Cento anni fa scoppiava la Prima Guerra Mondiale, la Grande Guerra, esattamente il 28 luglio 1914. Un mese prima Gavril Princip sparò al principe ereditario Francesco Ferdinando uccidendolo. L’Austria dichiara guerra alla Serbia e inizia il valzer delle battaglie. Ma a San Salvario qualcuno tifava per qualcos’altro, la pace. “Abbasso la guerra” sta scritto su un muro di via Principe Tommaso e poco oltre la data 1917. Pacifismo d’antan, e per il centenario dello scoppio, vi riproponiamo questo articolo scritto qualche tempo fa:

[fusion_builder_container hundred_percent=”yes” overflow=”visible”][fusion_builder_row][fusion_builder_column type=”1_1″ background_position=”left top” background_color=”” border_size=”” border_color=”” border_style=”solid” spacing=”yes” background_image=”” background_repeat=”no-repeat” padding=”” margin_top=”0px” margin_bottom=”0px” class=”” id=”” animation_type=”” animation_speed=”0.3″ animation_direction=”left” hide_on_mobile=”no” center_content=”no” min_height=”none”][Abbasso la guerra]

Questo quartiere è un libro di storia a cielo aperto, c’è poco da dire. Lo vedi in ogni aspetto, nell’architettura, nei negozi, negli abitanti. Nascosti fra le pieghe e i solchi dei palazzi scopri eventi e fatti del passato.

E’ così per queste scritte, di cui pubblichiamo le fotografie, provenienti direttamente dal 1917. Resistono ancora su un lugubre palazzone delle Suore Francescane d’Egitto sito all’angolo fra via Principe Tommaso e via Giacosa. La grafia vecchio stile e i segni di gessetto sono inconfondibili. Una scritta su tutte colpisce, “Abbasso la guerra”. Pacifismo d’annata, c’era la Prima Guerra Mondiale. Poco lontano sta scritto provocatoriamente “Trento Trieste Istria Dalmazia e Vienna?!?!!” e dall’altro lato “Abbasso l’Italia Viva la Germagna” più volte riscritto. E ancora delle faccine, una delle quali dice “W De Vecchi”, un politico neutralista e in seguito fascista.

[Abbasso/Viva l’Italia – Viva/Abbasso la Germagna]

[W De Vecchi]

Infine, con un gessetto blu, è disegnata anche una busta su cui è riportata la data del 2 giugno 1917. Qui la fantasia fa la sua parte, non avendo altre chiavi di lettura. E immagino l’ignoto pacifista che decide di lasciare un ultimo laconico messaggio: non più parole ma una semplice data, la data del fatidico giorno in cui fu trascinato al fronte e da cui, forse, non tornò mai più…

[2.6.17]

[/fusion_builder_column][/fusion_builder_row][/fusion_builder_container]