Il regista Francesco Munzi in una delle tante interviste sul suo ultimo film Anime Nere, ebbe modo di affermare “… non faccio film per dare messaggi, ognuno deve cercarsi un proprio messaggio …”. Ed è proprio da queste parole che ogni spettatore in sala dovrebbe partire per cogliere gli aspetti più peculiari e simbolici della famiglia calabrese legata alla ndrangheta protagonista della pellicola.
Una storia se vogliamo semplice, mai banale, che grazie ad un finale inaspettato proietta sul grande schermo una sequenza di eventi che coinvolgono in maniera differente i diversi protagonisti.
Senza rischiare di cadere in una mera retorica sul fenomeno della ndrangheta, il regista riesce a far emergere molto bene le anime nere dei tre fratelli. Questi, protagonisti principali del film, vivono in maniera molto diversa il fatto di appartenere ad una famiglia d’onore, tanto che lungo tutto il film si evidenziando il riserbo, la forza, la violenza, e le strategie che operano dietro quelle organizzazioni criminali, che si rintanano dietro il nucleo di una appartenenza chiamata anche famiglia. In questo caso appartenenza e famiglia si traducono anche come un peso non da poco per chi pur essendo parte della famiglia, con quel mondo fatto di violenza, morti e illegalità, non ci vuole avere a che fare. È questo il caso del fratello più anziano, il quale pur essendo rimasto al paese di origine, slegato dai traffici dei fratelli minori emigrati al nord, è chiamato più volte per via del suo cognome a piegarsi a certe logiche di appartenenza alla famiglia relazionandosi addirittura con i clan rivali.
Lungo tutto il film si mette in risalto anche il ruolo fondamentale delle donne, che nelle organizzazioni criminali spesso fungono da tramite se non come fulcro della famiglia stessa.
Anime Nere, riassume una storia di sangue, di legami di sangue e dove il sangue viene versato, è un film senza eroi, si parla poco della vita malavitosa ponendo maggiormente l’accento sugli equilibri dentro la famiglia e della famiglia verso le altre famiglie.
Riprendendo la citazione del regista, “… ognuno deve cercarsi un proprio messaggio …”, un messaggio che al termine del film più che prendere i connotati di un qualcosa di definito si esprime soprattutto in una sensazione.

Anime Nere è in programma nei cinema Eliseo, F.lli Marx e Massimo di Torino.

Il trailer del film

L’intervista al regista

Articolo di Antonio Di Chele

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Compila questo campo
Compila questo campo
Inserisci un indirizzo email valido.
Devi accettare i termini per procedere