Dalle Olimpiadi del 2006, o poco dopo, la recinzione dell’ Orto Botanico, al Valentino, venne ricoperta da un’ allegra lamiera verde.
Ai tempi il Valentino era diventato un mercato di droga a cielo aperto. Si poteva tranquillamente acquistare hashish nel lungo viale Mattioli o eroina sulle collinette vicine. Poi la Polizia iniziò, a suon di sirene e inseguimenti sui prati, ad arrestare i pusher. Allora i pusher si rifugiarono dietro la cancellata dell’ Orto Botanico, e da lì richiamavano i clienti.
Ai tempi il Valentino era diventato un mercato di droga a cielo aperto. Si poteva tranquillamente acquistare hashish nel lungo viale Mattioli o eroina sulle collinette vicine. Poi la Polizia iniziò, a suon di sirene e inseguimenti sui prati, ad arrestare i pusher. Allora i pusher si rifugiarono dietro la cancellata dell’ Orto Botanico, e da lì richiamavano i clienti.
Fu allora che per “riqualificare” il parco fu eretto questo muro verde che effettivamente impediva lo spaccio e la deturpazione dell’ Orto Botanico.
Ora i tempi sono cambiati: al Valentino non c’è l’ ombra di un pusher, nelle vicinanze dell’ Orto si è insediata una stazione della Polizia e la zona è frequentemente pattugliata da macchine della Guardia di Finanza. Il Valentino ha riacquistato la sua funzione di parco…ma l’ orribile recinzione resta lì.
Oggi è ricoperta di scritte…non è ora di toglierla e restituire dignità ai bei viali alberati del Valentino?