Continua la “cura” a favore del parcheggio privato in progetto?

La storia recente di corso Marconi è una brutta storia. Una storia disonesta. Disonesta verso quegli alberi che tanto a lungo hanno combattuto contro le malattie e l’inquinamento cittadino, che hanno cercato di sopravvivere, nonostante le lunghe torture che hanno dovuto subire, nonostante anno dopo anno gli alberi vicini venissero abbattuti, il più delle volte senza motivo. Disonesta verso la storia di questo viale alberato, che è qui da prima del 1600, e unisce il Castello del Valentino con la chiesa di San Salvario. Disonesta verso i cittadini, che sono stati abbindolati in tutti i modi per poi infine unirsi in un comitato che finalmente prendesse a cuore la sorte del viale.

Ieri altri 3 alberi di corso Marconi sono stati abbattuti. Altri 3 ippocastani, secolari, che lì stavano dalla fine dell’Ottocento. Uno era a ridosso di un benzinaio e lì, nonostante le vasche di benzina, è riuscito a sopravvivere fino ad oggi. Gli altri, che avevano resistito ai lavori della Metropolitana in largo Marconi, non hanno forse resistito al dopo. Questo è il verdetto del Verde Pubblico della città di Torino: gli alberi erano malati. E’ sempre così. Gli alberi sono pericolosi e sono stati compromessi. Ma il più delle volte sono stati compromessi proprio dall’uomo.

Nel 2010 altri 7 alberi vennero abbattuti, un mese dopo che un albero crollò su una macchina, con dentro un artigiano che miracolosamente ne uscì illeso. L’ufficio stampa del Comune spiegò la causa del crollo, e della malattia degli altri 7 alberi: “Per ciò che concerne il crollo di un ippocastano avvenuto ieri in corso Marconi, è stato sottolineato come l’albero fosse stato oggetto di controlli ancora a marzo di quest’anno, che non avevano evidenziato la gravità della degenerazione dell’apparato radicale, avvenuta probabilmente a seguito dei lavori effettuati sul suolo pubblico anni fa. Nuovi controlli sono stati avviati sulle alberate di corso Marconi.”
(C.R. – Ufficio stampa del Consiglio comunale,Torino, 14 Ottobre 2010)

Sempre l’uomo quindi, la causa. E la natura, insieme alla nostra salute, ci rimette.

Ma poco tempo dopo essere stato abbattuto, uno dei grandi alberi secolari si trovava in questa situazione: sprigionava vita da ogni foglia, da ogni taglio, da ogni dove.

rinascita_ippocastano

Secondo voi era davvero malato? Eppure via, kaputt, è pericoloso!

Un articolo provocatorio uscì poco dopo gli abbattimenti del 2010 proprio qui su Sun Salvario. Ve lo consigliamo: perché anche gli alberi, dopo un po’, si stufano. Qui il link: Quando gli alberi si stufano

Intanto la realtà è un’altra e va a beneficio di chi si prepara a progettare il nuovo parcheggio sotterraneo privato previsto in corso Marconi. Sì, perché ad ogni albero abbattuto il privato risparmierà migliaia di euro in compensazioni ambientali. Un bel colpo di fortuna, tutta questa moria di alberi. Tutto per realizzare un parcheggio che va contro la Legge 10/2013, “Disposizioni per la tutela e la salvaguardia degli alberi monumentali, dei filari e delle alberate di particolare pregio paesaggistico, naturalistico, monumentale, storico e culturale”, dove vengono protetti anche i “i filari e le alberate di particolare pregio paesaggistico, monumentale, storico e culturale, ivi compresi quelli inseriti nei centri urbani”. E corso Marconi di storia ne ha da raccontare tanta: è lì, come lo vedete oggi, dal 1600. E anche contro lo stesso Regolamento del Verde Pubblico e Privato della Città di Torino che chiaramente dice: “L’abbattimento di alberature pubbliche presenti sul territorio comunale, quando non realizzato direttamente dal Settore Gestione Verde (o S.S.D.), è consentito esclusivamente nei casi comprovati di stretta necessità e comunque con parere vincolante favorevole degli Uffici di quest’ultimo.” (cap. III, titolo III “Abbattimenti”).

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