Il Comune va avanti, ma i comitati non mollano e continuano a protestare. L’ultimo muro contro muro tra l’amministrazione che vuole realizzare un’opera e gruppi di cittadini che non la vogliono si sta alzando in piazza Carlina.
Ancora una volta, al centro delle proteste c’è la realizzazione di un parcheggio interrato. Il comitato che si oppone, nient’affatto rassicurato dalle garanzie di «disagi ridotti al minimo», continua a raccogliere firme. Le probabilità di ottenere un dietrofront, almeno a livello statistico, sono circa al 50%. Delle petizioni consegnate al consiglio Comunale in questi mesi, circa la metà ha ottenuto quel che chiedeva.
Le vittorie
L’hanno avuta vinta i cittadini di Borgo Po, che hanno visto il Comune fare marcia indietro sul progetto di un parcheggio interrato misto (pubblico-privato) sotto la Gran Madre dopo 1.300 firme, proteste, sopralluoghi, interventi della soprintendenza. Lo stop al progetto è infine arrivato a gennaio per voce del sindaco Fassino, disposto a spostarlo nell’area del Parco Michelotti.
Poi ci sono le oltre 2 mila firme raccolte per il parcheggio di piazza Gozzano (Madonna del Pilone), le 753 di piazzale San Gabriele da Gorizia (Filadelfia) e le 300 di di piazza Mattirolo (Madonna di Campagna): queste aree sono state stralciate dal piano per la costruzione di parcheggi pertinenziali in tutta la città approvato dal consiglio Comunale. Tre esempi in cui la mobilitazione dei cittadini è servita a qualcosa a fronte di 20 siti individuati.
Le sconfitte
Non sono servite a nulla (almeno per ora) le proteste contro i parcheggi in corso Marconi, via Barletta, via Osasco e largo Boccaccio. Anche in corso Marconi le raccolte firme continuano. Oltre alle proteste ambientaliste (verrebbero abbattuti gli alberi), chi si oppone solleva la questione dalla dubbia utilità di ottenere 180 posti interrati a fronte di almeno 200 che si perderebbero sul piano strada. Ma le speranze, a questo punto, sono minime: il bando è quasi pronto e la legge non prevede un nuovo parere delle Circoscrizioni sui progetti vincitori, perché non è previsto un ulteriore passaggio del piano in Consiglio comunale.
Perché il Comune va avanti
Il perché di tanta determinazione sta nel fatto che i parcheggi pertinenziali sono un ottimo strumento, per il Comune, che batte cassa su due fronti. Intanto, ottiene la risistemazione delle strade in superficie a costo zero, perché le pagano le imprese che si aggiudicano le gare, sottoforma dei cosiddetti «oneri di urbanizzazione». E poi c’è la liquidità ottenuta per le concessioni: dal 1995 a oggi la città ha incassato, per i soli parcheggi pertinenziali, quasi 13 milioni di euro.
di Paola Italiano, Fabrizio Assandri, La Stampa (14/03/2013)
La decisione del Comune sul divieto al traffico di auto spacca il parere di residenti e commercianti tra favorevoli e contrari
Per comprendere meglio l’impatto che la pedonalizzazione di corso Marconi potrebbe avere sui cittadini, abbiamo chiesto ad alcuni residenti e commercianti di San Salvario cosa ne pensano.
OPINIONI FAVOREVOLI
Un parere favorevole è quella di Vittorio, 50 anni, truccatore professionista: «Più si fanno aree pedonali meglio è. Camminare fa bene e Corso Marconi si presta perfettamente allo scopo, non è lunghissimo e non crea disagi alla circolazione. Senza contare che il corso è proprio di fronte alla facoltà di Architettura, un monumento a mio avviso bellissimo che, potrebbe essere ammirato meglio passeggiando».
