Innanzitutto…buon anno!
Un anno, il 2011, che porterà a San Salvario grandi cambiamenti.
E non solo per i 150 anni dell’ Unità d’ Italia, che porteranno molte persone nella nostra Torino, alla sua riscoperta e forse anche alla riscoperta di San Salvario.
Un cambiamento profondo avverrà con l’ inaugurazione del prolungamento della metropolitana, che attraversa il nostro territorio lungo via Nizza: le stazioni Marconi, Nizza , Dante e Carducci diverranno parte integrante del quartiere, sperando che la data dell’ inaugurazione coincida con l’ effettiva operatività della linea.
Oltre a ciò via Nizza sarà riqualificata, almeno con un cambiamento totale della segnaletica, auspicando anche una riduzione dei mezzi pubblici su via Madama Cristina. Il destino di corso Marconi, del Valentino, dell’ area a velocità ridotta invece si deciderà, forse, dopo i festeggiamenti e le elezioni.

Tornando al presente su La Stampa è uscita una “recensione” con fotogallery su piazza Arturo Graf, quel lembo di terra lungo e largo dove San Salvario si mischia a Barriera di Nizza.

Ve la proponiamo:

“Quando qualcuno non sa dove si trovi piazza Arturo Graf, il modo più immediato per spiegarglielo è dire che «è quella di Amati Trafori», che da qualche tempo ha assunto la ragione sociale di Amati Modellismo. Sarà per la posizione, ampie e colorate vetrine in un angolo che non si può non notare con qualunque mezzo uno transiti nei paraggi, o forse per la tradizione. Perché Amati è il più antico negozio per gli appassionati delle realizzazioni in scala di auto, moto, aerei, navi, carri armati. «La mia famiglia ha iniziato l’attività nel 1879 in via Garibaldi 9. Poi, quando hanno costruito i primi palazzi della piazza, cioè nel 1966, ci siamo trasferiti qui», spiega Bruno Marletti.

Inutile dire che la clientela di questo affascinante tempio per i bricoleur viene da tutta la città, attratta da pezzi unici, soprattutto navi. «Sono la nostra specialità, vendiamo modellini che non è facile reperire altrove». L’età media degli acquirenti è compresa tra i 35 e i 50 anni, «gente di buona cultura e di discreta disponibilità economica, perché in genere per i nostri prodotti può spendere chi ha qualche risorsa in esubero dal budget familiare». Per il titolare il fatto di essere qui, piuttosto che altrove, è indifferente. «L’importante è operare in una zona decentrata e facilmente raggiungibile, requisiti a cui piazza Graf risponde in pieno. Poi negli ultimi anni è migliorata, specie per la pulizia e l’ordine pubblico».

Per chi ha meno tempo per dedicarsi agli hobby e magari un occhio di riguardo all’impiego, dal 1929 questa è invece la piazza della Microtecnica, azienda specializzata nelle lavorazioni meccaniche di precisione che occupa l’intero lato est. Dall’altra parte della strada, ecco un lungo e stretto giardino con poco verde e una piccola area attrezzata per i giochi dei bambini. Anche se il traffico e il rumore, a tutte le ore del giorno, sono tutt’altro che indifferenti. «Nonostante la continua riduzione del personale, la Microtecnica garantisce un buon movimento – dice Claudio Ghisu, da sei anni sorridente e affabile proprietario del bar Sunrise -. Il giro d’affari è valido, non ci possiamo lamentare. Abbiamo perso però negli aperitivi, per il timore dell’etilometro. Da noi vengono i soliti, persone di zona o che lavorano qui. Siamo a San Salvario, ma il clima che si respira da queste parti è già quello del quartiere Nizza Millefonti della vicina piazza Carducci». Già che siamo in tema di ristorazione, per i gaudenti piazza Arturo Graf è invece sinonimo del ristorante «Pasta e basta», meta di giornalisti, sportivi e nottambuli in genere. Anche se in realtà i suoi due affacci danno su via Madama Cristina e via Tiziano.

Ma anche di uno struscio alla ricerca di gentilezza e prodotti che non si trovano ovunque. Come nel caso della bottega d’arredo Papier e Maison. Un albero di Natale – invenduto – color viola, una serie di curiosi orologi in scatola e la contagiosa simpatia della titolare. «Vengo qua due volte la settimana per divertirmi, in realtà sono una libera professionista – spiega Domenica Opipari -. Il nostro punto forte sono i profumatori d’ambiente, ma da noi si trova tutto quello che serve per le liste nozze, la regalistica e l’arredo in genere. Come è andato il Natale? Direi bene, la gente ha speso anche per oggetti dal prezzo medio-alto: la zona è buona, e i clienti hanno risposto in maniera soddisfacente sin dall’apertura». Una volta gli spazi erano occupati da una bottega di casalinghi, da tre anni risorta a nuova vita. «La piazza è però un po’ buia e mal servita. Se avessi la bacchetta magica porterei i caldarrostai, ma anche eventi culturali per i più giovani e un po’ di pubblicità dinamica». Vulcanica e accattivante. «Forse è vero che un negozio lo fa chi ci sta dentro», dice con un sorriso.

Cinque vetrine più in là, dove una volta c’era un laboratorio di tendaggi, nel 2008 ha aperto il fioraio Flowy Creazioni. «Ho scelto la piazza sperando rispondesse in maniera adeguata, invece sono un po’ pentita – spiega Gabriella Parla -. Gli affitti sono alti, e gli incassi non così positivi. Altrove, con la creatività e l’estro che ci metto, sono sicura che venderei di più. I mazzi di rose a mogli e compagne, ma anche ad amanti, continuano a tirare, meno le composizioni natalizie. Si spende poco per numerosi articoli, e non viceversa».

Poco oltre da quindici anni esiste un negozio per animali che però non ci sono. «Non vendiamo loro, ma tutto ciò che serve per curarli e alimentarli – racconta Luciana Del Giudice -. La concorrenza è forte, ci sono sei-sette esercizi come il mio nel raggio di poche centinaia di metri, e la crisi si sente. Quello che sta finendo è stato un anno critico, anche se c’è chi si toglie il cibo di bocca per nutrire il proprio gatto». Luciana è comunque entusiasta della piazza. «L’ho scelta per caso, ma i clienti sono stupendi. L’unico grosso problema è il carico e scarico della merce, perché gli spazi purtroppo sono quello che sono».”

di Maurizio Ternavasio

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