Paratissima è stata un successo, di pubblico, di numeri, di partecipazione. Moltissime persone, addirittura 40000 secondo stime, si sono riversate sul nostro quartiere, riempiendo strade e piazze. Sono stati giorni e notti vissute in maniera gioiosa e allegra, la musica si è impadronita di piazza Madama Cristina e degli incroci più vissuti. Addirittura luoghi off, come il cinema a luci rosse Maffei di via Principe Tommaso, hanno catalizzato centinaia di giovani e non, intenti ad ascoltare e ballare in un atmosfera del tutto particolare. Il nostro quartiere si presta sempre più spesso a queste manifestazioni uniche, che fanno emergere ai più il fermento culturale che si vive da queste parti.
C’ erano anche molti artisti “autoctoni”, residenti o frequentatori di San Salvario, che hanno esposto le loro opere, oltre alle centinaia di artisti italiani e stranieri. Tutto questo grazie all’ incredibile sforzo degli organizzatori, il Gruppo Para, e dei volontari, che hanno ideato un evento artistico soprattutto in base all’ interazione col pubblico. Questa è la peculiarità di San Salvario, creare nuove opportunità, scegliendo strade diverse ma non per questo più facili, anzi.

Un bel video su Paratissima è disponibile sul blog http://marcoaddonisio.wordpress.com…proprio un super lavoro Marco, complimenti!

La Stampa ha dedicato un’ articolo sul successo di questa manifestazione “low cost”, interrogandosi sul come sia possibile. Nella Torino post-olimpica delle speculazioni edilizie, dei grattacieli e dei debiti infiniti, ci stupiamo della possibilità di creare eventi per il pubblico e per la cultura, che non abbiano budget stratosferici nè nomi altisonanti. Forse è il caso di interrogarsi su altro.
(Qui l’ articolo)

Nel frattempo un’ altro fiore all’ occhiello del quartiere riprende vita. Il Circuito per la promozione del documentario, Documè, riprende le proiezioni sempre al Cineteatro Baretti. Lunedì 16 s’ inizia con ” La Distanza”, qui di seguito la trama tratta dal sito:
“Bisogna avere il caos dentro di sé per partorire una stella danzante”
(F. Nietzsche).
27 anni fa Paolo Quaregna realizzò il film “Felicità ad oltranza”. Come allora, con “la distanza”, incurante del rischio di “contagio”, si immerge nel mondo della malattia mentale e torna negli stessi luoghi di inquietudine e sofferenza. Il regista ritrova i protagonisti di allora, invecchiati come lui di un quarto di secolo, ritrova gli stessi deliri e disagi incarnati da nuovi protagonisti. Il contesto è cambiato: la città non più capitale industriale, cerca la sua identità tra le rovine dei capannoni dismessi. Nei confronti del malato di mente, certi temi allora brucianti, hanno trovato risposte e una più diffusa e tollerante cultura. La situazione è meno dirompente che nei fatidici anni a cavallo tra i 70 e 80, subito dopo l’entrata in vigore della Legge Basaglia con la chiusura dei manicomi; tuttavia, mentre la società del quotidiano spettacolo ci propina i deliri di chi è certificato sano dalla prepotenza dell’audience e del consenso di massa, può essere “salutare” immergersi nei deliri di chi si mette in gioco ogni giorno per dirci che non trova la sua stella danzante.

Altre proiezioni:
23/11: Debito d’ ossigeno
30/11: Il volto nascosto della paura
07/12: Sognavo le nuvole colorate
14/12: Sangue e cemento
21/12: Le avventure spaziali di Nonno Cesare

Per più info: www.docume.org
www.cineteatrobaretti.it

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