Armati di vanga, zappa e picconi un centinaio di cittadini sabato scorso hanno ripiantato dieci alberi in corso Marconi, abbattuti anni fa dal Comune e mai sostituiti. Dieci nuovi alberi, con tanto di etichetta su cui era scritto “Giovane ippocastano donato alla Città di Torino e piantato dal Comitato Salviamo Corso Marconi”. Un gesto forte e unico: i cittadini riprendono possesso del viale e tornano a curarlo. Durante la manifestazione sono intervenuti anche altri comitati torinesi che lottano contro la svendita del territorio e la speculazione. Tutti uniti per dire che lo spazio pubblico è un bene comune, che non va venduto ma valorizzato.

Il caso di corso Marconi infatti è esemplare: è il più antico viale alberato di Torino, e alcune fonti lo datano a prima del 1600. Unisce due architetture monumentali dei Savoia, come il Castello del Valentino e la chiesa di San Salvario. E’ situato al centro di uno dei borghi storici di Torino, il nostro quartiere di San Salvario. Alcuni suoi alberi sono antichissimi, risalgono addirittura a fine 1800. E invece di essere valorizzato, curato, tutelato, sfruttato anche ai fini turistici, si è deciso di fare tabula rasa e di costruire un bel parcheggio sotterraneo privato, costruito da privati e venduto a privati, abbattendo più di 50 alberi. L’unica magra consolazione è la riqualificazione superficiale, realizzata con ascensori a forma di foglia e pavimentazione con gigli di francia.

Ignorati dal Comune e dai media i cittadini però continuano la lotta per salvare lo storico viale: i dieci alberi piantati sono stati adottati da dieci cittadini, che se ne prenderanno cura, e il Comitato rilancia l’appello per fare ricorso al TAR e bloccare l’inutile e dannoso progetto.

Per più informazioni sul ricorso al TAR: http://salviamocorsomarconi.altervista.org/ricorso-tar.html

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