L’amara dichiarazione di resa del moderatore della tavola Valdese:
“La storia degli ospedali valdesi finisce qui”. Il moderatore della Tavola Valdese Eugenio Bernardini non nasconde l’amarezza. L’incontro con Renato Balduzzi e con l’assessore alla sanità Paolo Monferino si è appena chiuso ad Alessandria. Un estremo tentativo, con la mediazione del ministro, di salvare l’attività ospedaliera. Nulla da fare: la Regione è inflessibile e la strada dell’Evangelico è segnata, nel suo futuro c’è un poliambulatorio di quartiere (nei locali adiacenti all’ospedale) che Paolo Monferino promette di potenziare. Mentre il vecchio ospedale potrebbe forse finire nel fondo immobiliare della Regione ed essere venduto. Chiaro anche il domani di Pomaretto e Torre Pellice, dove ieri è partita l’ultima protesta per la fine del modello sanitario della Chiesa Valdese.
Per la struttura di via San Pio V resta solo un piccolo spiraglio e riguarda i tempi del trasferimento delle attività: “se sarà necessario spostare gli altri service della senologia al Sant’Anna lo faremo – dice l’assessore – e non c’è alcuna fretta. Se dovesse servire una proroga di qualche mese lo faremo. Il primo obiettivo è garantire la continuità alle donne che sono abituate ad un rapporto esclusivo con il medico”. È questa l’unica concessione che Bernardini riesce ad incassare. Oltre alla promessa che l’incontro chiesto dal sindaco Piero Fassino, dalla circoscrizione e dalla stessa Tavola Valdese ci sarà e si svolgerà con tutta probabilità nei primi giorni di gennaio. Una riunione che non potrà più nulla per cambiare le sorti dell’ospedale ma che sarà utile per decidere le attività ambulatoriali che resteranno a San Salvario e per incontrare i sindaci del pinerolese. Che ieri hanno manifestato contro la chiusura. Trecento i manifestanti, tra i quali il vescovo di Pinerolo, Piergiorgio Debernardi, e il pastore valdese, Gianni Genre. “La nostra convinzione è che non sia questo il modo per risparmiare in sanità – è il commento di Bernardini – ma l’assessore ha presentato un quadro della situazione economica che definisce “drammatica”. Di fronte a questo non credo si possa aggiungere molto altro”.
Dall’ospedale Roberto Dosio, medico e rappresentante sindacale della Cgil medici e una delle voci della battaglia di questi mesi, fa sapere che non c’è rassegnazione, ma la consapevolezza della difficoltà di invertire la rotta. “Forse in condizioni più favorevoli – scrive – potremo fa rivivere o riproporre questa esperienza che rimarrà nel tempo come testimonianza di come potrebbe essere un approccio alla salute “non massificato e non industrializzato””. Molto perplesso anche il presidente dell’ottava circoscrizione Mario Cornelio Levi, il quale smentisce che ci sia mai stato un incontro con Monferino sul futuro del Valdese: “Siamo contenti che ci sarà ma in questi mesi non c’è mai stata alcuna riunione con l’assessorato in cui discutere il piano di riconversione”.
di Sara Strippoli, Repubblica (19/12/2012)
1 Commento. Nuovo commento
È una vicenda molto triste, che mi fa accapponare la pelle per la deplorevole, insensibile condotta delle autorità della Regione Piemonte. D’altra parte le scelte erano state fatte da tempo favorendo in qualche modo gli ospedali delle zone a maggioranza leghista. È stata una punizione, non altro.