Anche Chiara, studentessa di design che da anni abita nel quartiere, ritiene sia un’ottima iniziativa: «Di primo impatto la parola “pedonalizzazione” può apparire come una forzatura se si tratta di un corso cittadino grande come questo, poiché invece la zona interessata sarebbe quella centrale ritengo il progetto abbastanza fattibile e credo che risolleverebbe quel punto come zona di passaggio».
Ad esprimersi positivamente sulla pedonalizzazione sono anche i genitori degli allievi della scuola elementare Rayneri, come conferma Ernesto Filoni dell’associazione genitori del Consiglio di Istituto: «Siamo totalmente favorevoli, tranne che per il parcheggio. Abbiamo firmato come associazione genitori la petizione per approvare la realizzazione della pedonalizzazione. Non vorremmo invece il parcheggio, che nel progetto dovrebbe essere costruito davanti alla scuola, il che significherebbe due anni di lavoro di fronte alle aule, dove i bambini fanno lezione. Qui ci sono gli alberi più vecchi di Torino, sarebbe un peccato abbatterli e si potrebbe far uscire i ragazzi a giocare sul viale durante l’intervallo. Il corso diventerebbe così una parte fruibile dalla scuola».
OPINIONI CONTRARIE
Non mancano ovviamente i pareri contrastanti come quello di Andrea, 25 anni, studente della Facoltà di Scienze Politiche: «Generalmente sono molto favorevole alle pedonalizzazioni, ma in questo caso trovo la cosa inutile. Potendo invece scegliere l’area interessata avrei preferito pedonalizzare la parte di Corso Marconi da via Madama Cristina in giù, poiché ha molte più attività commerciali». Luigi, 31 anni ingegnere, invece pensa a una questione pratica: «Stiamo parlando di uno dei pochi collegamenti tra gli assi di via Nizza e corso Massimo che non fosse così intasato come corso Vittorio, ho paura quindi che questa pedonalizzazione faccia da tappo, rischiando di bloccare completamente il traffico». Anche Laura, 30 anni, libera professionista, ha qualche perplessità: «Come lato negativo vedo la situazione parcheggi. Trovarne è sempre molto complicato, se ne tolgono così tanti peggiorerà. Se poi viene realizzato il progetto di parcheggio sotterraneo aumenteranno i costi in un periodo già di crisi e questo non è un bene».
Anche i commercianti di corso Marconi sono tutto fuorché entusiasmasti, tanto che stanno facendo firmare una petizione contro la pedonalizzazione. «Non ci hanno detto ancora niente di chiaro riguardo a questa faccenda – dice il proprietario della pompa di benzina fra corso Marconi e corso Massimo D’Azeglio – non si che tratto coprirà, se tutto il corso o solo una parte, se ci sarà la corsia solo per i residenti e gli interessi di non si sa bene chi. Per me poi il problema è quello delle vasche di benzina. Per il tempo che devo restare qui spero di arrivare giusto all’inizio dei lavori. Ma fra i residenti ho sentito i mugugni».
«Non sono per niente favorevole – dice la proprietaria della libreria Cortina – il peggio è togliere il parcheggio. C’è il Valentino qui, se vogliono fare una passeggiata vadano lì. Corso Marconi non è una via di negozi, le strade pedonali sono per vie con molti negozi, così non ha nessun senso, per questo motivo ho firmato la petizione. Significa avere un gran macello: vuol dire togliere gli alberi, costruire un parcheggio accanto a quello del Valentino che è praticamente inutilizzato come tanti altri a Torino. Pagarne uno in più mi sembra assurdo». Infine la parola alla proprietaria del ‘Bar Angelo e Galia’ – nel quale si può firmare la petizione anti-pedonalizzazione – molto indecisa sulla questione: «Bisogna vedere cosa succederà. Se spariscono le macchine e questa strada diventa come via Lagrange o altre zone pedonali come il Quadrilatero bene, ma se non si arriva a quel punto e la zona diventa morta al punto che ci costringono a chiudere tutto, non può andarci bene».
di Nicola Veneziano e Federica Spagone, Digi.To (13/03/2013)
di Francesco Morgando, La Stampa (14/03/2013)
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