Per giunta con l’impiego di tecnologie d’avanguardia.
I pusher hanno monopolizzato il mercato della droga tra la Stazione e il parco del Valentino. Dalle immagini raccolte dal cielo emergono scene consuete per questo tipo di indagini. Vedette, cassieri, corrieri. In genere le dosi di droga sono tenute in bocca. Al primo segnale d’allarme, vengono inghiottite. Così si spaccia rischiando la vita.

In pochi minuti ieri (l’altro ieri, ndr) sono state fermate sedici persone, sospettate di far parte di una rete di spacciatori. Tre sono state arrestate. Tra i fermati, molti non in regola con il permesso di soggiorno.

di Massimiliano Peggio, La Stampa (28/11/2012)

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