Piazza Nizza, ennesimo rinvio per i lavori di riqualificazione

Il ritorno del mercato in piazza Nizza slitta ancora una volta. Ora l’inizio dei lavori per la riqualificazione della piazza è previsto per gennaio. Come se fosse la linea dell’orizzonte che si sposta mano a mano che ci si avvicina l’agognato ritorno nella sede storica del mercato continua ad essere procrastinato.

In sede di approvazione del progetto l’inizio dei lavori era stato fissato a luglio ma da subito si era capito che tutto sarebbe iniziato a settembre. E a settembre ruspe e operai avrebbero dovuto mettersi all’opera se non fosse stato per le offerte anomale in fase di gara che hanno costretto il Comune a bandirne una seconda. Quindi nuovo rinvio a novembre. Arrivati però a metà novembre gli operatori del mercato di corso Raffaello, da quasi cinque anni alle prese con una collocazione scomoda e con i disagi a questa connessi, hanno iniziato a preoccuparsi e a chiedersi come mai non si vedesse neanche l’ombra di un cantiere.

La spiegazione va ricercata nei tempi tecnici normalmente richiesti dall’affidamento dei lavori e molto probabilmente nella decisione di non avviare un cantiere a ridosso delle festività natalizie con il rischio di fermare tutto per un paio di settimane. Certo, il ripetuto rinvio dei lavori – che porterà a cinque gli anni trascorsi in corso Raffaello – sembra uno scherzo del destino se si considera che il mercato sarebbe dovuto ritornare in piazza Nizza dopo due anni dallo spostamento, vale a dire nel 2009 come annunciava un depliant distribuito dal Comune all’indomani dell’inizio dei lavori per la metropolitana.

L’ennesimo rinvio ha mandato su tutte le furie il portavoce degli operatori mercatali, Aldo Ferrara che ha deciso di rassegnare le dimissioni anche per questo motivo. “Siamo stufi di essere presi in giro e delle continue promesse non mantenute – commenta – ci siamo sempre comportati civilmente ma forse avremmo fatto meglio a scendere in strada e a bloccare tutto. I fondi per il mercato sono stati stanziati più di un anno fa, ora invece rinviano di nuovo a gennaio e per giunta hanno concesso soltanto il 50% di sgravi fiscali quando noi, a differenza degli altri commercianti e del mercato di corso Spezia, continuiamo a pagare i danni dei cantieri del metrò”.

di Alessandro Porro, alexporro.wordpress.com (01/12/2011)

Dura la vita dell’orto metropolitano
In uno spazio semi-abbandonato di piazza Nizza si coltivano verdure e fiori, ma tra vandali e inverno il futuro dell’iniziativa è a rischio

Era comparso dalla sera alla mattina sul “lato infelice” di piazza Nizza, quello buono solo per portare a spasso i cani, ad un passo dal continuo fluire di macchine dal mercato, dai negozi e dal vociare cittadino. Era la primavera scorsa, ma la risposta del quartiere non è stata immediata. Quando si chiede in giro, tutti raccontano un’esperienza simile a quella del risveglio: un giorno improvvisamente, chi mesi fa e chi la settimana scorsa, mentre parcheggiava la macchina o usciva dalla metropolitana, ha notato quella piccola insolita macchia di colore nella piazza che attraversavano distrattamente tutti i giorni: è un ”ortopolitano”, cioè un orto metropolitano.

PIU’ FORTE DEI VANDALI
L’appezzamento è di piccole dimensioni (30 metri quadri) e vi crescono timidamente delle piantine di pomodoro, basilico, peperoncino, zucchine e qualche fiore. Il tutto è delimitato da paletti di legno e insegne colorate a forma di verdura che invitano a partecipare.
A fine maggio l’ortopolitano balzò per qualche giorno all’onore delle chiacchiere di quartiere dopo essere stato praticamente raso al suolo da violenti orto-attentatori. La cosa creò sconcerto. Chi poteva avercela con quell’angolo così naïf che piano piano aveva conquistato tutti?
In pochi giorni l’orto fu ricostruito, con le sue pianticelle ritte e sprezzanti del pericolo. In giugno ha conosciuto il suo periodo d’oro. Nei lunghi pomeriggi estivi i bambini hanno scoperto la gioia di innaffiare i fiori, gli studenti e le giovani coppie si fermavano ad informarsi sull’iniziativa e gli anziani supervisionavano i lavori dispensando consigli su come piantare la rucola.

CHI C’E’ DIETRO?
Anche se non molti hanno davvero preso in mano la zappa, l’interesse e la solidarietà registrati in quei mesi è molto forte, ma sul posto l’unica indicazione fornita è un appuntamento: ogni martedì alle 18.30 . Avere altre informazioni non è molto facile. Su internet non esiste nessun sito ufficiale, nemmeno un blog, e gli articoli a proposito non sono molti, ma saltando di link in link si scopre che dietro l’iniziativa c’è l’Associazione Tourinorto, che raggruppa persone che in città curano orti urbani più o meno collettivi.
Alle domande mandate ad un indirizzo mail risponde Giulia, che però chiede di rimanere nell’anonimato perché per ora Tourinorto non ha cercato un dialogo con le istituzioni, ma ha anzi occupato spazi verdi pubblici. Insomma vivono nella clandestinità: «Nizzorto, così lo chiamiamo, non ha nessun tipo di formalizzazione, è totalmente democratico, tutti possono aderire semplicemente partecipando agli incontri. Per quanto mi riguarda, credo nell’autoproduzione di cibo, nell’educazione all’agricoltura che diventa cultura sul cibo, sull’alimentazione e sulla terra, e di conseguenza sull’ecologia in senso lato». Per quanto riguarda il terreno, è ricco di detriti e probabilmente fatto di terra di riporto di ignota provenienza, inoltre è difficile arginare le intrusioni canine. La funzione dell’orto dunque è più che altro simbolica: «Se da una parte la sua posizione non lo rende molto produttivo, dall’altra lo rende molto visibile – racconta Giulia – Credo che vedere un orto spontaneo e chiaramente collettivo, con tanto di cartello di invito a partecipare, abbia un effetto sociale».

UN FUTURO INCERTO
Non si sa quale sarà il futuro di questo esperimento, per ora le riunioni del martedì sono sospese, complice anche l’arrivo della stagione fredda, ma non è una scelta deliberata: semplicemente, la gente ha smesso di presentarsi all’appuntamento. Ma questo non impedisce a chiunque voglia di dedicare all’orto qualche attenzione.
Anche un altro ortopolitano creato dall’associazione in zona Vanchiglietta sta vivendo momenti difficili: presto infatti potrebbe essere eliminato per fare spazio a una residenza per anziani.
Se queste incursioni bucoliche però hanno fatto breccia nel vostro cuore cittadino, non vi resta che munirvi di semi e, discretamente – perché si tratta sempre di iniziative non ufficiali… – andare a zappare: basta partecipare per salvare il futuro degli orti urbani.

Avete già visto un orto urbano di questo tipo? Cosa ne pensate?

di Arianna Verdecchia, www.digito.it (30/11/2011)

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